Capitolo 4

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Quel ragazzo mi ricorda inevitabilmente me e mi riempe di tristezza e dolore il pensiero che qualcuno stia vivendo ciò che ho passato io.

Vorrei avvicinarmi per chiedermi cosa c'è che non va o se posso aiutarlo, perchè quando ero in quella situazione desideravo più di ogni altra cosa al mondo una mano che si poggiasse sulla mia spalla, dicendomi che avrei potuto contare su di lei.

Così mi faccio coraggio, lentamente mi avvicino al ragazzo e mi rannicchio accanto a lui. Quando nota il mio riflesso nell'acqua vicino al suo, alza il capo e mi rivolge uno sguardo confuso, ma vedo che un piccolo sorriso sta per spuntare sulle sue labbra. Nonostante i suoi occhi siano pieni di lacrime e sofferenza, rimangono i più belli che abbia mai visto; mi ricordano il verde chiaro e allo stesso tempo brillante degli alberi in primavera quando sono colpiti dalla luce del Sole.

Mi domando come mai un ragazzo così bello sprechi il suo tempo in questa foresta a piangere, come un disperato, come me. Non dovrebbe essere il tipico popolare circondato da ragazze a tutte le ore del giorno e soprattutto della notte?

Potrei rimanere a fissarlo per ore, cercando di indovinare la ragione di tutte queste lacrime, ma non volendo continuare a fare la figura dell'idiota imbambolata, mi decido a chiedergli il suo nome.

"Harry" risponde flebilmente "tu?"

"Silvia.""Harry,non ti ho mai visto a Boulder o dintorni, sei nuovo?"

"Sono qui da un anno e mezzo. Piuttosto, che ci fai tu in questa sperduta foresta del Montana?" mi chiede leggermente divertito.

"Io qui ci sono nata, conosco questa foresta come il palmo della mia mano per tutte le volte che sono scappata qui, ma diciamo che negli ultimi due anni...me ne sono dovuta andare..." cavolo,non pensavo che fosse difficile parlarne. Vorrei riuscire a raccontare quel che mi è successo senza emozioni, senza provare dolore, ma a quanto pare sarà dura, visto che ho come il presentimento di scoppiare a piangere da un momento all'altro.

"Perchè te ne sei andata? Qui è meraviglioso, è la cosa più bella del mondo aprire la porta di casa e poter correre qui, senza che nessuno sappia dove tu sia, senza nessuno che da te pretende l'impossibile, senza problemi, quasi fuori dal mondo..." sospira Harry, con tanta malinconia nei suoi occhi.

Se solo sapesse che mi sono opposta con tutte le mie forze per restare qui e per non farmi rinchiudere in gabbia...ma mi è sembrato che con quelle parole volesse raccontare più di quanto abbia detto.

"A te cosa è successo?"chiedo all'improvviso.

Harry spalanca gli occhi, spero solo di non avergli fatto una domanda troppo invasiva o che faccia riaprire ferite chiuse faticosamente col passare del tempo.

Si guarda intorno, come se la risposta fosse scritta sul Sole che sta per tramontare, poi sospira e mentre riabbassa lo sguardo, tira su la manica del suo giubbotto e riesco a vedere tanti segni di tagli, anche se non sono molti evidenti. Forse si staranno cicatrizzando, lo spero almeno.

"Da poco non è più una dipendenza" dice improvvisamente Harry. "prima mi sembrava l'unica soluzione,ma poi ho scoperto che non serve a un cazzo di niente e che tutto il dolore fisico e mentale che mi sono autoinflitto, era per persone che di me se ne fregavano altamente."

Mi sto commuovendo nel sentire queste parole, sembra un passato disastrato come il mio e ammiro come racconti tutto ciò senza che la sua voce si pieghi e senza ricominciare a piangere. Ma posso farlo anche io, mi ha svelato il suo piccolo segreto, è giusto adesso che racconti il mio.

"Sai Harry, ti capisco più di quanto tu possa immaginare, pensa che io giusto oggi sono uscita da un centro di recupero per alcolizzati. Anche io ho passato l'inferno per cercare di attirare l'attenzione di chi più amo al mondo, i miei genitori, ma ero così testarda, e ci sono voluti addirittura due anni prima di riuscire a capire che questo sentimento non sarebbe mai stato ricambiato. Però, è così difficile cercare di nascondere tutto dietro ad una maschera di indifferenza quando dentro hai una bomba ad orologeria che sta per esplodere!"

Wow, non ci posso credere, ci sono riuscita. Dopo tanto tempo sono stata in grado di confidarmi con qualcuno, che per di più conosco solo da pochi minuti. Ma è come se sentissi di conscierlo da più tempo. Riesco quasi a percepire nell'aria fredda e invernale lo stesso dolore che abbiamo dovuto affrontare, ma che adesso proviamo a lasciarci indietro.

Harry mi fissa, sul suo sguardo c'è un espressione di stupore. "Sei stata...tu sei stata in un centro?Dove?"

"Non lo so esattamente e non lo voglio neanche sapere, credo a due ore da qui. Non mi avvicinerò mai più a quel posto" rispondo con convinzione e rabbia.

"Anche io sono stato in una clinica, per circa un anno. Dio, lì ho passato l'inferno, nonostante abbia capito che quello che facevo peggiorava la situazione e basta" bisbiglia Harry "ma non era qui, era nel Minnesota, ovviamente per i miei genitori fu uno scandalo. Avere un figlio autolesionista, che vergogna. Sicuramente non avrebbe mai concluso niente nella vita. Ricordo che ascoltai questa conversazione mentre discutevano su quale sarebbe stato il centro più lontano dove spedirmi. Fa ancora male il suono duro di queste parole." dice Harry.

I suoi genitori mi ricordano vagamente i miei.

"Ho perso tutti i miei amici dopo questo, uscii dal centro senza trovarmi più nessuno al mio fianco. Tutti mi consideravano ormai quello diverso, che portava solo guai. I miei genitori non furono diversi, anzi, furono i primi che a guardare come erano ridotte le mie braccia, storcevano la bocca disgustati, e mi hanno spedito qui, a vivere da solo." Conclude il ragazzo pieno di rancore di fronte a me.

"E i tuoi genitori dove sono adesso?" azzardo a chiedere.

"A divertirsi a Miami fra party snob e hotel a cinque stelle, ovviamente. Ma sai che ti dico Silvia, è stata la cosa migliore allontanarsi da tutta quella merda che mi circondava. Qui è molto meglio, niente ti può giudicare, nessuno sa del tuo passato...bhe escludendo te adesso" dice imbarazzato.

"Non preoccuparti, so mantenere un segreto e non sarò mai disgustata dalle cicatrici che porti sulle braccia e nel cuore, sono le stesse che ho io nella mente, quelle che mi ha causato l'alcol"dico sospirando.

"Grazie, sono felice. Dopo tanto tempo,i l mio primo momento di gioia. E' stato davvero liberatorio poterne parlare con qualcuno che mostra interesse per te, anche se questo qualcuno è una ragazza che hai incontrato nella foresta per caso da appena un'ora,"

Anche io sono contenta di averlo trovato, e il gran sorriso che ho stampato in faccia ne è la prova.

Finalmente anche Harry mi regala un suo sorriso, o meglio, un suo splendido sorriso con tanto di fossette e rimaniamo a guardare il Sole che sparisce dietro l'orizzonte

Murder House || Harry Styles #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora