𝗦𝗮𝗰𝗸𝘆 (𝟯)

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"Come gli angeli, come i demoni."

Quando ci ubriachiamo ci sentiamo confusi, storditi, in un'altra dimensione.

Il mondo intorno a noi sembra completamente diverso, sfocato.

Beviamo per evadere dai problemi che la vita ci mette davanti ogni giorno.

All'inizio ha un effetto liberatorio, il problema sorge quando finisce l'effetto. Ci sentiamo vuoti, come se ci mancasse qualcosa.

Questa è un po' la reazione che ha l'amore su di noi. Crea disordine ma allo stesso tempo ci rende felici, liberi.

Alla fine tra amore e alcol non c'è tutta questa differenza. Non vi pare?

-Gaia, devo vomitare.- dico alla bionda vicino a me che si sta scatenando a ritmo di musica.

-Cosa? Non ti sento!-

Perfetto. Mi tocca un'altra volta fare da sola.

Senza perdere altro tempo e rischiare di combinare un altro dei miei casini ed essere cacciata dalla discoteca per la seconda volta in un mese, esco fuori.

Spingo le persone ricevendo qualche insulto e nemmeno il tempo di aprire la porta vomito sporcando il vestito rosso che mi ha prestato Gaia stasera, chi glielo spiegherà?

-Ei ei, abbiamo bevuto troppo?- sento una voce roca dietro di me e poco dopo sento due mani tenermi i capelli per evitare di sporcarli.

-Hai finito? Ti prendo un fazzoletto.-

Mi giro e vedo due occhi scuri fissarmi inteneriti.
Ma in un attimo cambiano espressione, non mi aveva riconosciuta, Sami.

-Sara...ancora...-

-Non guardarmi! Vattene!- mi giro gattonando e sento di nuovo la sensazione di nausea pervadermi.

Lo sento avvicinarsi e mi prende per un braccio sollevandomi.

-In che stato ti sei ridotta, non pensavo potessi arrivare a questi livelli.-

-Sami non farmi la predica, sai meglio di me la situazione...e poi non sono affari tuoi. Non più.- lo guardo furiosa. Non si trova nella posizione di potermi giudicare.

-Anche se non stiamo più insieme non significa che non tengo a te come una volta...sei sempre Sara...anche adesso.- si giustifica guardando il vomito sul vestito. -Sei venuta con Gaia? Ti riporto a casa.-

Lo blocco di scatto e capisce. C'è mio padre a casa.

-Andiamo da me, avviserò dopo Gaia, tanto sarà nelle tue stesse condizioni in questo momento.-

Capisco a stento cosa succede attorno a me, tanto da ritrovarmi improvvisamente in macchina di Sami.

-Se devi vomitare dimmelo che accosto.-

Tengo lo sguardo fisso fuori dal finestrino e vedo con la coda dell'occhio il ragazzo che mi lancia sguardi furtivi.

Parcheggia, mi aiuta a scendere sorreggendomi per salire le scale.

One shot ; 𝘁-𝗿𝗮𝗽𝗽𝗲𝗿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora