Capitolo 13 - Distrazione

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In un primo momento pensavo che saremmo potuti restare qui a casa mia per qualche giorno. Ma la verità è che se le cose tra me e Lando erano in via di risoluzione, la situazione con i miei genitori era ben più complicata. Con il tempo entrambi capiranno che ho scelto la cosa più giusta per me, ne sono più che sicura. Perciò già il giorno dopo decidiamo di tornare a Maranello: abbiamo bisogno di restare per conto nostro in questi 3 giorni di riposo prima di partire per il gran premio di Suzuka.

Appena oltrepasso la soglia di casa provo una sensazione strana, mi sembra di tornare qui dopo un viaggio durato mesi. E' tutto esattamente com'era quando me ne sono andata, ma probabilmente sono io quella ad essere cambiata.

Appoggio la mia valigia in camera da letto, ed inizio a svuotarla. Non ci impiego molto, ma quando finisco è ormai ora di pranzo. Lando mi aiuta a sistemare la valigia in cima all'armadio "Ho ordinato la pizza, spero non ti dispiaccia."

Gli sorrido "Buona idea."

Tra gli oggetti che ho lasciato sulla cassettiera c'è anche il mio libro/diario. Il tomo blu attira lo sguardo di Lando "Cos'è?"

"Per un po' di tempo sono stata aiutata da una psicoterapeuta, che mi ha fatto riflettere su molte cose. E mi ha consigliato di insistere sul discorso della scrittura. L'ho sempre fatto, come ben sai, ma... insomma, è un po' sfuggita di mano."

"Vuoi che lo legga?"

"Non lo so." Non ci avevo ancora effettivamente pensato. Alcune cose erano presenti nel vecchio diario che Lando aveva già letto, ma molte altre erano delle aggiunte recenti. Non voglio avere segreti con lui, ma ho bisogno di scrivere ancora riguardo la mia 'guarigione', voglio chiudere il cerchio.

Quando lo spiego a Lando non sembra prendersela. "Lo farò solo se lo vorrai tu, non è un problema." Mi abbraccia i fianchi e mi lascia un dolce bacio sulla fronte.

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I giorni successivi restiamo in casa a Maranello, non mi vergogno a dire che facciamo ben poco oltre a parlare, ridere e fare l'amore. La consapevolezza di quello che stavo per perdere mi colpisce come una freccia in petto in un momento abbastanza delicato, mentre Lando è disteso sul tappeto del salotto e io sono a cavalcioni su di lui.

Succede all'improvviso, tra un movimento rotatorio dei miei fianchi e un altro: mi sale in gola un urlo di piacere tale da farmi dimenticare anche che probabilmente sto conficcando le unghie nel petto di mio marito con troppa irruenza.

Tutto era partito da una mia stupida disattenzione con la pillola, e questo era ciò che stavo per perdere. Mi accascio sul petto di Lando squassata dal piacere ma anche dai singhiozzi, mentre lui è ancora dentro di me. "Ehi... che succede?" Sento la sua mano accarezzarmi la testa.

"Sono stata una stupida..."

"Ho fatto di peggio io, ti prego, non darti colpe che non hai."

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Non darti colpe che non hai. Rifletto su queste parole a lungo. Perchè non è semplice distinguere le colpe tra me e Lando. Ma poi alla fine, è davvero così importante? Non sarebbe meglio perdonarsi e basta?

Queste sono le ultime righe che leggo e rileggo sul mio diario. Sono sotto il tiepido sole giapponese. Sono finalmente rientrata in quella che era diventata la mia routine. Seguire Lando.

Riabbracciare Karen è stato un sollievo, ringrazio il fatto che non mi abbia subissato di domande (anche se suppongo che sappia molto più di quello che dà a vedere). Ignoro anche se paparazzi e giornalisti abbiano indagato sulla mia assenza, ho già abbastanza di cui occuparmi senza pensare a loro.

Ho quasi finito la mia tazza di tè quando vengo chiamata da Jon, le qualifiche stanno per cominciare. Sto raccogliendo le mie cose quando mi porge un foglio, sta infatti studiando italiano per potersi inserire meglio all'interno della squadra, e quando posso sono felice di aiutarlo con gli esercizi. E' portato per le lingue, ha fatto solo due piccoli errori che gli segnalo mentre ci stiamo accomodando dentro i box. Indosso le mie cuffie e saluto velocemente Lando prima che salga sulla monoposto.

Le qualifiche terminano con Lando piazzato quinto, per colpa di una piccola sbavatura all'ultimo giro utile. Alzo gli occhi al cielo, si lamenterà di questo per tutta la sera.

Mentre attendo il suo rientro mi metto a frugare nella mia borsa per una gomma, come al solito il pacchetto sarà finito sul fondo. Dovrei iniziare a portare borse di dimensioni più contenute, questa è decisamente grande. Troppo grande. E perchè è mezza vuota?

Dove cazzo è finito il mio diario?

Faccio mente locale e ricordo che stavo scrivendo poco prima che Jon venisse a chiamarmi, devo averlo dimenticato fuori. Purtroppo però il tavolo è vuoto. Domando a Karen se quelli delle pulizie siano già passati, ma sfortunatamente non me lo sa dire, è la direzione del circuito a occuparsi di queste cose. Chiedo anche all'ufficio oggetti smarriti, ma pure loro non ne sanno nulla.

Mi accascio sconfortata nella sala principale del motor-home Ferrari, ed è proprio lì che mi trovano Charles e Lando, al rientro dalla riunione post-qualifiche. Ci metto poco a raccontare cosa è successo, entrambi suggeriscono di fare ciò che ho già fatto.

Mi stringo le tempie tra le mani. Il solo pensiero che la mia parte più intima, più personale, sia finita nelle mani sbagliate mi dà la nausea. "Sono stata una stupida a portarmi un oggetto così importante qui. Stupida, stupida idiota che non sono altro." Mi prenderei a schiaffi.

"E' colpa di chi te l'ha preso, di sicuro non tua." Dichiara Charles serafico.

Ha ragione, ma sono rovinata.

My kind of drug 2 // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora