Fino a qualche secondo fa stavo tranquillamente dormendo, ma ovviamente l'urlo stridulo di mia madre mi ha appena dolcemente svegliato, annunciando che sarebbero usciti e di non aspettarli per cena. Ovviamente. Sapete, è più probabile che l'uomo scopra i confini dell'universo e li superi, piuttosto che io riceva un po' d'attenzione da mamma e papà. Dopotutto sono uscita da qualche ora da un centro di recupero dopo 2 anni, non ho mica bisogno dell'affetto dei dei miei genitori. Anzi, non posso permettermi di averne bisogno.
"Comunque, stiamo chiudendo a chiave la porta, sia quella principale che quella sul retro, quindi non provare neanche a scappare per andare a sbronzarti da qualche parte!" urla papà.
Fidati caro, ho già promesso a me stessa che non mi danneggerò più per colpa vostra, ma chiudermi in casa non è proprio giusto, ho bisogno di ritornare nella mia foresta, non posso stare chiusa qui, o impazzirò. Ma non ho neanche il tempo di ribattere che sento già il tonfo della porta che viene sbattuta e sigillata.
Magnifico,devo restare tutto il pomeriggio e la sera chiusa in gabbia come un ani...la finestra! Basta uscire dalla finestra, come ho fatto a non pensarci prima? Mentre scendo frettolosamente le scale per andare al piano terra, penso a quanto il mio cervello si sia arrugginito durante questi due anni. Bene, è ora di cominciare a svegliarsi.
Apro la finestra del soggiorno e la scavalco con fin troppa facilità; un giochetto elementare. Appena poggio il piede sulla neve che piano piano si sta per sciogliere, sento subito una scarica di felicità in tutto il mio corpo: nessun dottore o psicologo che mi controlla. Posso fare quello che voglio. Così, in preda all'euforia, comincio a correre verso gli alberi innevati e mi addentro nella foresta.
Continuo a correre, fino a quando non arrivo nel posto a me più caro e familiare fra tutto questo verde: il lago. Inevitabilmente un mare di ricordi mi sommerge: tutte le volte che scappavo venivo esattamente qui, mi rannicchiavo sul bordo del lago e...piangevo. Restavo a fissare il mio riflesso nell'acqua, il riflesso di una ragazza sola e a pezzi, mentre le lacrime che cadevano, formavano dei cerchi concentrici che si allargavano fino a scomparire, alterando la mia immagine. Piangevo fino a quando non c'erano più lacrime da versare.
Immergo le mani nell'acqua fredda e limpida e mi rinfresco il viso, nel tentativo di scacciare via i dolorosi ricordi, quando mi sembra di sentire proprio qualcuno che singhiozza e piange. Sono sicura di non essermelo immaginato e effettivamente a qualche metro da me,noto un ragazzo rannicchiato sul bordo del lago, in lacrime.
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Murder House || Harry Styles #Wattys2016
FanfictionNessuno dei due ragazzi aveva immaginato che l'intrusione in quell'antica dimora li avrebbe condotti nelle vie più oscure che avessero mai dovuto affrontare, nonostante la vita fosse già stata dura con loro. Dovranno affrontare il Male insieme, ma i...