Non appena suona la sveglia allungo il braccio per spegnerla. Mi alzo controvoglia dal letto e apro l'armadio per scegliere cosa mettere. Alla fine opto per una maglia bianca a collo alto e dei jeans larghi.
Prendo poi il correttore e mi metto davanti lo specchio per coprire l'enorme livido sulla guancia. È da due giorni, da quando, dopo essermi alzata e cambiata, per caso mi sono vista allo specchio e ho notato la chiazza viola, che questa è diventata la mia routine, è da due giorni che rinuncio alla colazione per assicurarmi che nessuno scopra nulla.
Quando sono sicura che il livido sia completamente coperto e che non si veda più, metto il lucidalabbra e una leggera passata di mascara e poi scendo di sotto. I miei fratelli ancora non sono pronti quindi mi siedo sul divano e li aspetto.
"Non fai colazione?" dice qualcuno dalla cucina appena mi siedo facendomi sobbalzare.
Mi giro di scatto verso la cucina e vedo Erik che viene verso di me.
"Dio, Erik! Mi hai fatto prendere un colpo! Comunque no."
"Perché no? Dovresti farla. È il pasto più importante della giornata! Ho capito! Con il lavoro che faccio ne ho viste molte come te. Ti senti grassa vero?- dice sedendosi di fianco a me e prendendo le mie mani nelle sue -Beth, non pens..."
"Erik, aspetta- lo interruppi -io non mi sento grassa! È solo che in questi giorni non ho molta fame."
"Sicura? Sai che, qualsiasi cosa sia, a me puoi dirla."
Annuisco e lui sta per ribattere ma ad interrompere la nostra conversazione sono Evan, Eliot ed Edgar che scendono le scale pronti per andare a scuola. Io mi alzo dal divano e gli sorrido, grata del fatto che abbiano fermato Erik, per poi salutare quest'ultimo con un bacio sulla guancia mentre Edgar urla un "ciao, noi andiamo" per avvisare gli altri.
^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^
Arriviamo a scuola e il mio piano oggi sarà lo stesso degli ultimi due giorni: evitare Julia ad ogni costo. Il che implica non andare in bagno e restare sempre o con le amiche o con i miei fratelli perché so che se mi trovasse da sola succederebbe la stessa storia di due giorni fa.
Vedo le mie amiche sedute su un muretto che parlano di un argomento a me estraneo e mi avvicino a loro.
"Ragazze, di che parlate?"
"Non lo sai?" mi chiede Benedicta.
"No, cosa?"
"A quanto pare qualcuno ha fatto dei graffiti sulle pareti della 3ª C, ma non sappiamo chi." mi spiega Sabrina.
"Oddio, veramente?" chiedo stupita ma con un sorriso sulle labbra. Quella è la classe di Julia, chiunque l'abbia fatto credo sia a causa sua.
Le ragazze annuiscono.
"La preside sta cercando il colpevole che, da quanto abbiamo capito, verrà espulso." continuo poi Benedicta e appena finiscono di spiegarmi suona la campanella e noi ci dirigiamo in classe.
^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^
Alla terza ora, proprio durante una noiosissima spiegazione di storia, entra la preside. Tutti ci alziamo di scatto salutandola con un "buongiorno".
"Buongiorno ragazzi. Accomodatevi pure.- dice e tutti torniamo a sederci -Professoressa scusate il disturbo ma credo vi ruberò un po' di tempo.- dice rivolgendosi alla prof che annuisce per poi portare nuovamente la sua attenzione su di noi -Come credo sappiate tutti questa mattina abbiamo avuto una spiacevole sorpresa sulle pareti della 3ª C. È stato qualcuno di voi?- silenzio generale -Se confesserete di vostra spontanea volontà potremmo considerare l'idea di una sospensione anziché un'espulsione. Allora? Qualcuno?- nuovamente nessuno risponde -Bene. Se non vi dispiace vogliamo controllare i vostri zaini e gli armadietti. Faremo in fretta." dice concludendo il suo discorso mentre due uomini, professori credo, entrano nell'aula e iniziano a controllare gli zaini, dove non trovano nulla, per poi chiederci le chiavi degli armadietti.
Gliele consegniamo e loro escono dall'aula. Non credo troveranno qualcosa. La nostra classe può essere un po'casinista ma nessuno arriverebbe mai a dipingere le pareti di un'aula. Spero solo che, quando controlleranno il mio armadietto non trovino messaggi di Julia.
In questi ultimi due giorni infatti mi ha lasciato una decina di bigliettini con scritto "fai schifo" "nessuno ti vuole" "sarebbe stato meglio se non fossi mai nata" e altre frasi così.
Capisco che forse la mia classe non è così santa come credevo quando vedo i due uomini tornare nell'aula seguiti dalla preside con in mano dei colori a spray.
"Signorina Rossi, è pregata di seguirmi." dice la preside mentre gli altri due ridanno le chiavi ai miei compagni.
Io, un po' titubante, mi alzo e lentamente seguo la preside. Mi porta nel suo ufficio e mi fa segno di sedermi in una delle due sedie davanti la sua scrivania mentre lei si siede dietro quest'ultima.
"Allora, signorina, sapresti dirmi perché questi si trovavano nel tuo armadietto?" mi chiede indicandomi i colori.
"Ad essere sincera, non lo so. Non sono stata io a metterli lì."
"Certo, e sapresti dirmi perché sono proprio degli stessi colori usati per il murales?"
"Io... Non lo so. Non so nemmeno come sia fatto questo murales."
"Ho capito signorina. Ora chiamo i suoi fratelli." dice per poi prendere il telefono e comporre un numero.
"Buongiorno, parlo con Edward Rossi?... Sono la preside della scuola in cui studiano i suoi fratelli, potrebbe venire a scuola? Vorrei parlarle di sua sorella... Perfetto la aspetto signor Rossi." dice per poi chiudere la chiamata e rivolgersi a me.
"Sta arrivando." dice solo.
^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^-^
Pochi minuti dopo qualcuno bussa e dopo l'avanti della preside vedo mio fratello entrare e guardarmi stranito.
"Buongiorno signor Rossi, si accomodi pure- dice indicando la sedia vuota di fianco a me -scusi se l'ho disturbata ma è una cosa urgente. Questa mattina abbiamo trovato un murales che copriva quasi interamente una parete dell'aula 51. Non sapendo chi potesse essere stato abbiamo chiesto agli alunni di controllare i loro armadietti per trovare un indizio sul colpevole e abbiamo trovato questi- dice mettendo i colori davanti mio fratello -nell'armadietto di sua sorella.- a queste parole mi giro verso Edward che ora mi lancia uno sguardo di fuoco -Ovviamente un'azione del genere non può restare impunita e, considerando che non è stata la ragazza a confessare autonomamente e che, anche dopo aver trovato i colori ha continuato a sostenere di essere innocente, io non posso fare altro che espellerla ." dice la preside concludendo il suo monologo.
Mi giro verso Edward, ha i pugni chiusi e la mascella serrata. Cavolo non è un buon segno.
"Signora preside, mi scusi per il comportamento di Elizabeth, mi assicurerò che non le passi più per la testa un'idea del genere." dice mio fratello cercando di usare il tono più gentile che riesce al momento.
"Potete passare nella classe di Elizabeth per prendere le sue cose, arrivederci signor Rossi."
"Arrivederci." dice mio fratello alzandosi mentre io lo seguo.
Andiamo nella mia classe dove faccio lo zaino e spiego il più velocemente possibile alle mie amiche l'accaduto, dato che non credo le rivedrò così presto, e poi seguo Edward nella sua auto per tornare a casa.
🌺🌺🌺
Nota autrice
Finalmente son riuscita a postare in un orario decente!✌🏻
E ora le domandine
Credete sia stata Elizabeth?
In caso negativo, secondo voi chi è stato?
Come pensate reagirà Edward?
E gli altri fratelli?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lasciate un commento e una ⭐
Ci "vediamo" martedì prossimo.
Ciao👋🏻
STAI LEGGENDO
I miei sette fratelli
Teen FictionElizabeth è una ragazza di 14 anni, con 7 fratelli e un passato turbolento alle spalle. Dopo la morte dei suoi genitori e gli anni passati in orfanotrofio, ora vive con i fratelli in Brasile. Sarà qui che Elizabeth crescerà, andrà a scuola, troverà...