Capitolo 8

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Al primo impatto sento una sensazione di gelo che mi trafigge la pelle, ma, dopo qualche secondo, mi ritrovo inspiegabilmente sdraiata sul bordo del lago, senza neanche i vestiti bagnati. Ma subito noto che sotto il mio corpo non c'è il terriccio umido e marrone su cui mi sono accovacciata molte volte; sono distesa su in immenso tappeto di incantevoli foglie viola con venature rosse, grandi quanto il palmo della mia mano. Ma quando alzo lo sguardo, arriva la vera meraviglia. Non ci sono più gli alberi tipici della foresta a me tanto familiare, alti con una gran fogliame verde. Qui ci sono alberi elevati il doppio, se non il triplo, ma la cosa più strana è che hanno il tronco azzurro come il cielo sereno in estate. La loro chioma non è molto fitta, e i rami sono rivolti verso il basso, quasi come un salice piangente e le foglie legate ad essi, sono le stesse che posso ammirare giacenti a terra. Di fronte a me c'è sempre il laghetto, stessa forma, stessa grandezza ma è di uno colore rossastro, con delle rose blu che galleggiano sulla superficie. Sulla sponda opposta vedo una casa, molto probabilmente abbandonata da anni per il suo aspetto decadente e rovinato, circondata da un maestoso cancello di ferro con al centro una grande lettera "S". All'interno del cancello posso vedere che la coltre viola si interrompe per lasciare spazio a una distesa di foglie grigie. E gli alberi, non sono magici e colorati come quelli che mi circondano. Sono molto più robusti, hanno un tronco nero come la pece e pochi rami si tendono ritti a squarciare il cielo carico di nuvole grigie e nere, privi di qualunque chioma. Ho come la sensazione di trovarmi in un posto incantato, fiabesco e unico nel suo genere, ma sento che queste emozioni non le potrei provare se fossi all'interno di quel cancello, che racchiude quell'inquietante casa a due piani che sembra poter crollare da un momento all'altro. Sembra che tutta la tristezza e la malinconia siano state imprigionate all'interno di quelle sbarre. Voglio andarmene di qui. Anche se questo ambiente è a dir poco quel che ho sempre sognato vivere, quella casa mi da troppa angoscia e ho una bruttissima sensazione riguardo ad essa. Ma c'è anche quella piccola e insana parte di me che mi spinge a inoltrarmi oltre il cancello per vedere quale mistero si annida dentro quell'abitazione così lugubre.

Ma un altro panico mi assale.

Come farò a ritornare indietro? Harry mi starà cercando o sarà corso come un idiota a chiedere aiuto ai miei genitori?

Devo andarmene di qui e alla svelta, così penso da dove sono arrivata. Ma certo, il lago.

Incerta, metto una mano dentro, e sento la familiare sensazione di acqua congelata ma quando la tiro fuori, è ricoperta da una polverina rossa a tratti brillante. Così osservo i miei vestiti,che sono assolutamente bagnati e neanche ricoperti di polvere rossa luccicante. Spero che non sia un'illusione della mia mente, spero di non essere diventata completamente pazza. Mi sporgo verso il lago titubante, sperando che una volta dentro possa ritornare di nuovo a casa al sicuro.

Murder House || Harry Styles #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora