Capitolo 26

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Capitolo 26

*Gaz*

Quel giorno del ventinove Dicembre passai l'intero pomeriggio sul divano.Stavo ripensando a tutti i baci,gli abbracci e gli sguardi che erano stati vietati a me e Max.Stavo ripensando agli insulti di mio padre,al giorno in cui mia madre andó via senza più tornare.Aveva ignorato lo sguardo distrutto che le avevo rivolto prima che sbattesse la porta di casa.Stavo ripensando a quei giorni in cui ridevo con Max e stavo tra le sue braccia per ore.Era uno di quei giorni difficili da superare fingendo un sorriso,ma fu quello che feci e il resto preferisco non ricordarlo."Ehi Amore mio"Charlotte interruppe i miei pensieri gettandosi sulle mie labbra,la "spinsi"via,non era il giorno adatto."Piccolo,non ti vanno i miei baci?"finse un'espressione offesa"No Char,non é che non mi vanno,voglio conservare questo momento,mi farò perdonare stasera"le feci un occhiolino e mi sforzai a sparare quella grossissima cretinata.Charlotte andó via continuando a fissarmi,mi preoccupava certe volte.Il mio Max arrivó.Si sedette accanto a me sul divano e mise un braccio intorno alle mie spalle.Eravamo soli in salone e continuava a fissarmi.Mi avvicinai alle sue labbra per baciarlo,mi avrebbe fatto stare meglio,ma lui si spostò di lato.

"No Gaz,fingiamoci amici,non facciamo cretinate,le telecamere potrebbero essere accese."mi sussurrò a bassa voce.Mi aveva distrutto.Ero già nervoso di mio e la sua reazione mi mandò fuori di testa.

*Max*

Gaz aveva provato a baciarmi.Anch'io avevo bisogno delle sue labbra sulle mie,ma avevo paura,la paura mi stava distruggendo,così mi tirai indietro."Ah si?Sai cosa,Max?Sto da schifo,avevo bisogno di un tuo bacio,ma bene,tu no.Stasera ho un appuntamento con Char,non cercarmi,non ci sarò in camera."era nervoso,mi urló contro in modo che potessi sentirlo solo io e salì in camera."Char"L'aveva chiamata "Char".Aveva un appuntamento con lei.QUELL'appuntamento con lei.Non avrei dovuto aspettarlo a letto,avrei dormito da solo e lei con il mio Gaz.Faceva tutto così maledettamente schifo.Ero così incasinato.Cominciai a piangere e cercai di trattenermi quando arrivò Kyle.Gaz tornò in salone con Charlotte,continuava a baciarla con un sorriso falso stampato sulle labbra e mi lanciava sguardi del tipo"L'hai voluto tu.Ora guardami.".Non riuscivo a trattenere le lacrime.Charlotte giocava con i suoi capelli,gli teneva una mano sul ginocchio e una sul petto e continuavano a baciarsi.Ero sul punto di scoppiare in lacrime e uscii di casa senza neanche prendere la giacca.

*Gaz*

Ero nervoso,maledettamente nervoso,avevo risposto male a Max e lui stava da schifo.Uscì di casa sotto lo sguardo di tutti e mi lasció tra le braccia di Charlotte.Lo avevo trattato da schifo.Aveva ragione.Aveva SEMPRE ragione.Mi scollai da Charlotte che mi sussurró un"A stasera"all'orecchio,e corsi in camera.

*Max*

Erano le 20:50 quando uscii di casa.Era buio,faceva freddo,non avevo nulla con cui coprirmi.Le strade erano isolate,camminavo a testa bassa senza far caso a dove andavo.Le lacrime mi offuscavano la vista,mi ritrovai in un vicolo cieco dietro al cinema abbandonato.Mi sedetti su un muretto basso alla fine del marciapiede,distrutto.Morivo dalla paura,il buio della notte mi aveva sempre spaventato,le strade isolate mi inquietavano.Continuavo a piangere singhiozzando,tremavo dal freddo,i capelli mi cadevano sul viso."Gaz non avrebbe avuto paura.Gaz sarebbe rimasto qui affrontando il buio e il freddo.Lui é forte.Tu sei forte."continuavo a ripetermi mentalmente.

Sentii delle risate risuonare nell'eco della strada.Un gruppo di ubriachi camminó verso di me.Ce n'era uno,che presumo fosse il leader,era robusto,aveva un berreto voltato all'indietro,mi si avvicinó tenendo una mano sulla mia spalla"Ehi,il tuo ragazzo dov'é?Cos'é...Ti ha lasciato per una vera ragazza?Essere gay é una scelta.Tu lo sei e hai scelto il ragazzo sbagliato."ridevano.Avrei dovuto difendere Gaz,ma sinceramente non ne avevo le forze e rimasi in silenzio cercando di ignorarli.

"Non rispondi eh?Che fai,ci ignori?"mi scappó una risata per il nervosismo,ma non risposi."Che hai da ridere?Ti faccio ridere?Adesso vediamo chi ride."mi prese dalla spalle e mi gettò contro l'angolo del muro.Mi tiró un pugno in pieno viso,avevo dei lividi sull'occhio sinistro e il suo anello mi taglió il labbro inferiore al lato destro.Finalmente andarono via.Cercai di coprire il taglio con la mano,ma la vista del sangue mi fece star male.Avevo freddo,tremavo.Avevo paura del buio e di quel silenzio fastidioso che spaccava i timpani.Rimasi all'angolo del muro tenendo le ginocchia al petto.Continuavo a singhiozzare"Dove sei?"continuavo a ripetere questa frase,ormai era diventata una massa indefinita di parole.

*Gaz*

Max era fuori da due ore,erano le undici e non era ancora tornato.Lasciai tutti e corsi a cercarlo.Andai al parco,ma sotto il nostro albero non c'era nessuno.Cominciai a preoccuparmi,era quello il posto in cui scappava quando stava male.Cercai per un'ora.Era mezzanotte quando lo trovai rannicchiato contro un muro.Continuava a ripetere"Dove sei?"piangendo.Era ridotto da schifo ed era solo colpa mia se tutto questo era successo"Sono qui vita mia,sono qui,non ti lascio."lo abbraccai e gli diedi un bacio sulla fronte.Smise di parlare,mi guardava distrutto.Era così spaventato.Sembrava un bimbo indifeso.Sanguinava,piangeva,tremava.Lo presi in braccio e lo portai in casa.Lo misi sotto le coperte e mi sedetti al suo fianco cominciando a curargli le ferite.La porta era chiusa.C'eravamo solo io e lui.Io e lui contro tutti.

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