Capitolo 6:
Quella sera avrei dovuto rivedere Max.
E come quella sera anche tante altre.
Camminavo verso casa stringendo tra le mani il regalo che avevo preso a Max per il nostro secondo mesiversario:Una metà di cuore con la 'G' di 'Gaz' e ne presi una anche per me,ovviamente l'altra metà,con la 'M'di 'Max'.Una banalissima idea,una delle solite idee da fidanzati,ma non c'era cosa più dolce.Mi ricordai dello sguardo che aveva mio padre prima che uscissi,non avrei mai voluto ritornare da lui,avrei voluto scappare da Max,mettermi tra le sue braccia e rimanerci.Arrivai fuori la porta di casa,cercai di entrare senza fare rumore per non farmi notare,in punta di piedi arrivai al piano superiore,ma davanti la porta di camera mia,il tentativo fallì.Sentii un pugno sulla schiena,mi si blocco il fiato in gola.Cercai di entrare in camera mia,ma mi prese per la maglietta per poi sbattermi contro il muro.Mi ci bloccò contro mettendo le mani sulle mie spalle.Gemevo dal dolore,avevo gli occhi che mi lacrimavano,ma se stavo subendo tutto ciò per poter rivedere Max,avrei subìto quel dolore per altre cento volte.
"TU STAI CON UN RAGAZZO,UNO STUPIDISSIMO RAGAZZO FROCIO COME A TE,COM'É CHE SI CHIAMA?MAX?!?!SI.QUELLO LÌ.CONTINUA PURE A BACIARLO,TANTO LA VERGOGNA DELLA FAMIGLIA SEI TU."
E non mi sarei mai aspettato che semplicemente innamorandomi,sarei diventato la vergogna della famiglia.
Riuscii a liberarmi e mi chiusi in camera .Non m'importava di cosa mi avrebbe fatto quando sarei uscito o quando sarei tornato,ora ero in camera mia e di lui non m'importava nulla,i miei pensieri erano tutti fermi su Max,sul sorriso che avrebbe fatto quando gli avrei dato la collana e sull'abbraccio che si sarebbe svolto subito dopo,perché si,sentivo già il bisogno di abbracciarlo senza neanche averlo visto.
Ero pronto per andare,sbloccai il cellulare e mi ritrovai la nostra foto come sfondo,la nostra prima foto,ancora non ci credevo. Il cellulare segnava le 18:30,presi la felpa e mi recai alla porta d'ingresso.Mio padre mi guardò male,come se già aspettasse il mio ritorno per picchiarmi.Avrei sofferto qualsiasi dolore pur di rivedere Max.Arrivai al parco con il cuore fuori dal petto e un sorriso da ebete.Era sotto l'albero,lo guardavo da lontano.Aveva quel maglione che tanto amavo,quello con le maniche lunghissime che gli coprivano metà della mano,sembrava un bimbo indifeso.
Mi avvicinai sorridendogli,ricambió il sorriso e venne verso di me.Poggió le sue labbra sulle mie e tremavo dalla gioia al solo pensiero di averlo così vicino.
"Max,ho una cosa per te."
"Ma..piccolo,non dovevi,perché?"
'Piccolo'.Mi aveva chiamato 'Piccolo'.
Non riuscivo a concentrare i miei pensieri
sul modo in cui avrei dovuto rispondergli.
"Perché ti amo."
Fu quella la risposta che mi saltò in mente,l'unica che riuscii a trovare. Mi abbracciò e in quel momento non c'era altro posto in cui avrei voluto essere,se non tra le sue braccia...
Aprì il regalo e quando vide la collana mi salto in braccio mettendo le gambe intorno al mio bacino e le braccia intorno al collo.
Era così ingenuo,così felice,così dolce con me.Era tutto quello che nessuno era mai stato con me.Era lui ed ero sempre più sicuro di non aver mai amato nessuno come amavo lui.Max mi regalò una collana stupenda con il ciondolo a scatolina a forma di cuore,aprii il ciondolo e vidi la nostra prima foto adattata alla misura e alla forma del ciondolo.Lo chiusi,misi la collana e lo baciai.Successivamente ci sedemmo sotto l'albero,io ero tra le sue braccia quando sentii il bisogno di confessarmi."Honey?..."dissi a Max,che mi rispose con"Si Piccolo?","Mio padre mi picchia perché sono gay e perché sto con te..."smise improvvisamente di accarezzarmi i capelli."Amore?...Ci sei?..."non rispondeva,stava lì a fissare l'erba del prato avanti a noi.
"Tu vieni con me."
#spazioautrice
Siamo arrivate al sesto capitolo,vi ripeto che abbiamo bisogno dei vostri pareri,che siano positivi o negativi.Se la storia sarà abbastanza seguita,continueremo a postare il resto dei capitoli.Grazie mille
Giulia's wattpad account>>>>@sandrinapuglisi
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Upset
Romance"Male.Andava tutto così dannatamente male. Non ne potevo più di tutti gli schiaffi che subivo da parte di mio padre,non ne potevo più di tutti i modi in cui mi insultava,non ne potevo più di tutte quelle volte in cui mi ripeteva che ero la rovina de...