Capitolo 11

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Harry prende uno dei grandi sassi che si trovano vicino agli alti alberi spogli e lo scaglia contro una delle tante finestre del piano terra, creando un buco grande quanto basta per passarci.

"Vedi, bastava ingegnarsi un po'per trovare un modo semplice ed entrare!" mi spiega il professor Harry.

"Certo, sicuramente se questa casa ha un proprietario, non si accorgerà mai che qualcuno si è intrufolato in casa sua!" ribatto un po'arrabbiata per il danno che ha fatto Harry, anche se sono abbastanza sicura che questa casa sia stata totalmente abbandonata anni fa.

"Dai, entra e non fare polemiche" sbuffa lui.

Mi avvicino alla finestra, poggio il piede sul suo bordo e scavalco, stando attenta agli appuntiti spuntoni di vetro che non si sono rotti. Harry mi è subito a fianco. La casa all'interno è molto grande e abbastanza buia, ma riesco a capire che siamo in quello che doveva essere il soggiorno o almeno la stanza principale. Al centro c'è un grande tappeto, immagino traboccante di polvere e ai lati di esso due eleganti poltrone. Dietro al tappeto c'è un caminetto e ai lati del grande ingresso ci sono due scale che portano a due corridoi diversi, ma che sono collegati da uno molto lungo. Mi ricorda quasi quei palazzi reali che ho visitato in Europa, con le due lunghe scalinate da cui scendevano il re e la regina per poi riunirsi e dar il via ai balli di corte. Già, quasi. Peccato che qui sia tutto marcio e decadente. Prima di ciascuna scalinata ci sono due porte semi-aperte.

"Vediamo cosa c'è dentro" bisbiglia Harry, mentre comincia ad avviarsi verso destra. Quando apriamo la porta, ci ritroviamo davanti ad una stanza molto più piccola rispetto al soggiorno-ingresso, ma comunque abbastanza spaziosa. A sinistra c'è un lungo bancone ricoperto da uno spesso strato di polvere e attaccati alla parete, ci sono dei mobiletti che rivelano delle vecchie stoviglie arrugginite. A destra c'è un tavolo tarlato, con delle ragnatele lungo le sue gambe e quattro sedie disposte intorno. Doveva essere una cucina. Usciamo e andiamo a vedere cosa c'è nell'altra porta. Ci sono varie grucce con appesi dei vecchi cappotti e alcuni abiti che ricordano lo stile di fine ottocento-inizio novecento e alcune scarpe, certe sono da uomo ed eleganti e c'è anche un piccolissimo paio di ballerine rosa. Un armadio.

"Che ne dici di andare anche a vedere di sopra e poi ce ne andiamo?" sussurra Harry.

"Ma, sono vecchissime,sicuro che non cederanno sotto il nostro peso?" domando titubante.

"Certo, sono vecchie, ma sono abbastanza sicuro che resisteranno."

Così ci avviciniamo alle scale e cominciamo a salire. La legna comincia a scricchiolare rumorosamente e d'istinto afferro il braccio di Harry per sentirmi più stabile e sicura.

"Tranquilla, lo vedi che non è crollato nulla?" mi rassicura.

Dopo qualche secondo di ansia, arriviamo alla porta aperta che conduce al corridoio di sinistra. E' abbastanza lungo, con alcune tegole di legno mancanti e le pareti sono ricoperte da chiazze scure. Ci sono tre stanze. Proprio quando mi avvio verso la prima sulla mia sinistra, sento il rumore di una porta che sbatte proveniente dal corridoio di fronte. Mi giro di scatto e percorro il lungo corridoio che si affaccia sul soggiorno, per arrivare nella zona da dove proveniva il rumore. Apro l'unica porta chiusa e mi ritrovo in una stanzetta che un tempo sarebbe stata davvero graziosa per una bimba di sei anni. Alla mia destra c'è un letto in legno con dei residui di vernice rosa,ma stranamente il materasso e la coperta sembrano stati gettati violentemente sul pavimento. Entro nella stanza e mi avvicino al piccolo mobile posizionato vicino al letto, su cui sono poggiate delle foto in bianco nero. Le prendo e mi avvicino alla finestra per vedere l'immagine. C'è un gruppo di bambine sedute proprio sul letto di quella camera. Il loro viso non si può vedere, è ricoperto da una chiazza scura, tranne una di loro. Questa bambina doveva avere qualche problema, non ha un occhio, il naso si trova sulla guancia e alle sue manine mancano alcune dita. Malformazione, penso. Ma mi domando perchè il viso di tutte, tranne quello di lei, sia stato cancellato. Decido di ritornare nell'altro corridoio per mostrare queste foto ad Harry. Ma appena alzo la testa, una figura molto magra e esile sospesa in aria, con lo stesso volto della bambina deformata, mi spinge con forza innaturale fuori dalla finestra facendo frantumare il vetro in tanti piccole schegge fluttuanti nel cielo plumbeo, che si spegne all'improvviso quando sbatto contro il terreno.

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Murder House || Harry Styles #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora