Capitolo 9

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Ci sedemmo in silenzio nell'auto di Louis, diretti al ristorante per la cena.
Improvvisamente sentii un grande senso di determinazione. E non sarebbe successo se non avessi mentito a Nick.

Mi stavo completamente fidando del mio allenatore e gli avrei obbedito in ogni momento. Non vedevo l'ora di ricevere il mio prossimo ordine. Dovevo dimostrargli che potevo essere un bravo ragazzo.

Anche il collare sul mio collo ne era una dichiarazione. Quasi mi vergognavo di aver indossato il collare in un ristorante così costoso, ma ero sicuro che me ne sarei dimenticato, presto.

"Scendi" disse e scese lui stesso. Louis aveva già aperto la mia portiera per me. Mi tese la mano che accettai e scesi dalla macchina. Appena mi alzai, gemetti in silenzio. Avevo ancora il dildo dentro di me e ogni mossa che facevo era una tortura.

Dato che Louis era il gentiluomo che era, mi fece sedere al tavolo per primo. Si chinò per sussurrarmi all'orecchio e io rabbrividii mentre il suo respiro mi solleticava la nuca.
"Slacciati i pantaloni e spostali sotto le cosce" sussurrò seducente, sedendosi accanto a me.

Eravamo seduti a un tavolo in un angolo in modo che nessuno potesse vedere cosa stavamo facendo. Sbottonai il bottone e aprii la zip dei jeans. Alzai i fianchi in modo da poter abbassare i pantaloni come aveva detto lui.

Mi mise la mano sulla coscia e la mia erezione stava già crescendo.
Il cameriere venne al nostro tavolo indossando una tipica uniforme e ci portò i nostri menu. "Cosa vuoi ordinare?" mi chiese Louis.

"I-eh," balbettai. La sua mano iniziò ad accarezzarmi dolcemente la coscia, così non fui in grado di concentrarmi sulla risposta.
"Cosa hai detto?" lui mi guardò. Ho deglutito a secco.
«Allora ti ordino qualcosa», disse, tornando al menu.
Il cameriere poi ci portò una bottiglia di vino e Louis gli diede i nostri ordini. Versò del vino per me e per se stesso... aveva bisogno di entrambe le mani per farlo. Ma non mi faceva sentire meglio con i pantaloni ancora a metà coscia. Mi porse un bicchiere e io lo presi con dita tremanti.

"Cin cin"mi diede un'occhiata. Annuii e alzai il bicchiere. Il vino aveva un sapore fresco e lussuoso. Eravamo in un ristorante raffinato, non ero mai stato in un ristorante come questo in realtà. Rimisi il bicchiere sul tavolo, un po' più velocemente di quanto avrei voluto, Louis non si preoccupò.

"Appoggia i gomiti sul tavolo e sollevati", ordinò. Mi aspettavo qualcosa del genere.
Spinse via il mio vino e io seguii i suoi ordini. Da quel giorno in poi, volevo realizzare assolutamente tutto ciò che mi avrebbe detto. Qualunque cosa.

Cercai di comportarmi normalmente in modo che le poche persone che erano nel ristorante non scoprissero che c'era qualcosa che non andava in me. Alzai il sedere dal sedile e appoggiai gli avambracci sul bordo del tavolo. Guardando Louis sembrava che non stesse succedendo niente.
Poi fece scorrere la mano sul mio culo, spingendo il dildo più in profondità nel mio corpo fino a dove ora era premuto saldamente contro la mia prostata. Espirai a scatti. Non potevo rischiare che qualcuno mi ascoltasse. Ma sapevo che non sarei stato in grado di durare a lungo.

Tenne la mano sotto il mio corpo e strinse le mie palle nella sua mano. Aprii la bocca in un gemito silenzioso. Volevo mostrare quanto mi piacesse, ma non potevo e mi stava frustrando. Rialzò la mano e la fece scivolare sotto i miei boxer, afferrando l'estremità del dildo e tirandola fuori solo un po' nello spazio tra il mio culo e la sedia.
Iniziò a muovere il dildo dentro e fuori dal mio corpo a un ritmo veloce, avanti e indietro e io piegai la testa impotente e sospirai. Mi fece segno di stare zitto. Il piacere beato scorreva attraverso il mio corpo come se mi stesse ricaricando.

Mi lamentai disperatamente, sperando che si fermasse.Lo fece ancora un paio di volte e fortunatamente si fermò proprio quando volevo gemere ad alta voce e pregarlo di mettere via la mano. "Siediti." Mi sono seduto prima ancora che finisse la frase. Mi agitavo nervosamente e bevevo il mio vino per farmi coraggio.
Entrambi vedemmo il cameriere avvicinarsi con il nostro cibo e Louis mi mise una mano sull'inguine, accarezzandomi brutalmente attraverso i miei boxer.

"Oh!" Non potei trattenermi e gemetti. Louis mi guardò sorpreso. Probabilmente non si aspettava che lo facessi.

"Pesce?" chiesi quando finalmente si allontanò il cameriere.
"Sì, hai qualcosa contro?" Alzò il sopracciglio e cominciò a mangiare.
"No, Maestro" risposi e cominciai a mangiare anch'io. Era più difficile da ingoiare con il collare. In realtà, lo era da quando Louis me lo aveva messo. Ma in pubblico, lo sentivo molto di più.

"Louis?" sussurrai e lui posò coltello e forchetta, voltandosi verso di me.
"Che cosa?" mi guardò incuriosito.
"Come sei entrato in questo stile di vita?" chiesi. Ci fu un silenzio imbarazzante. Probabilmente non si aspettava quel tipo di domanda. Come mi aspettavo, mi chiese obbedienza immediata.
"Te lo dirò un'altra volta, ora mangia," disse dopo un momento.
"Va bene, Maestro," tornai a mangiare.

Dopo un po', infilò la mano nella mia biancheria intima e tiro'fuori la mia erezione dura. La prese nel palmo e iniziò a pomparmi a un ritmo lento. Non riuscivo a concentrarmi sul cibo da quanto fosse bello ciò che mi stava facendo. Resistetti per un momento, ma poi fu troppo piacere da sopportare.

"Per favore," piagnucolai sul tavolo, posando le posate.
"Gemi solo per me, gattino" si sporse verso di me e mi sussurrò all'orecchio. Mi morse il lobo dell'orecchio e io chiusi gli occhi. Potevo assaporare il mio orgasmo imminente sulla mia lingua e ora voleva che gemessi! "Andiamo," sussurrò e strofinò il pollice sulla punta del mio cazzo che perdeva. Sospirai e non ci provai nemmeno.

Improvvisamente, mise l'altro braccio intorno alla mia vita e mi fece girare verso di lui in modo che la mia testa fosse sulla sua spalla e le mie labbra vicino al suo orecchio.
"Gemi, piccolo" ordinò piano e accelerò i colpi sul mio cazzo. Gemetti nel suo orecchio e il mio autocontrollo sparì. Lo abbracciai anch'io con una mano e iniziai a muovermi un po' sulla sedia per avere più attrito. Sospiravo continuamente, ma ero sicuro che nessuno potesse sentirmi.
"Per favore" mormorai sulla sua spalla dopo un tempo infinito. Volevo venire immediatamente. Ma c'era un problema.

"Non oggi," disse, e si fermò per abbracciarmi. Pompò ancora una volta e rimise il mio pene nei miei boxer... non riuscivo a riprendere fiato.
"Vestiti," mi disse e bevve un sorso del suo vino. Gli obbedii e mi tirai su i pantaloni, abbottonandoli. Mi sentii sollevato quando sono tornati, ma fu molto doloroso.
Louis mise dei soldi sul tavolo e lasciammo il ristorante.

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