Aveva in mano una bottiglia quasi vuota di Isola dei Nuraghi Shar, un vino bianco dal valore di duemila dollari, il suo preferito, preso dalla cantina di sue padre, e stava barcollando scompostamente in una strada buia di Los Angeles. non ricordava come o quando era finita lì, ma ricordava fin troppo bene perché. Inciampò sui tacchi e sogghignò, togliendoli: era stato davvero sciocco da parte sua mettere quelle scarpe, ma erano un bellissimo paio di Decolletè con Plateau Valentino, perciò ne valeva la pena.
"Guarda che bella bambola." Sentì qualcuno sghignazzare poco più lontano. "Hey Rick, guarda quella brunetta, non è uno schianto." Bene, aveva chiamato pure l'amico. Quando, però, si girò per guardare bene ebbe la spiacevole sorpresa i notare che non era solo uno l'amico.
"Hey, perchè non ti aggiungi a noi?" L'uomo che aveva parlato non doveva avere meno di trent'anni e aveva già una calvizie incipiente, mentre i restanti capelli erano un povero ciuffo color giallo paglia. Il naso spiccava, nettamente sproporzionato rispetto al resto del viso e aveva tutta l'aria di uno che aveva passato la giornata a puntare soldi che non aveva per giocare, mentre l'ex moglie si occupava dei figli che lui non poteva mantenere. Sapeva che non era il momento giusto per ridere, ma l'aspetto ridicolo dell'uomo e la quantità di alcol che aveva ingerito provocarono una forte risata. La combriccola fraintese la sua risata di scherno e avanzò con fare malizioso. Lei indietreggiò, sapendo però che anche se fosse stata in condizioni migliori, non sarebbe mai riuscita a scappare.
"Io dico che non ne ha voglia." Apparve un ragazzo castano, con i capelli scrupolosamente curati, uno sguardo duro e un'aria famigliare.
"Io invece dico che devi farti gli affari tuoi." Il probabile disoccupato erse con fare minaccioso, ma il ragazzo non sembrò minimamente turbato e tirò fuori un'arma luminescente dall'aria pericolosa.
"Io dico che è il momento di andare." Il gruppo di fanfaroni si allontanò in fretta con un borbottio generale, di cui lei colse un: "Non era necessario diventare violenti, stavamo solo scherzando." Il ragazzo si girò verso di lei con aria di rimprovero e lei lo riconobbe: era il ragazzo che Fred aveva recentemente assunto, definendolo un talento unico, non riusciva, però, a ricordare il suo nome.
"Non dovresti girare da sola in questo stato di notte, a Los Angeles poi..."
"Non ho bisogno della predica..."
"Max. E il mio era un consiglio da amico."
"Non siamo amici." Lui la osservò per un po' e il suo sguardo diventò compassionevole.
"Mi dispiace davvero per..."
"Già, dispiace a molti." Rispose lei acida, lui però non sembrò toccato dal suo tono. "Sono sicuro che era una brava persona." "Lo era." I suoi occhi iniziarono a pizzicare, irritandola. Era esattamente per quello che era uscita durante il funerale, aveva fatto irruzione nella cantina di suo padre e ora vagava ubriaca senza una meta di notte: non voleva piangere la morte della madre. Non voleva ricordarla, commemorarla o piangerla: avrebbe reso tutto brutalmente reale. Fece per portare il collo della bottiglia alla bocca, ma Max gliela tolse.
"Tuo padre è preoccupatissimo."
"E ha mandato te a cercarmi:" Ribatté amara. Ancora una volta lui ignorò il suo tono.
"Mar, io non so cosa stai provando, sarò onesto. Ma riducendoti così non risolverai il problema."
"Hai ragione, non lo sai. Non sai nulla." Non le avevano nemmeno permesso di vederla: dicevano che le sue condizioni l'avrebbero impressionata troppo. "Quindi non vuoi andare a casa?" Lei gli rivolse uno sguardo torvo irritata: perchè non se n'era ancora andato, gli aveva chiaramente fatto capire che la sua presenza lì non era ben accetta. "Allora useremo la tua tecnica: facciamo finta che non sia successo nulla, così magari dimentichiamo pure il dolore." Sapeva che non era la tecnica giusta pure se non ci si metteva lui con i suoi commenti fantastici, ma d'altronde: qual era il metodo giusto? Qual era il modo giusto di affrontare il dolore? Non c'era. Perciò ognuno andava avanti come meglio riusciva.
"Non ho bisogno del giudizio di una persona che se ne va in giro armato come se dovessero chiamarlo per andare in Vietnam da un momento all'altro."
"Ti potrei giudicare solo se non avessi difetti, ma ne ho fin troppi. Non voglio dirti cosa fare, voglio solo aiutarti a non distruggerti."
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Danger Team
FanfictionUna ragazza di nome Margaret Peirstry, cantante multimigliardaria, va ad abitare nella "tranquilla" cittadina di Swellview. Cosa succederà quando scoprirà di essere quello che non avrebbe mai voluto o pensato di essere?