Alberto
Ormai è pomeriggio. Decido di prendere delle misure per mettere il pianoforte che ho a casa, per renderlo anche di Giordy. Prendo il metro dal cassetto e inizio a prendere le misure, dopo un po'.
G-che fai?
Mi alzo e mi volto verso di lei e mi porge un bicchiere di succo.
A-volevo prendere un po di misure!
Dico prendendo il bicchiere
G-questo l'avevo capito! Perché?
A-volevo posizionare il mio pianoforte e farlo diventare nostro!
Dico prima di bere un sorso
G-dubito vivamente ci entri! Quando sono arrivata in questa casa ero minorenne, avevo 17 anni e ho iniziato a lavoricchiare per un tetto per una persona con poche esigenze, ma ora che sono cresciuta e che ormai si può dire che conviviamo forse è meglio trovare un altra casa! Considera che abbiamo soldi a sufficienza visto "amici"!
A-sicura che vuoi cambiare casa solo perché ora siamo in due?
G-ti stai dimenticando dei nostri futuri bambini! E poi...!
Mi prende per mano e mi porta in soggiorno facendomi sedere sul divano, va a posare i bicchieri e si siede al mio fianco.
G-...tu lo sapevi che la casa non è completamente mia?
A-in che senso?
G-beh essendo minorenne anche i miei genitori hanno dovuto firmare il contratto, quindi una parte di casa è intestata a loro e non posso chiedere la revoca della firma!
A-perché?
G-papà!
Dice appena
A-ei, guardami!
Le prendo il viso tra le mani.
A-vado a parlarci io!
G-scordatelo!
Si alza dal divano e va in cucina. La raggiungo
A-Giordy, perché non provi a dare una seconda possibilità a tuo padre?
G-perché mi ha distrutta, mi ha fatta a pezzi! Non si è mai comportato da padre e va a dire in giro che mi piace fare la vittima, si vanta dell'unica volta in cui mi ha dato un ceffone quando a 12 anni ho iniziato a fumare, non mi ha mai sostenuta!
Mentre parla noto che inizia ad avere il fiatone e inizia a piangere. La abbraccio stringendola forte a me.
A-so che ti ha fatto tanto male, ma Giò non credi che provare a perdonarlo possa anche far star meglio anche te? Provare a pronunciare la parola papà con sorriso, a non piangere quando i nostri bambini mi chiameranno papà!
G-scemo! Lo sai che piangerò quando i nostri figli ti chiameranno papà! Sorriderei perché il mio sogno si sarà realizzato!
Dice ridendo appena e asciugandosi le lacrime
A-non voglio farti pressione, quando vuoi andiamo da tuo padre a parlare, mi presenti e vediamo cosa di può fare mh?
G-va bene!
Mi abbraccia.
G-grazie di aiutarmi a ricucire questa ferita!
A-cuore mio, voglio solo renderti felice!
Dico stringendola più forte a me. Forse troppo forte perché sento una fitta e mi stacco subito
G-che hai fatto? Ho fatto qualcosa io?
A-no, sono io, un altra fitta!
G-andiamo a fare una passeggiata?
Dice facendomi una lieve accarezza
A-per me va benissimo!
La prendo per mano, prendo le chiavi di casa ed usciamo. Arrivati al parco lei si dirige decisa al ponte. Poggia le mani sulla ringhiera e abbassa la testa. Mi avvicino lentamente e la abbraccia da dietro. Non mi interessa se ci possono vedere
A-cosa c'è?
Dico mentre inizio a baciarle il suo meraviglioso collo
G-ho bisogno di sapere che inizierai presto con la cura!
A-Giò...!
G-niente Giò, ne avevamo già parlato! Albe ho bisogno di rimettere in ordine la mia vita prima di scombussolarla con l'incontro con papà!
Dice girandosi verso di me. Gli lascio un bacio sul naso
A-ho paura!
G-di cosa?!
Mi prende il viso tra le mani e me lo accarezza delicatamente
A-degli effetti della cura!
G-ti prometto che verrò anch'io!
A-la prima volta!
G-sempre, fino all'ultima seduta!
Fa scendere le mani, una la ferma sul mio petto, con l'altra lo prende per mano. Le emozioni che provo con lei sono indescrivibili.
A-non voglio stare solo, ho paura che possa arrivare un attacco improvviso, so come funzionano queste cose, stimolano quella parte che ti fa del male, ma stimolandola per un po è come se la riaccendessero!
G-ci sono io, sempre!
A-qualunque cosa succeda?
G-qualunque cosa succeda! Sempre!
Dice quasi in un sossurro l' ultima parola. La bacio e la faccio aderire con la schiena alla ringhiera.
G-domani ti accompagno alla prima seduta!
A-va bene!
Mi prende la mano.
G-continuiamo la passeggiata?
A-mh no, voglio restare qui, così!
La bacio ancora. Mamma mia, quanto posso amare le sue labbra. Squilla il cellulare di Giordana
G-mh Alberto fermo!
A-rispondi!
Scendo a baciarle il collo mentre Giordana parla al cellulare.
A-chi era?
G-zia!
A-ah ok!
G-settimana prossima è il suo compleanno e mi ha invitata!
A-dov'è la festa?
Dico sistemando il colletto della camicetta di Giordana che avevo spostato per scendere un po con i baci
G-a Nizza!
A-Nizza in Francia?!
G-si!
A-ah, e quando dovresti partire?
Dice abbassando la testa. E io dovrei stare così tanto tempo lontano dalla mia principessa?!
G-dovremmo partire tra 2 giorni!
A-allora avvisa Elisa.... Aspetta, dovremmo?
G-io ed Elisa!
A-ah!
G-anche tu scemo!
Dice ridendo. Alzo la testa
A-ma non capisco nulla in Francese!
G-per qualche frase base ci sono io e questi due giorni a disposizione, non ti lascio da solo!
A-avremmo posticipato la prima seduta!
G-ti piacerebbe!
Dice ridendo
A-un po, ma se ci sei tu la affronterò meglio!
G-ah devo dirti alcune cose della Francia!
A-facciamo a casa?
G-e cosa vuoi fare ora?
A-andare a casa!
Dico ridendo
G-andiamo!
Una volta arrivati a casa, dopo cena.
STAI LEGGENDO
LA DIFFICOLTÀ DI AMARE
RomanceGiordana Quanto è difficile amare se si è così diversi. Ma dobbiamo combatterlo. Io amo lui e lui ama me. Voglio andare avanti così