Sento la sveglia suonare e mi alzo di controvoglia e come di solito vado verso l'armadio per decidere cosa mettere. Proprio mentre sto prendendo dei jeans però il mio cervello si risveglia e ricordo che oggi dobbiamo andare in piscina. Rimetto i jeans nell'armadio e apro il cassetto dove si trovano i costumi.
Ne cerco uno intero in modo che copra la pancia. Non ho mai amato i costumi interi ma per fortuna ne ho due. Uno monospalla nero con una balza che percorre tutta la parte superiore e l'altro, anch'esso monospalla, con uno spacco sul lato destro che dall'ombelico in su è a strisce nere e bianche mentre sotto è tutto nero.
Prendo il primo dato che l'altro lascia scoperto uno dei lividi. Che poi che senso ha mettersi il costume se tanto non posso entrare in acqua?! Eh vabbè. Prendo dei pantaloni, ovviamente lunghi, poi vado davanti lo specchio e copro il livido sulla guancia, mi do una pettinata e quando sono pronta scendo.
Facciamo colazione tutti insieme, tutti parlano della giornata di oggi mentre io mangio in silenzio fino a quando una voce mi fa sussultare.
"Non avrai caldo con i pantaloni lunghi?!" mi giro ed è Edgar.
"Forse, ma sai bene che non posso farne a meno." dico sussurrando.
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Quando tutti sono pronti andiamo in macchina, che a dir la verità è più un pulmino, e partiamo.
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Siamo qui già da tre ore, i miei fratelli sono in acqua da due e mezza, mentre io sono sulla sdraio a prendere il sole mentre leggo dato che non ho nemmeno il cellulare. D'un tratto vedo Edgar uscire e venire verso di me.
"Già uscito?!" gli chiedo sapendo che lui è sempre l'ultimo.
"Sì, non è lo stesso senza di te." dice prendendo un telo per asciugarsi.
"Lo so lo so io sono unica!- scoppiamo entrambi a ridere -allora? Il vero motivo?"
"Sia per stare con te che per dirti che, anche se ancora ce l'hanno con te, non ce la fanno a non lasciarti entrare in acqua quindi puoi andare quando vuoi."
Gli lancio un'occhiata come a dire 'sul serio?' e lui capisce subito.
"Sì, lo so che non puoi entrare per altri motivi ma se non te lo dicevo chi li sente." sbuffa e scoppia un'altra risata sapendo come sono fatti gli altri.
Chiudo il libro, ormai più che stufa di leggere, e tiro le carte di uno dallo zaino.
"Ci facciamo una partita?" gli chiedo e lui annuisce.
Do le 7 carte a testa e iniziamo a giocare.
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Non so da quanto tempo stiamo giocando, ho perso il conto alla sesta, e i miei fratelli solo ora si decidono a uscire dall'acqua.
"Edgar ti ha detto che se vuoi puoi entrare in acqua, vero?" mi chiede Edward mentre tira i panini dalla borsa frigo e io annuisco.
"Allora perché non sei venuta?" chiede Ethan.
"Non mi sento molto bene." dico la prima scusa che mi viene in mente, anche se non è del tutto falso dato che mi fa male la testa.
"Tutto ok? Vuoi che torniamo a casa?" mi chiede Edward porgendomi il mio panino.
"No, non preoccupatevi, ora passa."
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I miei sette fratelli
Genç KurguElizabeth è una ragazza di 14 anni, con 7 fratelli e un passato turbolento alle spalle. Dopo la morte dei suoi genitori e gli anni passati in orfanotrofio, ora vive con i fratelli in Brasile. Sarà qui che Elizabeth crescerà, andrà a scuola, troverà...