Ciao a tutti! Probabilmente con questa nota rovinerò l'effetto sorpresa, ma ci tenevo ad avvertire che da questo capitolo si parlerà di dipendenza da farmaci. So che alcune persone possono essere sensibili all'argomento, quindi ho preferito avvisare.
E' un argomento che sicuramente non tratterò nel modo più adatto, d'altronde questa è una semplice fanfiction sulla Formula 1, non un manuale di aiuto. E io non ho alcuna qualifica per farlo, comunque. Ma è un argomento che mi sta a cuore, e volevo parlarne.
(Tw: dipendenza.)
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I giorni di riposo che trascorro con Lando sono come acqua fresca in una torrida giornata: mi riportano in vita. Purtroppo sono molto meno di quelli di cui avrei realmente bisogno, e a fine aprile Lando deve mettersi a lavoro per il gran premio di Portogallo.
Mentre lui trascorre la maggior parte del tempo ai simulatori (sia a casa che in sede) o in palestra, io devo fare i conti con tutto lo stress che mi è rimasto addosso dall'infarto di mio padre e le molestie di Giorgio.
Perchè finchè Lando mi distrae sono calma e serena, ma quando mi ritrovo da sola con i miei pensieri e le giornate da riempire... lì diventa difficile.
Faccio di tutto per non impensierire Lando, perchè il momento della stagione è delicato (avrà infatti 3 gare in un mese).
E sono davvero brava a farlo.
Non si accorge delle mie notti in bianco, degli attacchi d'ansia che mi colpiscono a tradimento. Non sono forti come una volta, ma comunque complicati da gestire.
Da sempre per precauzione porto una confezione di ansiolitici con me, gli stessi che usavo per le mie crisi più profonde di cui soffrivo ai tempi della scuola. Generalmente scadono senza che io abbia bisogno di usarli, spesso mi è capitato di buttare via una confezione integra o a cui mancavano una o due pastiglie al massimo.
Ma quando mi rendo conto che la scatola è vuota, e che io non ho il tempo materiale di andare a procurarmele a casa (farmele spedire è fuori discussione, i miei genitori si preoccuperebbero troppo), decido di utilizzare il mio tesserino professionale per ottenerne una confezione alla farmacia vicino casa.
Non è un metodo esattamente legale (lo sarebbe solo se fossi medico), ma fa parte di un sistema di cortesie tra colleghi che una tantum non se la sentono di rifiutare.
Una settimana più tardi il farmacista storce il naso alla mia seconda richiesta "Non è passato un po' troppo poco tempo dall'ultima confezione? Quante ne assume al giorno?"
"Devo averne persa qualcuna... se è un problema non..."
"Gliene posso dare ancora una. Ma per almeno tre settimane non voglio più vederla qui."
Pago la mia scatola ed esco. Inutile dire che in questa farmacia non metterò mai più piede per la vergogna.
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Inizio a pensare di avere un problema quando mi rivolgo a diverse farmacie nella stessa giornata. Perchè se prima mi bastava una sola confezione in borsa (anche sigillata) per stare tranquilla, adesso anche con tre non mi rilasso. Riesco a incastrare il mio patetico pellegrinaggio negli impegni di Lando, anche se posso comunque inventarmi un imprevisto nel caso in cui facesse domande.
Ho ripreso a dormire la notte, un sonno provocato dalla chimica, che mi porta ad avere bisogno di una pastiglia già alla mattina a colazione. Soprattutto quando mi sveglio sola nel letto, già con la preoccupazione di avere altre crisi.
E' un circolo vizioso da cui non riesco ad uscire.
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Gli unici momenti in cui riesco a fare a meno dei medicinali è quando sono con Lando. E non lo dico perchè mi sorveglia o mi controlla, mi rendo conto da sola che non ho bisogno di quei farmaci quando sono con lui. Semplicemente non li cerco.
Durante la giornata che lui mi dedica completamente per insegnarmi a giocare a "Call of Duty" (a quanto pare una cosa che desiderava fare da tempo), mi accorgo di non pensare ai tranquillanti dal giorno precedente.
E mi diverto. Cazzo, quanto mi diverto.
"Guarda che non puoi fare così, appostarti tra gli alberi."
"E perchè? Aspetto che spuntano dall'edificio e sparo." Non capisco davvero dove vuole arrivare.
"Perchè è da stronzi! Anche in queste cose c'è un codice d'onore da rispettare sai..."
Non ha ancora terminato la frase che vedo spuntare un avversario da un magazzino e grazie al mirino di precisione lo becco in pieno con un singolo colpo.
"Dicevi?" Sogghigno soddisfatta mentre lui scuote la testa.
"Non si fa così... se non ti conoscessi verrei a fartela pagare."
Sul momento la sua frase mi fa ridere, ma poi mentre mi sto lavando i denti prima di mettermi a letto ci ripenso. Sono veramente così stronza? Lo ero già da prima o lo sono diventata?
Se io e Lando ci incontrassimo solo ora magari non gli sarei piaciuta, non si sarebbe innamorato di me. Sciacquo la bocca e mi osservo allo specchio. Apro il cassetto dove prima tenevo solo gli assorbenti (un tiretto che Lando non ha mai avuto motivo di aprire), ma che adesso ospita anche una parte della mia scorta di tranquillanti.
Incurante di tutto prendo due pastiglie e le butto giù senza neanche bisogno di bere.
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Note
Questo capitolo avrebbe dovuto essere più lungo. Ma Alice sta finendo in un baratro, e risolvere tutto di corsa non avrebbe reso giustizia nè a lei nè alla gravità del problema.
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My kind of drug 2 // Lando Norris
FanfictionAlice e Lando sono tornati. Li aspetta una nuova vita in Ferrari, un nuovo campionato, le difficoltà di un matrimonio ma soprattutto quelle personali, da affrontare insieme. - - - SEQUEL DI "MY KIND OF DRUG" (La lettura della prima parte non è fon...