Capitolo 1

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Finalmente.

Finalmente, dopo due fottuti anni passati a marcire in quella gabbia di pazzi alcolizzati,sono di nuovo libera.

Sul fondo del vialetto imbiancato di neve, scorgo un uomo e una donna.Ah, si, i miei genitori, con una finta espressione di gioia e sollievo mi stanno aspettando per ritornare a casa insieme dopo tanto tempo.

Avanti,non crederanno di ingannarmi con quei sorrisi?

"Oh, tesoro, sono così felice che tu sia guarita, non immagini neanche quanto tu ci sia mancata, sarà così bello riaverti a casa"dice mia madre.

Non immagini neanche quanto tu ci sia mancata? In due anni di questo inferno quante volte mi saranno venuti a trovare? Cinque, al massimo sei, per lasciarmi qualche stupido regalo di Natale o per il mio compleanno.

Poi, sarà così bello riaverti a casa, la cazzata più grande che potessi mai ascoltare.Quante volte avrò urlato loro di non osare rinchiudermi in un cazzo di centro di recupero per alcolizzati,e poi loro fanno esattamente questo?

E' meglio non cominciare ad urlare già da adesso,sono sicura che le grida non mancheranno nei prossimi giorni.

"Certo mamma,anche io sono felice di ritornare a casa con te e papà,non immaginate da quanto desidero questo momento." Rispondo a mia madre. Ho cercato di dirlo nel modo più dolce e convincente possibile, ma a dirla tutta sembra una gara a chi recita peggio.

Papà mi rivolge uno sguardo preoccupato, mamma anche.Vi prego, almeno fate finta di crederci così ritorniamo a casa.

"Silvia, la verità, stai bene?"chiede papà.

Ho così tanta voglia di urlare loro che sarei stata molto meglio se non mi avrebbero spedito in quel cazzo di centro pieno di alcolizzati, drogati e autolesionisti, che tutte le cazzate che facevo quando avevo 16 anni, erano solo per attirare la loro attenzione, per avere un briciolo di preoccupazioni, o anche solo per un abbraccio o una piccola rassicurazione di cui ogni ragazza di 16 anni può aver bisogno.Voglio urlare loro che non sono mai stata io il problema, che non c'era niente da cui dovevo guarire, che non ero io a dover cambiare, anzi, erano loro che avrebbero dovuto aprire gli occhi e prendersi cura di me. Di sicuro, adesso non saremmo in questa situazione se provassero almeno un briciolo di interesse nei miei confronti.

"Certo, sto bene papà" mi limito a dire "ora andiamo a casa?"

Papà annuisce distrattamente, mamma inizia a salire in auto senza rivolgermi un altro sguardo.

Bene, fottutamente bene.Non li vedo da quelli che saranno circa sei mesi e non mi hanno neanche concesso un abbraccio.Solo uno stupidissimo e falso"siamo felici di riaverti a casa"e"ci sei mancata". Certo, sprizzate gioia da tutti i pori. Scommetto tutta la vodka del mondo che questa sera anzichè rimanere a casa con me per passare, dopo quelli che saranno secoli, un momento di felicità insieme, useranno una delle solite scuse per lasciarmi sola.Già me li immagino seduti con i loro amichetti snob in qualche locale, come dicono loro, "sofisticato e di classe" a discutere di argomenti che ovviamente i ragazzi come me "non potrebbero mai comprendere". Si ricomincia con la solita storia.Forza Silv, questa volta non lascerai affogare le frustazioni nell'alcol. Non lascerai che accada ancora.

Murder House || Harry Styles #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora