☯Capitolo 34☯

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Erik's pov

"Non è andata così" dice dopo le accuse di Evan, passa poi il suo sguardo su di noi, uno ad uno, e se ne corre in camera senza neanche darci il tempo di realizzare.

"IO LA UCCIDO!" urla subito Edward alzandosi.

"No, fermo, vado io, forse Evan ha capito male." dice Edgar fermando il maggiore per il polso e seguendo la sorella.

È già da un po' che ho il presentimento che ci sia qualcosa sotto questo strano rapporto di Beth e Julia, ma ora ne sono certo: mia sorella non picchierebbe mai qualcuno solo per gelosia, inoltre, ogni qual volta ha un segreto che non vuole dirci, dopo lei ed Edgar si chiudono in camera quindi, qualsiasi cosa stia succedendo, lui la sa e oggi voglio scoprirla anch'io.

Mi alzo e salgo senza dire nulla, arrivo davanti la camera di Beth e apro la porta trovando i due stretti in un dolce abbraccio.

"Voglio la verità!" esclamo e sobbalzano entrambi poi si girano e mi fissano.

"C-che verità?" mi chiede Elizabeth.

"Su tutto. So che state nascondendo qualcosa."

"Non è vero." ribadisce lei.

"Beth sei mia sorella e ho capito che c'è qualcosa che non va e voglio saperlo, per il tuo bene, per poterti aiutare."

"Va bene." mi risponde Edgar fermando la sorella che stava per parlare e che ora lo guarda con gli occhi sbarrati.

Edgar si siede sul bordo del letto e io davanti a lui mentre Beth si mette al centro del letto a gambe incrociate.

"Ed no, ti prego." dice al fratello come se io non fossi qui.

"Beth ascolta, ormai ha capito che c'è qualcosa, ti conviene dirlo, io sarò qui ok? Non ti lascio." le dice, i due si guardano, lei poi sospira e si gira verso di me.

"Julia non è la ragazza che credete- inizia a parlare -anzi, è completamente l'opposto. Il primo giorno che l'ho vista non era ancora la ragazza di Evan, mi spinse e mi disse di stare lontana da voi, da allora la situazione è peggiorata sempre più. Ogni volta che la incontravo mi insultava-"

"Che ti diceva?" la interrompo.

"Diceva che sono una troia, che sarebbe stato meglio se non fossi nata, che voi non mi volete, mi avete presa in custodia solo per pena ma non vi importa davvero e che avreste preferito lasciarmi in orfanotrofio, che è tutta colpa mia se mamma e papà sono morti, che sono solo un peso e che dovrei morire." si ferma e guarda in basso, sono certo che un po' ci crede.

"Piccola guardami- le alzo la testa con due dita -tu non sei assolutamente un peso, sei la cosa migliore delle nostre vite, non avremmo mai potuto lasciarti in quell'orfanotrofio perché senza di te non potremmo vivere e. E non pensare, nemmeno per scherzo, che la morte di mamma e papà sia per colpa tua perché non è così, tu non c'entri nulla, chiaro?" lei annuisce in risposta e io la guardo aspettando che risprenda a parlare.

"Dopo il fidanzamento con Evan è diventato anche peggio, una volta l'ho incontrata nei bagni e ha iniziato a picchiarmi. Prima che tu me lo chieda non l'ho detto perché Evan è felice con lei e non voglio essere io a rovinare ciò. Se non mi credi ero piena di lividi, Edgar li ha visti. Inoltre, il giorno in cui mi hanno espulsa credo sia stata lei a fare il murales e poi mettere i colori nel mio armadietto. La cosa non è finita quando ho cambiato scuola: una volta, qui a casa, ha provato a picchiarmi ma lui- indica Edgar -è arrivato al momento giusto; quel giorno, quando l'ho incontrata per strada si stava davvero limonando con un altro e oggi ha iniziato lei, io mi stavo solo difendendo perché non ne posso più."

I miei sette fratelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora