Mi sei mancato

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Margaret's pov

Sono nell'entrata, in piedi, e sto aspettando che arrivi il nonno. Dovrebbe arrivare da un momento all'altro. Clara, la governante, mi dice "Stai tranquilla, arriverà. E non sarà allungandoti ogni secondo cercando di guardare oltre la finestra che farà più presto" aggiunge. "Si, lo so, ma voglio essere pronta per quando entrerà." cerco di spiegarmi. "Facciamo una cosa, io rimango qua e aspetto e appena lo vedo ti chiamo"  "Va bene" le sorrido, che bello avere intorno gente che mi capisca. Sono sulla poltrona della sala che c'è dopo l'entrata quando sento un :"È arrivato" da parte di Clara. Scatto in piedi talmente in fretta che cado per terra. Mi rialzo e corro trafelata verso l'entrata ad aspettare e prima ancora che il nonno possa bussare apro la porta ritrovandomi davanti un uomo sull'ottantina con le rughe appena appena pronunciate e un'espressione gioviale in viso. Con un sorriso radioso lo abbraccio felice. "Mi sei mancato tanto" gli dico sempre abbracciandolo. "Anche tu".

"Allora, cosa mi racconti?" mi chiede con aria di chi non ha avuto contatti con nessuno negli ultimi sei mesi, e lo sospetto seriamente. "Oh, niente di che, mi sono trasferita in una città che prima non conoscevo, devo scrivere una canzone per il Big One e sono in una scuola dove non conosco nessuno, inoltre credo che dei miei compagni mi reputano una snob o qualcosa del genere. E tu, cos'hai fatto in Brasile?"
"Nemmeno io ho fatto nulla di importante, il primo mese mi sono perso nella foresta amazzonica e sono stato aiutato da una tribù locale davvero molto cortese e disponibile. Poi sono andato alla ricerca del Lau - lau, o Piraìba, come preferisci, e non sai che impresa, gli ami sono stati quasi tutti consumati dai Piranha passeggeri. E ti dico che spezzare quegli ami è un'impresa quasi impossibile. Gli ultimi tre mesi mi sono regalato un po' di lusso e sono andato a Brasilia, volevo prolungare la mia residenza lì fino al carnevale di Rio de Janeiro, ma ho pensato che sarei tornato in un periodo un po' occupato per te, per il Big One intendo." racconta come se fosse una cosa da nulla. "Raccontami di come ti sei perso." chiedo. I suoi racconti mi hanno sempre affascinata, fin da quando ero piccola. Ho sempre amato e ammirato il suo coraggio e la sua curiosità che lo spingono a compiere le azioni anche più avventate e che lo portano sempre ad avere in serbo delle avventure fantastiche. Un po' lo invidio, anzi, lo invidio molto, ha la fortuna di poter fare quello che vuole senza dover avere paura del giudizio degli altri. Vivere le cose in prima persona e non saperle solo perché le hai lette in un libro. A volte davvero vorrei una vita più movimentata e avventurosa. "Allora, ero tranquillissimo sulla mia Jeep quando, non mi ricordo nemmeno perché,  ho dovuto abbassare il finestrino e quasi dal nulla una scimmia scoiattolo con cui avevo litigato ore prima mi ha rubato la mappa. Il mio senso dell'orientamento per qualche motivo mi ha abbandonato e mi sono ritrovato ancora più addentrato nella foresta. Oh, è stato terribilmente divertente."

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