Limite

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Era sabato: quel giorno si sarebbe esibita a Villa Muschiata per la festa di compleanno della figlia di un ricco ed influente imprenditore che aveva riempito Fred di soldi per farla esibire lì. Conosceva l'invitata: Sara Sala, figlio di Lapo Sala, era una ragazza che Mar non sopportava; viziata e senza scrupoli, del resto come qualunque persona che la circondasse.
Non sarebbe andata a scuola, il che non le dispiaceva. Non voleva vedere Henry e Charlotte dopo che l'avevano vista in quello stato, soprattutto non dopo che le aveva chiesto di essere 'solo amici'. Era presto perché diventassero qualcosa, ma lei aveva sperato che potessero durare fino a diventare qualcosa di importante. Ma aveva sperato troppo ed era finita per attaccarsi a una cosa che nemmeno era reale.
Voleva solo concentrarsi sullo spettacolo di quella sera e dare il massimo.
La domenica invece si sarebbe esibita a New York  al Madison Square Garden con Double G, quello era lo spettacolo importante: Fred aveva investito milioni tra l'allestimento e l'organizzazione ed un eventuale forfait gli sarebbe costato altrettanto in aggiunta al rimborso dei costi dei biglietti. Per questo capiva la sua irritabilità a riguardo.

Henry, invece non faceva che pensare a lei. Non si era sentito per niente sicuro a lasciarla da sola in quelle condizioni. Lei provava un forte senso di dovere nei confronti del suo lavoro, per questo metteva da parte i suoi bisogni pur di non deludere gli altri, e il suo manager se ne approfittava. Non si rendeva conto che quelle persone lavoravano per lei e non con lei, e lei aveva ogni diritto di prendersi una pausa se avesse voluto.
Aveva detto che sua madre era morta un anno prima, ma lui non ricordava che lei avesse preso nessuna pausa musicale per il lutto: era stata costretta a lavorare anche dopo la morte della madre? Sarebbe stato orribile, ma non l'avrebbe stupito. Ma suo padre invece? Lei non gliene aveva mai parlato, eppure doveva esserci e perché non faceva nulla? Guardava sua figlia soffrire a quel modo senza interesse? Gli faceva davvero molta rabbia il solo pensiero, nonostante la faccenda non lo toccare personalmente.
Non sapeva perché, ma voleva proteggerla da tutto e da tutti a ogni costo e sentiva che doveva proteggerla soprattutto dal suo manager: era talmente assetato di denaro che trascurava la salute di Mar, e questo lo faceva infuriare. Avrebbe voluto scriverle per chiederle se stesse bene e per rassicurarla, ma non aveva il suo numero, per motivi di sicurezza, aveva detto, posso darlo esclusivamente a persone davvero strette, e questo naturalmente lo escludeva.
Il suono del suo telefono lo svegliò dai suoi rimugini: era ora di andare al lavoro. Si alzò confortato dal fatto che fosse sabato e se avesse avuto fortuna e non ci fossero state missioni per quel giorno avrebbero passato il pomeriggio a divertirsi al Junk&Stuff.
Quando però arrivò al lavoro ogni sua speranza venne distrutta da una chinata di allarme da parte del vicesindaco. Dovette gonfiare alla svelta un palloncino prima di permettere a Ray di rispondere. Il vicesindaco, alterato dalla febbre inglese dal suo ultimo viaggio, li incaricò di catturare il capo della mala Lapo Sala Capo Mala. Chiusero la chiamata e stava cercando di chiarire al suo capo il fatto che non avessero la licenza di uccidere quando Shwoz lo colpì con un dardo al sonnifero, facendolo addormentare.
Quando si svegliò, alquanto irritato, Jasper, Ray e Shwoz gli mostrarono i gadget per quella missione e, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, erano davvero utili. Charlotte consegnò a lui e al suo capo delle gomme fatte apposta per l'occasione. Erano abiti formali per la festa di compleanno di sedici anni della figlia del capo della mala, magari dopotutto si sarebbe divertito.

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