Sento "The story of my life", degli One Direction, rimbombare nella mia stanza. A fatica apro gli occhi e spengo la sveglia. Gli One Direction ormai si sono sciolti ma, anche se non sono una loro fan accanita, sono gli unici che sono sempre riusciti a tirarmi su il morale, anche nei momenti peggiori, ma oggi non posso proprio farcela.
Di sotto ci sono i miei fratelli sicuramente già pronti a farmi la ramanzina per ciò che ho detto ieri e a scuola c'è Julia, ora che è la ragazza di Evan si crederà ancora più superiore di quanto già non facesse.
La mia pancia brontola e ho i crampi. Ho una fame assurda. Non mangio da ieri a pranzo e davvero non ce la faccio più.
Prendo tutte le mie forze e scendo in cucina dove, come previsto, ci sono i miei fratelli che, non appena varco la soglia, mi guardano male chi deluso chi arrabbiato. La cosa mi inquieta un po'. Passo gli occhi da uno all'altro lasciando per ultimi Edward ed Evan che sono seduti vicini. Giuro che se gli sguardi potessero uccidere in questo momento sarei morta.
Edward mi guarda con lo sguardo più arrabbiato che gli abbia mai visto in volto, almeno tra quelli rivolti a me, mentre Evan dimostra chiaramente la sua rabbia, mista però a delusione, tanta delusione.
Sono sempre stata brava a capire i sentimenti di una persona attraverso gli occhi, soprattutto con i miei fratelli, e in quelli di Evan non ho mai, e ribadisco MAI, visto la delusione.
"MA COSA TI È SALTATO IN MENTE IERI?" mi urla Edward interrompendo quei pochi attimi di silenzio che a me sono sembrati infiniti.
Erik gli mette una mano sul braccio cercando di calmarlo mentre io resto in silenzio, ma non funziona.
"ELIZABETH RISPONDI!" mi urla vedendo che non ho intenzione di parlare.
Mi chiama Elizabeth a prima mattina, partiamo proprio bene! Edward sta per urlare di nuovo ma Erik lo precede.
"Edward calmati. Beth, puoi dirci perché l'hai fatto?" mi chiede con un tono sempre arrabbiato ma più calmo di quello di nostro fratello.
No, fratellone, non posso dirvelo. Vorrei, tanto, vorrei liberarmi di questo peso, ma non posso, non voglio vedervi preoccupati, non voglio che Evan lasci la ragazza a causa mia, anche se la ragazza in questione è Julia, ma soprattutto non voglio vedere i miei incubi realizzarsi, non voglio scoprire che la pensate come lei.
Edward, che si era leggermente calmato pensando che avrei risposto almeno ad Erik, vedendo il mio mutismo scoppia di nuovo.
"ORA BASTA! Mi sono stancato! Hai fatto voto di silenzio? Ora ti faccio vedere io come ti torna la parola: tu non esci da questa casa finché non ti decidi a parlare!" mi dice Edward iniziando urlando e poi controllando e abbassando lentamente la voce.
Credi davvero che cederò così facilmente fratellone? Assolutamente no! Preferisco non uscire per il resto della mia vita piuttosto che caricarvi di questo fardello.
La cosa che più mi preoccupa al momento è Evan: è rimasto a fissarmi con quello sguardo arrabbiato e deluso senza proferire parola. Non è da lui. Se c'è un qualsiasi motivo per urlarmi contro lui coglie l'occasione senza farsi problemi eppure oggi è... silenzioso.
Dopo tutto questo, non so neanche come, ma mi è passata la fame e senza dire nulla a nessuno mi giro e me ne risalgo nella mia stanza per preparami per andare a scuola.
Apro l'armadio e passo da un vestito all'altro per decidere cosa mettere. Alla fine opto per dei jeans grigi a vita alta attillati con due enormi strappi nelle ginocchia e una maglietta larga bianca con due linee grigie orizzontali sul davanti e un po' corta in modo da lasciare leggermente in vista la pancia.
Loro non si importano di ciò che gli dico? Allora io non mi importerò di ciò che loro mi dicono. Tanto cosa possono farmi? Sono già in punizione.
Trucco leggero come sempre, una sistemata ai capelli per lasciarli un po' più ordinati, le Adidas Stan Smith ai piedi e scendo.
Oggi non mi hanno chiamata nemmeno una volta e la cosa mi preoccupa un po'. Forse sono già andati senza di me. Capisco che la cosa non accadrà mai quando li vedo lì seduti sul divano ad aspettarmi. Guardo l'ora e capisco che sono in perfetto orario. Strano. Poi la mia pancia brontola. Ah, giusto, oggi non ho fatto colazione e ho iniziato a prepararmi prima.
Metto le mani davanti la pancia per non far vedere loro che non è coperta e poi dico "eccomi". Loro si alzano senza neanche guardarmi e vanno verso la porta. Per come mi stanno trattando inizio a credere davvero di aver esagerato ieri.
Usciamo di casa e riusciamo a prendere l'autobus. Oggi sono stata puntuale ma credo che se così non fosse stato non mi avrebbero aspettato ancora a lungo.
Non mi rivolgono né uno sguardo né una parola, nulla. È così strano. Di solito sono io a non voler parlare ma loro mi riempiono sempre di domande.
Ci mettiamo circa dieci minuti per arrivare a scuola e una volta qui, dato che siamo in anticipo, vado dalle mie amiche già sapendo che i miei fratelli mi fermeranno dato che oggi Edward mi ha messo in punizione.
Infatti vedo Evan che appena vede che mi allontano viene verso di me ma Edgar lo ferma per il braccio e gli sussurra qualcosa all'orecchio, Evan allora rinuncia a me e torna a parlare con il loro gruppetto di amici popolari. Io colgo l'occasione e corro da Sabrina e Benedicta.
Racconto loro tutto l'accaduto delle ultime ore. Dico loro della sceneggiata che ho fatto quando ho visto Julia a casa mia e di quella a cena spiegando anche il motivo, o meglio, metà del motivo. Dico loro solo che è perché Julia mi sta antipatica e non la voglio come ragazza di mio fratello. Loro mi credono, dato che già mi ero lamentata di quanto detesti quell'oca e loro concordano con me.
Racconto poi della sgridata si sta mattina e della punizione. Alla fine del mio racconto sono scioccate ma mi appoggiano. Mi ha fatto bene sfogarmi con qualcuno, mi serviva proprio. Suona la campanella e andiamo in classe.
Alla terza ora, presa dalla noia più mortale, vado in bagno e immaginate un po' chi ci incontro?! Esatto! Julia e il suo animaletto da compagnia, Yasmin! Mi guardano con un ghigno sulle labbra, quasi a prendersi gioco di me e poi sento la voce stridula dell'oca.
"Ma guarda un po' chi abbiamo qui! Elizabeth, che piacere. La dolce sorellina del mio ragazzo. Ora ci divertiamo un po'." esclama mentre il suo cagnolino ride.
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Nota autrice
Ecco l'ottavo capitolo.
So che non è il massimo ma è un capitolo di passaggio e non potevo saltarlo.
E ora le solite domandine.
Credete che Edward facesse sul serio con quella punizione?
Cosa pensate che Edgar abbia detto ad Evan per farlo calmare?
Secondo voi la nostra protagonista alla fine cederà e racconterà tutto?
Cosa intende Julia con "Ora ci divertiamo un po'"?
Spero che vi sia piaciuto, buona festa della Repubblica e alla prossima settimana.
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I miei sette fratelli
Novela JuvenilElizabeth è una ragazza di 14 anni, con 7 fratelli e un passato turbolento alle spalle. Dopo la morte dei suoi genitori e gli anni passati in orfanotrofio, ora vive con i fratelli in Brasile. Sarà qui che Elizabeth crescerà, andrà a scuola, troverà...