𝗖𝗮𝗽𝗼 𝗣𝗹𝗮𝘇𝗮 (𝟮)

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"Con due sguardi abbiamo detto tutto quanto."

La vibrazione del telefono mi fa sussultare facendomi scivolare il rossetto rosso fuoco dalle mani per lo spavento.

Luca
Stasera sei libera? Posso averti per me?

Senza accorgermene sorrido. Non dovrei. Non dovrei nemmeno avere il suo numero.

Sara
Si, alle 9 solito posto.

Prendo da terra il rossetto e lo poso giusto in tempo, a lui non piace. Infilo i tacchi, avviso il mio capo di essere prenotata ed esco da casa cercando di arrivare il prima possibile a destinazione.
È buio, mi accendo una sigaretta che dà un minimo di luce alla stradina deserta. Guardo l'ora, 21:09, in ritardo come al solito.
D'un tratto una macchina nera si avvicina, si abbassa il finestrino e lo vedo in tutta la sua audacia.
Butto la cicca, salgo sull'auto, senza perdere tempo mi prende per la nuca e mi lascia un lungo bacio sulle labbra cogliendomi di sorpresa. Mette in moto e senza accennare parola parte spedito.

-Stasera sei proprio bella, il blu ti dona.- dice stringendomi la gamba tenendo gli occhi sulla strada. Avvampo.

-Dove mi porti?- gli chiedo prendendogli la mano. Si irrigidisce, non è da lui.
Sento il cuore in gola e lo guardo cercando spiegazioni.

-Ti sei divertita l'altra sera in macchina con quello?- domanda irritato.

-Che intendi?- inarco un sopracciglio cercando di evitare il solito discorso.

-Lo sai che intendo Sara.-

-Sono una prostituta Luca, cosa ti aspetti che io faccia?- urlo furibonda, come se mi piacesse.

La macchina si ferma prontamente.

-Siamo arrivati, scendi.-

Apro la portiera e mi guardo intorno, eravamo così impegnati a litigare da non accorgermi che mi ha portata nel nostro posto.
Mi prende per mano e saliamo fino al tetto.

-Vieni qua dai.- con una semplice mossa mi fa salire sulle sue gambe. -Stasera non voglio fare niente, voglio solo parlare e che tu stia al riposo qui con me.-

Finalmente trovo un attimo di serenità per guardarlo meglio. Si è fatto ricrescere la barba.

-Mi piace, sembravi un ragazzino senza.- gli dico sogghignando. Cerca di fare l'arrabbiato ma non ci riesce, eccolo tornare in se stesso.
Ci siamo conosciuti non nel migliore dei contesti, era una notte del 2020. Da quel momento mi svegliavo aspettando il sabato, l'unico giorno della settimana in cui veniva al bordello. Voleva solo me e io per un'ora alla settimana non mi sentivo un'oggetto da usare e buttare subito dopo.
La prima regola? Non dire il tuo nome ed informazioni personali, la prima che ho infranto con il ragazzo salernitano, fino ad arrivare a dargli il mio numero per vederci fuori l'orario lavorativo.
Non volevo mi pagasse, per me era un momento di libertà che durava fin troppo poco.

-Mi piaci così tanto Sara. Non pensavo di conoscere l'amore.-

Quella frase mi spiazza e mi fa rabbrividire il cuore allo stesso tempo, senza dire nulla inizio a lasciargli piccoli baci ovunque, non sono mai stata brava con le parole. Mi ferma.

-Sara dimmi solo una cosa. Se io in questo momento ti dicessi di lasciare il lavoro e di farti proteggere da me, che faresti?-

Ci metto un po' per materializzare.

-Luca, anche tu mi piaci, forse anche troppo.- mi alzo dalle sue gambe e inizio a camminare avanti e indietro irrequieta. -Ma non posso farmi mantenere da te. Nemmeno mi conosci.-

Si alza di scatto e mi prende le mani avvicinandosele al petto. Batte fortissimo.

-Ecco cosa mi fai quando parli, quando mi guardi.
Non è vero che non ti conosco. So tutto di te come tu di me.
Ti piacciono i tramonti e i bambini. Preferisci stare a casa a guardare un film piuttosto che uscire. E la sera prima di andare a dormire prepari la cena alla vicina che non può permettersi nulla. Ne avrei altre mille di cose da elencarti.-

Non mi accorgo della lacrima che mi è uscita fin quando il ragazzo gli da un bacio. Nessuno prima d'ora mi aveva dimostrato affetto.

-Sei assurdo, mi fai bene, tanto.-

-Ci siamo.- si inginocchia ed estrae una sigaretta dal suo pacchetto di Malboro mezzo vuoto.  -Allora Sara, ti va di essere solo ed esclusivamente di mia proprietà?-

Rido intenerita come una bambina la mattina di Natale. Il suo lato ironico è qualcosa di assurdo.

-Si, solo per la fantasia.- metto la sigaretta in bocca e con un gesto rapido la toglie mettendoci le sue labbra carnose.

-Domani mi accompagni a lavoro? Mi licenzio.-

-Ti accompagno dove vuoi, da ora sei mia.- dice beffardo.

-Allora preparati ad impazzire.-

One shot ; 𝘁-𝗿𝗮𝗽𝗽𝗲𝗿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora