Capitolo 33

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«Cosa intendi con questo? Cosa dice il libro?» Trovo la forza di chiederle, preferisco sapere subito a cosa stiamo andando incontro e provare a prepararci, piuttosto che continuare a brancolare nell'ignoranza.

«La stella sul tuo viso è una chiave in grado di aprire dimensioni vuote, la fata ha comunicato con te in questo modo per impedire a chiunque altro di sentire la sua richiesta d'aiuto. Credevamo che questi tipi di mondi fossero soltanto una leggenda, ma la tua è una conferma che tutto ciò sia reale, altrimenti non ci sarebbe una seconda spiegazione e saremmo al punto di partenza.»

Guardo Harry che fissa Iris che a sua volta saetta il suo sguardo fra me e lui, aspettandosi che ora nelle nostri menti ci sia chiarezza, ho solo capito che la stella è una chiave, ma non mi è chiaro a dove dovrebbe condurre per nascondersi da chi. Probabilmente Iris nota il nostro disorientamento e gira il libro verso di noi, mostrandoci i disegni che qualche momento fa stava analizzando. Poso i polpastrelli sulla sottile pagina stropicciata, sembra carta velina sotto il mio tocco. Accanto al disegno della stella nera, c'è un paragrafo scritto in una piccola grafia di una lingua che non conosco, fatta di simboli e strane linee che non sembrano neanche orientali.

«I defunti sono in grado di comunicare con noi attraverso vari mezzi, uno è quello della sculptura corporis. Qualcosa potrebbe turbare l'anima durante la sua nuova vita e cercare di impedire che essa contatti qualunque persona in vita che possa aiutarla a risolvere faccende in sospeso. In questo caso al defunto non resta che incidere una chiave sul prescelto in modo da poter entrare in una dimensione vuota e comunicare con lui senza alcun tipo di interferenza, visto che questa tipologia di mondo permette di essere accessibile solo ai morti che hanno creato il sigillo sul corpo del vivente. Il dannato dovrà avere la forza di manifestarsi materialmente per poter aprire la chiave, la persona non potrà uscire dalla dimensione finchè il morto non decida di liberarla.» Iris scorre il dito sotto ogni frase mentre traduce, e i pezzi iniziano ad incastrarsi e a combaciare, anche se mancano alcuni dettagli per avere un quadro completo della situazione.

«Chi dovrebbe mettere in difficoltà le fate, per quale ragione?» Harry ha un'espressione corrucciata mentre fissa le pagine del libro, come se la risposta fosse in mezzo a quelle righe di cui non comprendiamo il significato.

«Il Diavolo, Harry. Lui è in grado di possedere tutti in ogni mondo, di controllare, di osservare e spiare per poi colpire ovunque desideri, tranne che in una dimensione vuota. É per questo che vi hanno chiesto aiuto in questo modo, era l'unica soluzione, probabilmente Satana l'avrà previsto e ha tentato di assassinarti per mezzo della fata, in modo che voi cascaste nella sua trappola. Avreste creduto che le fate volessero la loro vendetta, quando è lui a decidere ogni movimento senza che loro possano ribellarsi. Potrebbe sembrare una cosa positiva che le fate non vogliano la vendetta, ma vi garantisco che sarebbe stato meglio per voi. Per salvare la vostra vita non dovrete combattere contro i miei simili, dovrete confrontarvi con Lui in persona. Il Diavolo non si sconfigge attraverso un semplice esorcismo, bisogna affrontarlo in modo diretto, o non vi renderete mai veramente liberi.» Il ragionamento di Iris non fa una piega e purtroppo non possiamo fare altro che dirigerci al macello, combattendo per tenere stretto quello che ci appartiene, la nostra anima, anche se non so quali armi potremmo usare contro il Re degli Inferi. Ho sempre incoraggiato Harry, ho detto che ce l'avremmo fatta, che ci saremmo protetti a vicenda, ma in questo momento non credo di poter vincere, non si tratta di alcuni morti venuti a prendersi la propria rivincita sul genere umano. Prendo la mano di Harry e porto il suo dorso sul mio viso per nascondermi, non voglio che mi veda sul punto di crollare. Si inginocchia davanti a me e stringe le mie mani ancora più forte, mi guarda afflitto, ma riesce lo stesso a rivolgermi un accenno di sorriso.

«Te lo ricordi quando poco tempo fa i ruoli erano opposti? Sei tu che mi hai guidato, mi hai insegnato a credere che ci saremmo salvati, che le nostre forze ci avrebbero resi liberi da tutto. So che questo è vero, sei in grado di combattere, o non saresti stata in grado di riportarmi qui con te. Non sarà indolore, ma ci guadagneremo il nostro futuro, non possiamo fermarci qui.» Harry lascia la mia mano e mi infonde sicurezza appena mi tocca, è come se il nostro contatto mi facesse sentire protetta.

«Silvia, non siete soli. Quando tutto stava per finire, Harry era steso sul pavimento in una pozza di sangue, i demoni tentavano di trascinarti nei loro abissi, una luce vi ha salvato e appena il tuo volto è stato illuminato hai avuto speranza. É un altro potere che i morti hanno, possono custodirti se lo vogliono, le fate vi aiuteranno, qualsiasi prezzo siano costrette a pagare. Siete gli unici che potranno sopravvivere, ma nessuno vi abbandonerà.»

Murder House || Harry Styles #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora