Capitolo 26

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"Hai preparato tutto?" Louis mi strinse il collare intorno al collo, tutto perché Nick voleva che lo indossassi. "Immagino, ma è meglio che vada a controllare" misi la mia borsa davanti alla porta e tornai nella mia stanza.

Ero sicuro di non aver dimenticato nulla, così mi sedetti sul letto, a capo chino, guardandomi i palmi delle mani. Stetti seduto così in silenzio per diversi minuti.

"Dobbiamo andare," disse Louis, comparendo nello stipite della porta. In quel momento la prima lacrima della giornata scivolò sul mio viso, ma sapevo che ce ne sarebbero state altre, perché lo stavo lasciando!
'Vieni qui" disse, e io mi alzai e caddi tra le sue braccia.

Entrammo in ascensore e mi ricordai di qualcosa. Volevo farlo quando siamo stati qui la prima volta, anche la seconda volta... E lo voglio ora. "Posso esprimere un desiderio?" chiesi con cautela.
"Qualsiasi cosa per te", rispose e appoggiò la mia borsa sul piano dell'ascensore.
"Voglio farti un pompino. Ecco," dissi, temendo che avrebbe rifiutato.
"Come desideri", disse, e premette il pulsante sul controllo dell'ascensore, così si fermò. Poi si appoggiò al muro e io caddi in ginocchio davanti a lui, sorridendo felice.

Lo aiutai a sbottonarsi i jeans e a liberarsi l'erezione. Mi venne l'acquolina in bocca solo a vederla. Lo presi in bocca e lo succhiai, andando più in profondità che potevo. Non giocai con lui, andai dritto al sodo, perché volevo che se lo ricordasse a lungo.

A volte il mio riflesso del vomito protestò, ma presi un respiro profondo attraverso il naso e lo respinsi.
"Hmm... la tua bocca è così bella," Louis sospirò e mi passò le dita tra i capelli. Ma non spinse la mia testa verso il basso, mi tenne solo lì. Le lacrime iniziarono a formarsi nei miei occhi quando provai a prenderlo tutto in gola.

A Louis doveva essere piaciuto perché si lamentava costantemente, quasi quanto la notte scorsa. Il ricordo della notte mi provocava le farfalle nello stomaco.

"Guardami"comandò e io obbedii. In quel momento mi schizzò profondamente in gola e io inghiottii immediatamente. Non volevo sprecare il suo delizioso sperma, ma non volevo nemmeno fare casino.

Tirai fuori il suo bel cazzo dalla mia bocca e lui si è riabbottonò i pantaloni. Mi prese la mano, aiutandomi ad alzarmi. Dopo di che mi attirò in un bacio appassionato. "Bravo ragazzo," mormorò nelle mie labbra. Sorrisi, era esattamente quello che avevo bisogno di sentire. Mi stava chiamando così per l'ultima volta, pensai.
"E ora dobbiamo sbrigarci," annunciò e l'ascensore riprese a muoversi quando premette il fondo.

Il viaggio in macchina fu silenzioso. Se avessi detto qualcosa, mi sarei messo a piangere. E se Louis avesse detto qualcosa, avrebbe avuto lo stesso effetto. A un certo punto non riuscii a sopportare i miei sentimenti e mi girai verso di lui. Forse non se ne accorse, dato che si stava concentrando sulla guida.

Il suo viso era bellissimo. La sua bocca leggermente aperta, zigomi ben modellati. Stavo per lasciare il ragazzo più bello che avessi mai visto. Una lacrima mi sciovolò con la coda dell'occhio, la asciugai, in modo che Louis non potesse vedere.

Parcheggiammo all'aeroporto nel garage. Louis estrasse le chiavi dall'accensione e si voltò a guardarmi. Mi accarezzò la coscia e io coprii la sua mano con la mia. Si chinò verso di me e passò il pollice sul mio labbro inferiore, sulla guancia poi sul bordo del colletto che indossavo, come se mi vedesse per la prima volta. Capii che si sentiva come me... non voleva che me ne andassi. Poi prese il mio telefono dal vano portaoggetti, restituendomelo. Me ne ero completamente dimenticato, a dire il vero.

Scendemmo dalla macchina e prese la mia borsa dal bagagliaio. Una scheda elettronica nel terminale rivelò che avevo ancora un po' di tempo e che dovevo ancora essere imbarcato. Intorno c'era gente, proprio come quando sono arrivato, ma non mi importava. Mi voltai verso Louis e gli avvolsi saldamente le braccia intorno al collo.

Lasciò la mia borsa e mi afferrò. Mi sono soffocato con le mie stesse lacrime.
"Harry, credimi, se potessi fare qualcosa, allora lo farei", mi tenne stretto.
"Non piangere, per favore," mi accarezzò la schiena,
"Andrà tutto bene." Lo lasciai allontanare lentamente.
"So che non andrà bene, non finché non sarò con te," dissi, le lacrime che continuavano a rigarmi le guance. Lo guardai negli occhi e vidi delle lacrime, anche se si sforzava di nasconderlo.

"Dov'è quel sorriso, piccolo? Amo le tue fossette," mi asciugò le lacrime e sorrisi per il suo gesto dolce. Avrei voluto dirgli tante cose, ma non riuscivo a dire una parola, per quanto mi faceva male. Mi strinse in un altro forte abbraccio, le mie lacrime salate gli inzupparono la camicia, ma a nessuno di noi poteva importare in quel momento.

"L'ho detto una volta e lo dirò di nuovo. Sei il miglior sottomesso che abbia mai avuto. E sono contento di averti potuto allenare", disse, e mi lasciò andare. Lo guardai in faccia. "Non lasciare che Nick ti faccia sentire impotente. Sii obbediente, ma non aver paura di usare la tua parola di sicurezza. E andrà tutto bene, okay?" intrecciò le sue dita con le mie.

"Grazie"dissi "Per tutto". Non aspettò e unì le nostre labbra. In quel momento fu come se tutto si fermasse. Mi piacerebbe rimanere così per sempre, ma interruppe il bacio quando sentii che stavo perdendo il controllo. Succedeva ogni volta che ero così vicino a lui, a dire il vero.

"Io ti am-" mi fece tacere con un altro bacio prima che potesse scivolare dalle mie labbra. Poi si staccò e scosse la testa in segno di disapprovazione. Non capii perché mi avesse fermato. "Devi andare", disse, e io annuii, raccogliendo la mia borsa dal pavimento.
"Addio, Harry," sussurrò, e io trattenni le lacrime e me ne andai lentamente. La partenza del mio aereo chaimò, quindi dovetti sbrigarmi. Mi rivolsi a Louis per l'ultima volta, guardando nei suoi occhi angelici che brillavano anche alla distanza tra noi. Forse a causa delle sue lacrime... sicuramente a causa delle lacrime.

Dopo un momento ero seduto sull'aereo. Mi chiedevo perché Louis non volesse che pronunciassi quelle tre parole. Era impossibile che non si sentisse allo stesso modo, quindi non capivo. Mi passai le dita sulle labbra. Potevo ancora assaggiarlo. Stavo tornando a casa, ma non vedevo l'ora di essere lì.

Per un breve minuto, mi sono ritrovato a pensare di essere contento di vedere Nick. Ma era un pensiero così piccolo... Perché non ero contento. Ma avevo vissuto con lui più di sei mesi ed è ancora il mio ragazzo, non potevo andarmene. Avevamo quel contratto. Come se Nick avesse un contratto con Louis sulla mia formazione. Non avevo firmato nulla però, quindi era un contratto tra loro. Come avrei gestito la convivenza con Nick con questa relazione? Ero sicuro di non amarlo, quindi potevo andarmene? Sì, pensavo di poterlo fare. Potevo ancora prendere le mie decisioni, ma la domanda era se me lo avrebbe permesso. Non sapevo di cosa fosse capace...

Invece, iniziai a pensare a Louis. E solo a Louis. Mi avrebbe dato il potere di superare tutto questo.

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Ma raga che tristezza. Non so voi ma per me sono due stupidi perché potevano benissimo mandare a fanculo Nick e stare insieme, e invece no devono complicarsi la vita. Va be' lasciamo stare.

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