11. Ascoltami

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"Kacchan ci stanno guardando tutti" l'eroe numero uno stava camminando a spasso spedito senza pronunciare nemmeno una parola, seguito a ruota da Inko.

GroundZero quello è il suo compagno?

Era la domanda che più veniva rivolta loro dai cittadini e da alcuni giornalisti che li avevano notati.

Asolo qualche coraggioso aveva provato ad avvicinarsi a loro, ottenendo di rimando un ringhio che li fece desistere già in partenza.

"Lei è la madre del ragazzo?" Katsuki si girò e afferrò la madre del suo compagno portandola dietro la sua schiena, frapponendosi tra lei e il giornalista.

"La sfido ad avvicinarsi" ringhiò mostrando i canini appuntiti facendo allontanare l'uomo che scappò a gambe levate.

L'istinto l'aveva portato a proteggere la donna, sapendo che fosse un'Omega sola abbandonata dal compagno; era comunque sua suocera e anche sei sarebbe stata sotto la sua ala protettiva.

Arrivati davanti alla porta di casa Katsuki prese le chiavi dalle tasche di Izuku, ancora in braccio al compagno, e aprì la porta facendo entrare prima Inko.

I due Omega avvertivano il corpo dell'Alpha teso, per questa ragione la donna, con la scusa di dover andare al supermercato, li lasciò soli per parlare.

"Kacchan?" il ragazzo dagli occhi rossi fece scendere l'Omega e lo posò sul divano.

"K-kacchan parlami. Ho fatto qualcosa di sbagliato?"

"Qualcosa di sbagliato dici? Ti hanno visto in questo cazzo stato! Tutti ti hanno visto in un modo in cui solo io dovevo vederti porca puttana!" urlò facendo diventare gli occhi lucidi all'Omega, sentendosi colpevole della rabbia nei suoi confronti.

"V-volevo aiutarti"

"E invece mi hai fatto incazzare e piantala di piangere non sai fare fottutamente altro Omega del cazzo!" ringhiò, aggressivo proprio come i suoi feromoni.

Il verdino espose il collo impaurito e si coprì il volto con le mani, tentando in tutti i modi di smettere di piangere. Il pensiero di aver deluso il suo Alpha lo stava devastando dentro, sentiva come se qualcosa stesse tirando le sue interiora per punirlo.

Era un cattivo Omega.

Aveva fatto infuriare il suo Alpha.

"-eku" l'avrebbe ripudiato e lui ne avrebbe sofferto tantissimo; amava l'Alpha, l'aveva sempre fatto da quando lo aveva visto in azione al festival sportivo di sette anni prima, sperando che un giorno avrebbe potuto incontrarlo e adesso era li davanti a lui, arrabbiato e deluso dal suo essere così... maledettamente lui.

"Deku ascoltami" il piccolo cadde sulle ginocchia mettendosi le mani nei capelli e tirando qualche ciocca verde, i feromoni impazziti per il dolore e la delusione.

"Merda! Deku ascolta la mia voce"

"Sono un c-cattivo Omega. Ti ho deluso s-sono un cattivo Omega! Un cattivo Omega" pianse singhiozzando tirandosi più forte i capelli per auto-punirsi.

"Omega ascoltami" il piccolo ubbidì, obbligato dal tono da Alpha, continuando però a singhiozzare senza controllo.

"Perché dici di essere un cattivo Omega?" le iridi rubino lo stavano scrutando dopo che si era inginocchiato davanti al compagno.

"T-ti vergogni di me, ti ho deluso. T-tu non vuoi che mi vedano, sono uscito di casa, è colpa mia".

"Tu puoi uscire di casa Deku, che cazzo stai dicendo"

"Un bravo Omega sta in casa e non fa vergognare l'Alpha. A-avevano ragione" Katsuki capì subito chi avesse detto quelle parole e il suo sguardo si addolcì di scatto sentendosi un cretino, non avendo tenuto in conto che l'Omega era ancora scosso da quello che gli era accaduto ormai mesi addietro. Gli prese le mani dolcemente e gliele allontanò dai capelli, sostituendole con le sue, mettendole a coppa sulle sue guance.

"Izuku io non mi vergogno di te e non voglio assolutamente che tu stia chiuso in casa. Non mi hai deluso, ma lo farai se continuerai a pensare che quello che ti hanno detto quei bastardi sia giusto. Tu puoi fare quello che vuoi quando vuoi: puoi uscire, venire a trovarmi in agenzia, anche frequentare quei cretini che mi ritrovo come colleghi. Ma mai.. e dico mai dovrai pensare di non essere abbastanza per me".

"Io volevo aiutarti" mormorò strofinando gli occhi come un bambino guardando l'Alpha dritto nei suoi.

"Non volevo che ti vedessero star male perché solo a me deve venire il desiderio di prendermi cura di te, farti sentire perfetto e amato è un mio dovere"

"Alpha!" pianse di nuovo l'Omega sentendo improvvisamente il cuore caldo abbracciando il ragazzo di fronte a lui, stringendo le braccia attorno al suo collo.

"Sei perfetto così come sei Izuku e se dovrò prenderti a pugni per fartelo capire lo farò" gli sorrise baciandolo sulle labbra.

"Mi coccoli Alpha?"


Inko tornò circa un'ora più tardi e, non trovando nessuno nel salotto, si avviò verso la camera del figlio, trovando la porta aperta.

"Inko puoi entrare" l'Alpha sapeva che la madre del piccolo stava aspettando il suo consenso per entrare.

"Ti va un thè?" sorrise nel vedere suo figlio steso sopra l'eroe semi addormentato, mentre faceva le fusa, apprezzando le carezze che l'altro gli stava facendo nella zona lombare, ancora dolorante a causa degli amplessi durante il calore.

"Prima mi ha chiamato quella vecchia di mia madre e vuole vedere Izuku. Quella è capace di presentarsi qui se non l'accontento. Preparati perché è una dannata vecchia schizzata"

"Se ha messo al mondo una persona come te non può essere così terribile, hai rubato il suo cuore, non spezzarglielo per favore, è devastante l'abbandono del compagno, io lo so bene"

"Se dovessi farlo, ti do il permesso di prendermi fottutamente a schiaffi e di darmi un calcio nelle palle"

"Alpha coccole"

"Omega non esagerare, è un'ora che ti faccio ste coccole di merda, ora basta con queste cose da fottuti innamorati smielati, alza il bel culo che ti ritrovi e vai a prepararti"


"Noto con piacere che mio figlio ha adempiuto al suo dovere e ti scopato come si deve"

"Vecchiaccia un po' di contegno cazzo" Inko guardava i due lanciarsi veleno a vicenda da quando avevano messo piede in quella casa.

Aveva conosciuto i genitori dell'Hero numero uno ed era rimasta sconvolta dalla somiglianza tra madre e figlio, soprattutto per quanto riguardasse il carattere: doveva essere stato un figlio difficile da gestire... un po' come Mitsuki... era una madre davvero fuori dagli schemi

"Non credo che Inko si sconvolga, anche lei ha un figlio e tu sai come si fanno no? Infili il tuo caz-"

"Buoni questi dolcetti!" se ne uscì Izuku, rosso dall'imbarazzo e per la presenza della madre, seduta accanto a lui, a sua volta seduto accanto a Katsuki; lui aveva voluto quella disposizione, per il primo incontro tra le famiglie si era assicurato che quell'Alpha deficiente di sua madre non spaventasse Inko.

"Accompagno Deku in bagno" se ne uscì Bakugo prendendo in braccio Izuku e avviandosi per le scale, sotto le proteste del più piccolo.

"Fate piano imbecille! Non voglio sentire le urla di Izuku! Il piccoletto è proprio un caro ragazzo, l'hai cresciuto davvero bene Inko... sei stata una forte Omega"

"Ho dovuto, mio marito dopo aver scoperto il genere di Izuku mi ha chiesto il divorzio e se n'è andato. Lui avrebbe voluto un Alpha, ma a me bastava che fosse in salute. E' stata dura ma rifarei tutto un milione di volte"

"Sei stata più forte di molti Alpha credimi, crescere un figlio da soli non è facile e non lo dico perché sei un'Omega; la forza di una madre non si stabilisce dal genere, ma dall'animo. Sei mai avrai bisogno di qualsiasi cosa, la nostra porta è sempre aperta così come quella di Katsuki" la verdina sorrise e ringraziò, non aspettandosi un discorso così, senza volgarità o urla.

Ma dovette ricredersi presto.

"Per quanto riguarda Katsuki...questo vale fin quando non sarà dentro il culo di tuo figlio".

Per tutti i miei sbagli...vuoi sposarmi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora