Capitolo 14 - Fuoco

1K 48 0
                                    

Buongiorno! Chi è riuscito a riprendersi dalla corsa pazza di ieri? 🤯 Io no di sicuro (quanto dispiacere per Lando e Charles 😭)
Ma ora vi lascio al capitolo 😊

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 

Il mistero di dove sia finito il mio diario viene in parte svelato il giorno successivo. 

Poco dopo la gara infatti (che purtroppo si è conclusa prematuramente con il ritiro di Lando), la pagina Instagram F1Gossip pubblica un piccolo estratto del mio scritto, opportunamente tradotto in inglese. E' un frammento completamente decontestualizzato, pieno di rabbia verso me stessa e verso Lando, scritto in uno dei miei momenti di profonda depressione. 

Appena lo vedo corro a cercare aiuto da Karen, è l'unica che può sapere cosa fare. Per fortuna può allontanarsi da Lando che sa gestire da solo il briefing post-gara. "Dirò al nostro avvocato di agire con discrezione."

Sembra la soluzione più efficace, ma purtroppo non risolve il problema. Infatti il giorno successivo quella pagina viene diffidata ufficialmente dal pubblicare qualsiasi cosa proveniente dal mio diario, ma purtroppo non sono loro ad averlo materialmente. Ricevono delle semplici mail anonime, che possiamo provare a rintracciare solo in seguito ad una denuncia alla polizia.

E questo si ripete con altre 6 pagine di gossip, ingolosite da altro materiale su me e Lando. Ricevono una parte già tradotta e pronta per la pubblicazione, la condividono, una diffida dall'avvocato fa cancellare il tutto. Ma il web non dimentica nulla, e gli screen girano su altri social come Twitter e Facebook. Più cerco di uscirne e più la mia vita viene buttata online. 

Lando sceglie di non leggere quello che viene pubblicato, fedele alla mia richiesta fino all'ultimo. Non so come faccia, a parti invertite probabilmente avrei ceduto alla curiosità. 

L'unica cosa che mi consola è che lì non ho mai citato quella vecchia storia tra me e Charles, perchè visto che adesso Lando e Charles erano compagni di squadra avrebbe creato un casino di proporzioni bibliche. 

Dopo che anche l'ultima pagina diffidata deve cancellare il post, Lando insiste perchè io denunci. A malincuore devo dargli ragione, è l'unica azione che potrebbe essere veramente risolutiva. Voglio però giocarmi una carta, l'ultima. Apro il blocco note e scrivo un breve testo che poco dopo condivido in una foto su Instagram.

# Dieci giorni fa un diario personale mi è stato sottratto in un momento di distrazione. Ciò che avete letto in questi giorni sulle varie pagine di pettegolezzi, sono riflessioni che appartengono ad un periodo di enorme difficoltà psicologica da parte mia. Sono frammenti completamente decontestualizzati, e che non dovevano essere condivisi con estranei. Ho cercato di resistere, di reagire, ma l'unica opzione che mi rimane è rivolgermi alle autorità. Domani alle 10 mi recherò alla polizia per denunciare. Se entro quell'ora mi sarà restituito il maltolto, o comunque qualcuno si sarà assunto le proprie responsabilità, cambierò idea. Nessuno si merita quello che ho affrontato in questi giorni. Riflettici. #

Ho cercato di essere ferma, decisa, ma comunque disposta a trovare una soluzione. Dubito che servirà, ma almeno potrò dire di averci provato.

-

Ma mi sbaglio. Ogni tanto succede. Lando mi sveglia con un bacio e una tazza di tè, io ricambio con un sorriso. Prendo il cellulare per controllare l'ora, e tra le notifiche trovo un messaggio da un account sconosciuto.

# Ak876gt00: Ho io il tuo diario. Volevo fartela pagare per un torto, e credo di esserci riuscito. Mi sarebbe piaciuto rovinarti la vita come tu hai fatto ad una persona a me cara, ma non posso rischiare una denuncia. Ti restituirò il libro e aspetterò che tu ti rovini la vita da sola, non ci vorrà molto se sei ridotta così come scrivi qui sopra. #

Ho un paio di idee su chi possa essere, ma adesso devo riavere il diario.

Faccio leggere il messaggio anche a Lando. "Cosa hai intenzione di fare?"

"Voglio chiedere una foto del diario come prova che non sia un mitomane. Poi gli chiederò di riportarmelo, o spedirlo."

"Mi sembra la scelta più logica."

Rientro in possesso del mio prezioso diario 3 giorni dopo, quando Karen me lo consegna. Avevo concordato con il ladro di farmelo rispedire alla sua attenzione al reparto marketing, ovviamente non potevo dare il mio indirizzo di casa. Il tomo è avvolto in fogli di giornale provenienti da tabloid inglesi, e a parte quello non contiene altro. Il mittente è una casella postale anonima. Apro il diario e rileggo le ultime parole che avevo scritto due settimane fa. 

Non sarebbe meglio perdonarsi e basta?

Ho bisogno di andare avanti. Sia con me stessa che non gli altri, ma soprattutto con Lando. Prendo una penna e inizio a riempire l'ultima pagina disponibile.

# Sei la cosa più bella che sia mai capitata alla mia vita. In questi giorni di ansie, paure, rabbia, non ti sei lasciato scoraggiare da nessuna mia risposta stizzita, da nessuna mia reazione sbagliata. Perchè tu sei così, sai stare vicino anche a chi non se lo merita. Ho finalmente capito perchè quella volta in ospedale hai reagito in quel modo. Non solo perchè (ovviamente) tenevi al bambino, ma soprattutto perchè non volevi che io non mi fidassi più di te. Io mi fido di te. Mi fiderò ogni giorno, per sempre. Ti perdono. E ti amo tanto. #

Quando Lando rientra dalla sua giornata in sede Ferrari mi trova a tavola, seduta con davanti il mio diario. Lo fissa di sottecchi come se fosse un oggetto misterioso, o qualcosa di radioattivo. "Puoi sederti un momento?" Mi accontenta. "Voglio che tu lo legga. Ora."

"L'hai finito?" Mi domanda, e io annuisco. Prende il volume e inizia a scorrerlo. Gli ci vuole più di un'ora, nonostante alcune parti siano solo disegni o frasi sparse e deliranti. Io lo perdo di vista solo per consegnargli un bicchiere d'acqua, e per porgergli un fazzoletto quando me lo chiede. Quando succede so per certo a quale punto sia arrivato, anche a me vengono gli occhi lucidi quando penso a cosa avevo scritto. Arriva alla fine e quando chiude il diario ha di nuovo gli occhi lucidi, ma mi sorride. 

"Ora ho bisogno di fare due cose." Inizio con voce tremante, ma pian piano guadagno coraggio. "La prima, è di avere il tuo perdono."

"Ma tu non..."

Mi aspettavo che obiettasse "No, ti prego. Ho bisogno di sentirmelo dire. Da te. Mi serve per poter andare avanti. Per lasciare tutto questo alle spalle."

"Ti perdono." Semplice, diretto, me lo dice stringendomi le mani. Posso finalmente sorridere sollevata, abbiamo superato anche questo. 

"E qual è la seconda cosa che devi fare?"

"Vieni." Prendo il diario e Lando mi segue fino in giardino, sul patio dove abbiamo sistemato il tavolo da esterni e un piccolo barbecue. Butto il volume sulla griglia. "Io non sono capace, puoi accenderlo?"

Tituba un momento "Ne sei sicura? Vuoi disfartene così?"

Sospiro "Ho ottenuto il mio scopo, fare chiarezza dentro me stessa e tra di noi. Ora che l'hai letto anche tu, non ha più senso che esista. Accendilo."

Per esortarlo gli porgo la scatola dei fiammiferi. Lui la afferra e in pochi secondi pagine e copertina sono avvolti dalle fiamme. Le pagine si accartocciano annerite quasi subito, la copertina ci mette un po' di più. Quando alla fine resta un grumo carbonizzato controllo che non si legga più nulla, e ogni rimasuglio finisce in mezzo alla carbonella sottostante. 

Mi sembra di tornare a respirare, e mentre Lando mi abbraccia e mi bacia, mi sembra di tornare finalmente a vivere.

My kind of drug 2 // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora