"Ma guarda un po' chi abbiamo qui! Elizabeth, che piacere. La dolce sorellina del mio ragazzo. Ora ci divertiamo un po'." esclama mentre il suo cagnolino ride.
Subito dopo sento un dolore fortissimo allo zigomo destro e qualcosa costringermi a girare il volto. Inizialmente non capisco cosa diavolo sia successo ma quando riporto lo sguardo su Julia e vedo il suo pugno chiuso e il ghigno sodisfatto sul suo volto non riesco a trattenermi e mi preparo a ridarle il pugno.
Ma come si è permessa? Io mi stavo anche impegnando a lasciar perdere ciò che mi ha detto e a perdonarla ma ora ha passato il limite!
"Ferma, ferma, ferma!" esclama l'oca quando ormai la mia mano è a dieci centimetri dal suo viso.
Io, non so per quale motivo, mi fermo e la lascio parlare, poi le darò il suo meritatissimo pugno.
"Se mi dai questo pugno mi basterà dirlo ad Evan per farti finire veramente nei guai." dice la sua voce stridula mentre un sorriso appare sul suo volto.
"Oh certo, come no. Forse non ricordi che io sono la sua sorellina e che sei stata tu a dare il primo pugno. Io mi sto solo difendendo!" esclamo con la mano ancora ferma a dieci centimetri da lei.
"Lo ricordo benissimo, ma io sono la sua ragazza che vuole diventare tua amica, tu la sorellina che ieri voleva cacciarmi di casa e mi guardava con sguardo omicida. A chi pensi crederà?"
Abbasso il pugno. Dannazione! Ha ragione!
"Vedo che inizi a ragionare!" esclama.
Poi mi viene un'idea!
"Hai ragione, inizio a ragionare, e credo che mi spunterà un bellissimo livido. -dico indicando lo zigomo- Mi basterà farglielo vedere e dire che sei stata tu e vedrai che non sarò io quella che finirà nei guai." questa volta il ghigno di soddisfazione appare sul mio volto mentre lei è scioccata, ma non ci mette molto a riprendersi.
"Davvero vuoi far soffrire così il tuo fratellone?!"
Soffrire?! Ma che diamine dice ora questa? La guardo stranita e a quanto pare lei capisce e mi sorride malefica.
"Certo, soffrire. Se gli dici che la sua ragazza picchia sua sorella secondo te come la prenderà? Semplice: mi lascerà pensando che tutto ciò che ti è successo e che ti ho fatto è colpa sua, vivrà nel rimorso, inoltre non ti si staccherà più di dosso perché vorrà proteggerti. Non ci avevi pensato, vero?"
Cavolo! Ha di nuovo ragione! Ma da quando in qua le oche hanno un cervello?! Per caso se le è preparate a casa le risposte?!
"Bene, ora che hai capito che ho ragione farai la brava! Oggi matematica mi ha messo 4 e quel nerd di merda non mi ha portato i compiti! Mi spieghi ora da chi diamine li copio?! Ovviamente gli ho già dato la sua lezione e gli ho fatto capire come stanno le cose qui ma, sai com'è? Devo sfogarmi! Facciamo così: eviterò le parti esposte così nessuno scoprirà nulla e tu inventerai una scusa per quella guancia."
Detto ciò mi tira un altro pugno, stavolta in pancia. Un dolore assurdo parte dal punto in cui la sua mano si è scontrata con la mia pelle costringendomi a piegarmi e a portarmi le mani nel punto interessato.
Ma quanta forza ha? Non ha un muscolo ed è magrissima quindi dove la prende sta forza?
Neanche il tempo di riprendermi che mi arriva un calcio allo stinco sinistro. Istintivamente alzo la gamba e con una mano me la massaggio mentre l'altra è ancora in pancia.
Poi un calcio all'altra gamba.
Le gambe iniziano a tremarmi, non le sento più, non riesco più a reggermi in piedi e lentamente mi accascio e mi siedo a terra. Sento le loro risatine.
Ma possibile che in questo bagno c'è sempre la fila e oggi che serve non c'è nessuno!? Sento gli occhi pizzicare e la voglia di urlare sempre più forte, ma non cederò, non le darò mai questa soddisfazione.
Dopo circa altri 5 colpi, tra calci e pugni, si ferma e il silenzio cala nei bagni per più o meno venti secondi nei quali non ho la più pallida idea di cosa stia facendo Julia.
"Cazzo! siamo qui già da dieci minuti. Andiamo o storia ci fa fuori!" ed ecco la voce stridula dell'oca, sicuramente rivolta all'amica.
Mi stavo abituando al silenzio, a non sentire più le loro risatine ma sapere che se ne vanno di certo mi rende molto più felice. Alzo lo sguardo per poterla guardare in faccia.
"Cara Elisabeth, è stato un piacere passare questi minuti con te. Spero ci rivedremo spesso e ricorda ciò che ci siamo dette." disse il tutto con un tono tanto gentile quanto falso che sono certa che se non avessi saputo cosa è appena successo le avrei creduto e le avrei anche risposto con un "È stato un piacere anche per me" ma non è stato così.
Dopo queste parole prende Yasmin per il polso e praticamente la trascina via lasciandomi qui. Continuo a fissare la porta da cui sono appena uscite le ragazze che mi hanno reso gli ultimi cinque minuti un inferno per una trentina di secondi.
Passati questi secondi mi faccio forza e provo ad alzarmi, anche se con scarsi risultati. Ci metto circa una decina di tentativi prima di riuscire finalmente a reggermi sulle gambe. Faccio qualche passo e cado di nuovo a terra, così, ormai rassegnata che ho bisogno di un po' di tempo prima di riuscire a camminare, mi fermo e aspetto qualche minuto.
Dopo circa tre minuti riprovo ad alzarmi riuscendoci molto meglio. Vado verso l'uscita, anche se un po' zoppicante, e me ne torno in classe, per poi sedermi al mio posto dietro Sabrina. Appena mi siedo sia lei che Benedicta, seduta accanto a lei, si girano e mi guardano preoccupate.
"Cos'è successo?" mi chiede Sabrina, sottovoce per non farsi sentire dalla prof.
"Stai bene?" domanda subito Benedicta, anche lei sussurrando, senza neanche darmi il tempo di rispondere a Sabrina.
"Perché zoppichi?" mi chiede di nuovo quest'ultima, facendo la stessa cosa di Benedicta.
"Ragazze, ora basta! Non è successo nulla, sto bene! Sono solo inciampata mentre tornavo e ho preso una storta." rispondo io per far finire l'interrogatorio.
"Da come zoppichi non credo sia solo una storta." ribatte Benedicta guardandomi scettica.
"RAGAZZE, VOLETE CONDIVIDERE ANCHE CON IL RESTO DELLA CLASSE DI COSA PARLATE?" ci richiama la prof salvandomi da questa situazione.
Benedicta e Sabrina si girano, non prima di un "ne riparliamo dopo" ma so che non accadrà perché a quel punto starò già meglio.
Seguiamo il resto delle lezioni e come immaginavo, alla fine della giornata, riesco finalmente a camminare normalmente di nuovo, riuscendo a non far capire ai miei fratelli gli avvenimenti di oggi e a far dimenticare alle amiche del nostro discorsetto.
Torniamo a casa e appena arriviamo corro in camera per cambiarmi. Metto una maglia che copra la pancia, sia perché non hanno ancora notato che è scoperta e non voglio che lo scoprano, sia perché se mi compaiono i lividi non voglio che li vedano, ma resto comunque in pantaloni lunghi, sempre a causa dei lividi.
Pranziamo e il pomeriggio lo passo a fare i compiti o sui social. Dopo cena me ne salgo in camera, mi faccio una doccia molto sofferta: i lividi ancora si stanno formando ma ogni goccia che sfiori uno di quei punti mi fa gemere.
Dopo la doccia torno in camera e mi metto una delle maglie a maniche corte di Ethan e dei leggings. Se entrano in stanza mentre dormo o se mi vengono a svegliare non possono vedere le mie gambe che domani sicuramente saranno piene di macchie viola.
Mi sdraio, spengo la luce e, sperando di non incontrare Julia e Yasmin anche domani, cado nelle braccia di Morfeo.
🌺🌺🌺
Nota autrice
Lo so, vi ho lasciati con l'ansia per una settimana e mi dispiace, ma ecco finalmente il capitolo 9.
Cosa pensate accadrà ad Elizabeth?
Secondo voi i suoi fratelli scopriranno cosa le hanno fatto Julia e Yasmin?
Non ho altro da chiedervi quindi...
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lasciate un commento e una ⭐
Alla prossima settimana👋🏻
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I miei sette fratelli
Novela JuvenilElizabeth è una ragazza di 14 anni, con 7 fratelli e un passato turbolento alle spalle. Dopo la morte dei suoi genitori e gli anni passati in orfanotrofio, ora vive con i fratelli in Brasile. Sarà qui che Elizabeth crescerà, andrà a scuola, troverà...