Cap.19

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Da quando abbiamo scoperto che il nostro primo figlio è un maschietto Javier passa intere giornate a fare shopping, è così bello vederlo felice e devo dire che compra anche cose molto belle.

Erano le 23:00 non era ancora tornato dal nightclub perché doveva finire del lavoro così io decisi di andare in giardino a fare due passi.

«Non vedo l'ora di vederti» sussurrai accarezzando la pancia.

«Sempre se arriverà quel giorno» sentí una voce alle mie spalle..Miriam.

«Che vuoi?» mi girai e la guardai male.

«Molto semplice come domanda, voglio tuo marito» si avvicinò con un sorrisetto stampato sulla sua doppia faccia.

Indietreggiai e la mia spalla finì contro qualcosa..o contro qualcuno..girai la testa e trovai un'uomo sulla quarantina tapparmi la bocca con una delle sue grandi e possenti mani.

Provai a tirarli un morso sulla mano in modo tale da fuggire, ma la mia speranza andò in frantumi quando l'uomo mi iniettò un calmante nel corpo in modo tale da farmi addormentare.

Buio totale.

Non so quanto tempo passò ma appena aprì gli occhi vidi le mie mani legate al muro da una catena e l'uomo di prima che mi fissava con sguardo omicida.

«Ben svegliata mammina» ridacchiò entrando.

«Miriam!» la guardai male «Liberami immediatamente».

«Non ti agitare faresti del male al tuo moccioso» si avvicinò.

«Che cosa dobbiamo fare della ragazza signorina Hamilton?» si intromise l'uomo.

«Vieni con me, un po' di freddo le farà bene stando in questa cella» ridacchiò e seguita dall'uomo mi chiuse.

La famiglia Hamilton era un'altra famiglia mafiosa, non si sentiva molto perché non era importante come le altre, sicuramente Miriam volevo Javier solo per avere più potere, era l'unica ragazza che faceva parte di una famiglia mafiosa..il resto erano tutti ragazzi.

Cercai di liberarmi o almeno allentare la presa ma ottenni solo un forte fracasso da parte delle catene.

«Ti odio Miriam» sussurrai è in quel momento sentì come un gemito dalla cella accanto.

Mi avvicinai un po' perché non riuscivo molto a muovermi e intravidi un ragazzo a terra..sembrava ferito.

«Ehm..tutto bene?» chiesi cercando di mostrarmi tranquilla.

Il ragazzo alzò il viso..non ci posso credere..scommetto che se mi fossi vista allo specchio ero diventata bianca come un cadavere..era Thomas.

«Thomas..» sussurrai restando immobile.

«Dob..biamo uscir..e d..i qui..» si alzò con molta fatica e appoggiò una mano su una delle sbarre che ci separava.

«Thomas» sospirai «É un'impresa uscire da qui e poi che ti è successo?».

«Mi ha sparato vicino la pancia in direzione della costola..» indicó un punto della maglia bagnata dal sangue.

«Chi è stato?».

«Il padre di Miriam..Calithea questa è gente pazza, sono dei mafiosi di poco conto ma non ci perdono nulla a farti fuori» mi guardò preoccupato «Dobbiamo andare via altrimenti di addio al tuo bambino..».

Aveva ragione..lui li conosceva meglio di me e sono sicura che Miriam avrebbe fatto qualsiasi cosa per avere Javier..anche uccidere mio figlio.

«No..mio figlio non si tocca» alzai lo sguardo per guardarlo «Però tu sei ferito e io sono incatenata qui come facciamo?».

«Tu fidati di me, infondo la conosco bene» si sedette per terra e mi guardò come per rassicurarmi.

Qualsiasi cosa aveva in mente Thomas speravo solo funzionasse.

POV'S JAVIER.

Rientrai in casa sfinito è la prima cosa che feci fu andare in camera da letto dalla mia Calithea.

«Amore..scusa se sono arrivato in ritardo ma ho finito ora» dissi entrando.

Appena accesi la luce però non trovai nessuno se non le lenzuola disfatte.

Scesi giù correndo senza perdere tempo e corsi in giardino..sperando di trovarla lì.

«CALITHEA!» urlai per farmi sentire..ma non ricevetti nessuna risposta.

«Signore!» vidi correre uno dei miei uomini verso di me.

«Dove cazzo sta mia moglie?» furibondo andai da lui.

«Abbiamo il sospetto che l'abbiano rapita» disse poggiando la mano su uno dei tronchi degli alberi per prendere fiato «Anche perché è scomparso anche il vostro amico..Thomas».

«CHE COSA?» non ci potevo credere uno dei miei amici più fidati..forse anche l'unico e mia moglie scomparsi nel nulla.

Non avevo più nemici..gli ultimi che avevo erano stati tutti eliminati..chi poteva essere il folle da pensare di mettersi contro di me prendendo mia moglie e il mio amico.

«Stanotte nessuno deve riposare!» dissi serio mentre la mia testa iniziava a pensare «Voglio che tutti perlustrano da cima a fondo la città, voglio che trovate Calithea e Thomas!» ordinai.

«Avviso gli altri Signore» detto ciò il mio uomo se ne andò correndo.

Da fuori sembravo abbastanza calmo, ma dentro di me stavo per esplodere come un vulcano, chiunque sia l'artefice di tutto ciò la pagherà amaramente, non solo ha rapito il mio amico, ha rapito mia moglie che è la cosa più importante della mia vita è che porta in grembo il frutto del nostro amore.

Speravo stessero tutti bene in particolare il mio bambino che si doveva ancora formare del tutto e che era la creatura più delicata, dovevo trovarli entro stanotte.

Salí in macchina e a tutta velocità seguito da alcuni dei miei uomini ci avviammo verso la città..se fosse stato necessario avrei bussato porta per porta pur di trovarli.

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