Capitolo 12 - Perdonarsi

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Buon lunedì, finalmente vi porto un capitolo con po' di serenità. Godetevelo!

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La psicologa cerca di aiutarmi in tutta quella ingarbugliata questione che è la mia relazione con Lando, ma io non penso di essere pronta. Quando glielo confido comprendo il tono deluso della sua voce, e decidiamo di comune accordo di interrompere le sedute. Accetto però un consiglio. 

Scrivo. 

Scrivo qualsiasi cosa, qualsiasi minimo pensiero. Il risultato è che in 10 giorni riempio più di metà di un nuovo diario, delle dimensioni di un vero e proprio libro. Scrivo in ogni momento: mentre sono a mollo nella vasca da bagno, mentre mangio, mentre sono al telefono con qualcuno. Scrivo fino a crollare addormentata e svegliarmi con la penna in mano la mattina seguente, scrivo inzuppando le pagine di lacrime, scrivo ridendo come una matta quando scavo nei miei ricordi. Scrivo finchè la mia penna lascia una semplice frase a metà di una pagina.

Cosa starà facendo Lando?

Ho pensato solo a me stessa per giorni, e ritrovarmelo in mente così è un colpo. Mi fa lo stesso effetto di quando viene acceso un motore di una monoposto di Formula 1, e senti il pavimento tremare sotto i piedi.

E quanto può essere beffardo un destino? Quante volte puoi dire: è solo colpa del caso? Quanto può essere effettivamente uno scherzo della sorte, a decidere che proprio in questo preciso istante suoni il mio citofono?

Sono a casa sola perchè mia madre si è finalmente decisa a tornare a lavoro, oltre a me l'unico a reagire è Lucky, che in pochi secondi è già a sorvegliare la porta. 

Il videocitofono inquadra un volto pallido, lo stesso di quella volta a Monaco. Premo un tasto senza pensare, e quando vedo Lando incamminarsi verso di me sento le gambe vacillare. Ma resto ferma, in piedi. 

Stranamente pure Lucky sembra aver capito che la causa di tutto il mio dolore sia provocato dall'uomo che a passo lento arriva di fronte a me. Non gli corre incontro festivo come sempre, resta a fissarlo circospetto. Quasi lo sorveglia in attesa di una sua mossa sbagliata. 

Quando Lando è ormai ad un passo da me, io non ho ancora mosso un muscolo. 

Ma questo non è un film, e quella che segue non è una scena degna di una pellicola romantica. Qui non siamo tra i grattacieli di Monte Carlo, è la Pianura. Questa volta c'è bel tempo, il sole splende e il cielo è azzurro sopra le nostre teste. Non c'è la pioggia ad inzupparci i vestiti, e lui non si allunga a baciarmi in modo travolgente. Questa volta non sono io che crollo, o almeno se lo faccio non lo do a vedere. 

E' Lando quello a crollare a terra. Si inginocchia davanti a me, abbraccia le mie gambe e appoggia il viso all'altezza del mio grembo. E piange. Non l'ho mai visto così. 

Mi ci vogliono diversi secondi per processare quello che sto vivendo, fino a far scorrere le mie dita tra i suoi capelli, una sensazione che quasi avevo dimenticato. 

Mi stringe a sé come se fossi uno scoglio nella tempesta, l'unico appiglio sicuro in questo orrido mondo. 

"Perdonami, Alice. Perdonami." Anche capire questa frase richiede uno sforzo, squassato com'è dai singhiozzi. 

Lo accarezzo, aspettando che si calmi. "Lando, respira."

Solleva la testa e i suoi occhi rossi sono una coltellata in pieno petto. 

Non sarò mai capace di perdonare completamente me stessa. Ma lui... con lui ci posso provare.

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My kind of drug 2 // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora