Capitolo 21

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Dopo poco ci ritroviamo stesi una sopra l'altro, io mantengo ancora gli occhi chiusi, non volendo vedere se siamo riusciti ad andarcene di lì o no. Continuo a stringere Harry, sperando che sia lui a darmi buone notizie sul posto in cui ci troviamo.

«Silvia per quale motivo l'hai fatto? Dovevo sistemare io le cose, e anche alla svelta, invece tu mi riporti qui! Ma che ti salta in mente? Hai idea di cosa potrebbe accaderti se non metto subito le cose al loro posto?» urla Harry dopo essersi velocemente alzato da terra. Quasi non mi accorgo di ció che mi urla contro, talmente sono sollevata dal fatto di non vedere più nessuna casa inquietante e uno strano laghetto dalla polvere rossa.

«Harry come vuoi che te lo dica?Non ti lasceró mai andare da solo in quella casa. Te lo ripeto per l'ultima volta, io non ti lascio da solo, per quanto anche io abbia paura di quei demoni, so che potró contare su di te e tu farai lo stesso. Da soli avremmo ancora meno probabilità di risolvere il problema, mentre ti garantisco che insieme ce la faremo e potremo vivere la nostra vita serenamente una volta per tutte!» gli spiego disperata mettendomi in piedi. Sono davvero felice di vedere che si preoccupa per me e che vuole solo proteggermi, ma seriamente, non è cosa da poco, si tratta delle nostre vite che sono state messe in pericolo, voglio e devo partecipare. Harry è afflitto ma si è reso conto che non potrebbe mai salvare entrambi con le sue uniche forze.

«Grazie.» sussurra.

«Per cosa?»

«Per non lasciarmi da solo in questo casino che ho creato.» «Sai, in fondo in fondo speravo che mi avresti convinto a non lasciarmi andare, ma mettiti nei miei panni, è difficile accettare per me il fatto che ti abbia messo in pericolo.» confessa un po'imbarazzato guardando verso il basso. Sorrido a sentire quelle parole dette in modo così timido e innocente, così mi riavvicino piano piano a lui, gli circondo le ampie spalle con le braccia e mi metto in punta di piedi per lasciargli un bacio sulla guancia. Anche lui mi stringe e mi solleva un po'da terra infilando la testa nell'incavo del mio collo e facendomi il solletico.

«Dai, smettila» ridacchio mentre continua, desiderando che in realtà continui «guarda, ormai si è fatto quasi buio e stiamo qui dalla mattina! Che diranno i miei genitori? Non li vedo dalla litigata di ieri sera, penseranno che si andata ad ubriacarmi da qualche parte. Presto, devo tornare a casa se no saranno guai grossi per me.»

Lo prendo per mano e comincio a correre verso casa, il più veloce che posso visto che sono sfinita. Mentre corro, vedo alcuni pezzi di carta attaccati agli alberi, così rallento un po'per prenderne uno.
Il mio cuore comincia a battere ancora più forte quando vedo una mia foto di circa due anni fa con scritto sopra «scomparsa ragazza di 18 anni con problemi di alcoolismo, se la ritrovate si prega di telefonare ai numeri indicati sotto la foto»

«Cazzo, questi sono i numeri di mamma e papà, mio Dio, mi uccideranno...» bisbiglio freneticamente in preda all'ansia.

«Ehi, calmati, saranno arrabbiati, ma almeno non ti vedranno arrivare a casa barcollando o con qualche vestito in meno» cerca di tranquillizzarmi Harry, ma con scarsi risultati.

«Basta che ora vada dritta a casa, anche se non so come faró a reggere questa discussione. Ma perchè tutto oggi mi domando, cosa ho fatto di male?» dico faticosamente mentre continuo a correre. Non so se dire per fortuna o per sfortuna, vedo il giardino di casa mia. Mi blocco subito,terrorizzata da cosa mi aspetta.

«Buona fortuna, appena puoi vieni a casa mia.» mi dice Harry dandomi un ultimo abbraccio.

«Certo, quando troveró un modo per uscire scapperó subito.»

Harry mi guarda con compassione, mentre mi decido ad avvicinarmi alla porta. Chiudo gli occhi e tengo stretti i denti, busso tre volte e aspetto che qualcuno cominci a scendere rumorosamente dalla scale come un uragano.

Murder House || Harry Styles #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora