Capitolo 14

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"Non mi avrebbe sculacciato se non lo meritassi", sussurrai.
"E poi ti ha mandato qui," disse con rabbia e io preferii non dire nient'altro.
Finì rapidamente la mia seconda caviglia con la lozione e rimise le gambe sul pavimento, così avrei potuto andarmene quando le cose avrebbero iniziato a sentirsi troppo.
"So come ti senti", sussurrò.Mi fermai un momento, ma poi capii che era assurdo.

"No, di certo non lo sai," mi alzai e volevo andarmene, ma lui mi afferrò velocemente la mano. Gaurdai le nostre mani intrecciate e tirai via la mia come se mi fossi scottato.
"Lo so molto bene" cercò di convincermi, ma non volevo credergli.

"Come puoi?" Gli chiesi , ma non lo guardai. Si alzò anche lui e mi girò per la presa sui fianchi, lo spinsi via di nuovo, sentendomi un po' in colpa ma non abbastanza.
"Ho passato una situazione simile, Harry" disse. Scossi la testa no. Mi stavo ripetendo che non era vero e stava solo cercando di ingannarmi.

"Siediti e ti racconterò" mi fece cenno. Così mi sedetti esitante e lui si mise accanto a me, un grande divario tra di noi. Rimanemmo in silenzio per il momento, come se stesse riflettendo. Ero pronto ad andarmene, ma poi parlò.

"Il mio ragazzo non mi aveva mai chiesto niente e una volta, dormimmo insieme, mi legò e iniziò a fare il duro dal nulla" giocò con le dita in grembo, non era così che si era comportato fino ad ora.
"Non ho intenzione di descrivere i dettagli, perché sono sicuro che puoi immaginare."
"Quei mesi in cui ero letteralmente la sua troia mi hanno segnato, credimi o no. Ma io lo amavo ancora, come te."

Potevo vedere il suo sguardo su di me con una visione periferica, ma non avevo la forza di guardare a lui indietro. Né avevo niente da dire.
"Vuoi sapere come l'ho fermato?" chiese, ma non era una domanda. Mi girò il viso verso di lui con la mano e io non opposi resistenza. Lo guardai negli occhi e capii che me lo stava dicendo la verità, perché c'erano lacrime che luccicavano nei suoi occhi.

"L'ho lasciato e l'ho dimenticato. Non mi meritava" disse e ci fu silenzio. Sembrava che stesse respingendo le lacrime.
"Poi ho iniziato ad allenarmi. Dall'inizio era solo perché mi faceva male e volevo scaricare la mia rabbia, ma poi ho iniziato a divertirmi e ho guadagnato soldi..."concluse. Non riuscivo a smettere di guardare i suoi occhi anche se non guardava più i miei. Rimasi scioccato dalle sue parole. Sembrava ancora abbastanza incredibile.

Avrei voluto distogliere lo sguardo, ma lui si voltò verso di me, non c'era più nessun segno di lacrime, ma lo sguardo era esitante. Ci volle un minuto, forse due.

"Fammi dimenticare" mormorai e lui esaminò il mio viso per un momento, come se non fosse sicuro di aver sentito bene.

Poi afferrò il mio viso piuttosto rudemente, disperatamente e fece schiantare le nostre labbra insieme. Ci baciammo lentamente e con attenzione per un po', ma quando scoprì che non volevo tirarmi indietro aggiunse intensità e iniziò a baciarmi appassionatamente.

Mi fece sdraiare sul divano e io gli afferrai una ciocca per i capelli. Potevo toccarlo, finalmente. Mi baciò ancora una volta sulle labbra e scivolò sul mio collo, dove si concentrò sul mio punto sensibile e io gemetti. Ha fatto passare la mano sotto i miei pantaloni della tuta e boxer e ha afferrato il mio cazzo palpitante.

 Dalla mia bocca uscirono gemiti deliziosi. Era esattamente quello di cui avevo bisogno.
"Voglio dimenticare," dissi senza fiato e allargai le gambe affichè lui capisse.
"Non posso rescindere il contratto. Mi dispiace," si accigliò e si staccò da me.
"Louis?" Mi guardò, senza più lacrime nei suoi meravigliosi occhi cerulei. "Grazie" lo guardai profondamente negli occhi e lui annuì. Si alzò.

Anche se non dovevo, mi spostai sul pavimento e mi misi in ginocchio, guardando in basso come se mi stessi allenando.
"Promettimi che ti concentrerai solo sull'addestramento."
"Te lo prometto, Maestro", ho risposto senza esitazione. A cos'altro dovrei dedicare ora tutta la mia energia, piuttosto che allenarmi, quando mi ha aperto perfettamente gli occhi?

"Aspetta dove sei" disse e se ne andò. Una lacrima salata scese dal mio occhio. La tolsi velocemente. Louis tornò subito indietro, chinandosi davanti a me e mi restituì il collare.

"Okay, Harry. L'allenamento continua" me lo strinse al collo e la deglutizione fu di nuovo più complicata.
"Non ti sei inginocchiato per molto tempo quindi andiamo" appuntò un guinzaglio al colletto e tirò delicatamente per farmi capire. Mi misi a carponi dietro di lui.

Entrammo nella stanza. Questa volta c'era una luce normale. Questo faceva sembrare la stanza completamente diversa, così semplice. A parte gli strumenti...

Mi fece inginocchiare accanto alla porta. Non osai alzare lo sguardo su di lui. Si prese il suo tempo per innervosirmi, mentre preparava la stanza. L'ultima cosa che fece fu tirare le tende. Mi slacciò il guinzaglio dal collare e mi afferrò per questo, così rimasi in piedi.

"Spogliati!" comandò. Non esitai e iniziai a spogliarmi. Per tutto il tempo stette in piedi di fronte a me, osservando ogni mio movimento. Nel momento in cui mi trovai accanto a lui completamente nudo mi eccitai all'inverosimile.

Sentivo che esaminava ogni curva del mio corpo, ma i suoi occhi non sembravano sbagliati sulla mia pelle, ma buoni. Veramente buoni.
"Vieni qui," indicò un posto accanto al letto e io mi spostai lì e mi inginocchiai. Mise giù il guinzaglio e la cintura, suonò quando si slacciò i pantaloni. Mi afferrò brutalmente i capelli. Piagnucolai. Era un po' troppo duro.
"Apri", disse ad alta voce e io obbedii di nuovo. Non appena aprii la bocca, spinse la sua erezione con tutta la sua lunghezza nella mia gola. Il mio riflesso del vomito si attivò e mi strozzai intorno a lui, poi mi abituai.

"La tua bocca è così buona," disse, e metà del suo cazzo scivolò fuori dalla mia bocca.
"Abbi cura di me" ordinò. Unii le mani dietro la schiena, lui avrebbe voluto che lo facessi comunque e sentii la sua presa sui miei capelli allentarsi.

Iniziai a succhiarlo. Penso che gli sia piaciuto il mio ritmo, quindi mi laciò andare completamente la mia testa. Nascosi i denti accuratamente dietro le mie labbra, quando incavai le mie guance e succhiai il suo cazzo come meglio sapevo fare.
"Sei una gran troia," mi disse un minuto dopo, e mi venne in bocca. Fece scivolare fuori il suo cazzo e ingoiai tutto e tosii un po'.

"Se verrai, ti punirò duramente", mi sussurrò all'orecchio da dietro.
"Non lo farò, Maestro", deglutii.Dicendo questo, cerchiò con qualcosa di duro e bagnato la mia fessura, cosa mi fece gemere.Fece scivolare dentro l'intero vibratore lentamente e sollevai un forte sussulto. Amavo essere pieno.

Gemevo in silenzio su quella pienezza perfetta.In fondo alla mia mente, desideravo qualcos'altro. Qualcosa di caldo, pulsante e cosicchè potesse spingersi nel mio corpo con forza e senza pietà.

Le vibrazioni furono accese e improvvisamente strillai e gemetti di piacere.Iniziò a muovere il vibratore dentro di me molo velocemente direttamente per colpire la mia prostata, mentre l'altra sua mano afferrò il mio cazzo duro e cominciò ad accarezzarmi a un ritmo lento.

"Oh!" Sospirai.Entrambi i ritmi erano così diversi ma si mescolavano in qualcosa di straordinario.

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