Capitolo 10

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"Posso sedermi sul sedile posteriore, maestro?" gli chiesi mentre tornavamo alla macchina. "Sei stanchi?" chiese mentre mi lanciava un'occhiata. "Sì, sono il Maestro"risposi. "Beh, allora puoi sederti sul sedile posteriore" acconsentì, cosa che non mi aspettavo.

Ma ero contento perché mi sentivo davvero stanco. Sembrava che i miei occhi si stessero chiudendo e prorbabilmente mi sarei addormentato nel giro di pochi secondi. Aprii la portiera del sedile posteriore e entrai in macchina. Poi allacciai la cintura di sicurezza e mi rannicchai comodamente sul sedile. Ero davvero esausto. Fuori era buio e la strada mi stancava ancora di più. Appoggiai la testa al finestrino, chiudendo gli occhi e al rumore del motore mi addormentai.

"Harry?" aprì lentamente gli occhi. Louis era in piedi davanti alla mia portiera in attesa che uscissi. Mi stropicciai gli occhi assonnati mentre mi tendeva la mano, che accettai e scesi dall'auto. Mi passai nervosamente una mano tra i capelli mentre Louis chiudeva la porta. Speravo di non sembrare così male come pensavo di essere. Avevo ancora quella cosa sepolta nel profondo, e stava sfiorando il fascio di nervi che mi dava piacere. Eravamo nel garage sotterraneo, dove faceva un po' freddo, ma quando entrammo in ascensore, come il primo giorno, iniziai a sentire caldo.

Mi ricordai di una notte in cui eravamo in ascensore con Nick e lui mi aveva scopato proprio in quel momento. Era notte fonda, quindi siamo stati fortunati che nessuno potesse sentire i miei lamenti... speravo.

"Giuro che questo non c'era mezzo minuto fa" Louis mi si avvicinò così vicino che si stava strofinando contro il mio corpo.
Non capii. Che cosa intendeva?Alla fine capii quando mi strinse forte l'inguine con la mano. Gridai di piacere e distolsi lo sguardo da lui, non volevo che mi vedesse arrossire.
Ma come potevo tenere gli occhi lontani dal suo viso quando era così vicino? Mi spinse contro il muro, e il respiro mi si bloccò in fondo alla gola.

"A cosa stai pensando?" chiese mentre sentivo il suo respiro caldo sulla mia guancia e la sua mano sul cavallo dei miei pantaloni.
Sapevo che dovevo dirgli la verità. Non avevo scelta, perché la regola numero sette.
"Ho pensato a una volta che io e Nick abbiamo fatto qualcosa in un ascensore", speravo che sarebbe stato sufficiente per rispondere alla sua domanda, ma inconsciamente sapevo che non sarebbe stato così. "E cos'altro è successo?" lui mi chiese.
"Mi ha scopato" dissi in un fiato.

"E ti è piaciuto?" mi chiese di nuovo e iniziò a palparmi attraverso i pantaloni.
"Sì, Maestro" dissi sinceramente.
"Vorresti farlo di nuovo qualche volta?" lui mi chiese. La sua voce era improvvisamente profonda e mi ha fatto rabbrividire.
"Io-Sì, Maestro." Che altro potevo dire dire? Volevo farlo. Proprio adesso. Giusto qui. Con lui. Era così ovvio. "Veramente?" mi chiese.
"Ti prego.." gracchiai in silenzio e trattenendomi dal muovere i fianchi contro la sua mano per ottenere più attrito. Sorrise e basta, lasciandomi andare il cavallo e lasciandomi appoggiato al muro senza fiato.

Quando l'ascensore suonò annunciando che eravamo al suo piano e la porta si aprì, mi resi conto di cosa avevo effettivamente chiesto. Camminammo lungo il corridoio fino alla porta del suo appartamento e mi vergognai per quello che ho chiesto.

Quando le porte si chiusero dietro di noi, fui bloccato e spinto contro il muro freddo. Louis mi afferrò il collare in modo che si aggrappasse al mio collo, era difficile respirare in quel modo e lo guardai profondamente negli occhi.
 "Sei così carino quando implori"disse. Non era quello che mi aspettavo da lui, ma ero così eccitato e non potevo trattenermi.

"Mi piacerebbe ma non posso fotterti. Che peccato. Sei ancora sotto contratto," mi ringhiò in faccia e io mormorai che avevo capito. Questo è davvero vietato nel contratto? Non so se ero più infastidito perché nessuno potrà scoparmi in questo posto o perché Louis non può scoparmi. Probabilmente perché era incredibilmente bello e sentivo cose che non avevo mai provato prima. Non sapevo cosa fare. Mi sentivo male e sorprendente bene allo stesso tempo. Mi lasciò andare e io spinsi il mio corpo lontano dal muro, sconcertato. Volevo solo andare in camera mia perché cominciavo a sentirmi di nuovo stanco.

Ma mi fermò con la sua voce.
"Aspetta sul tuo letto. Mani e ginocchia. Nudo" disse dandomi istruzioni.
Quando sono entrato nella stanza feci subito come mi aveva detto e aspettai pazientemente. Non mi piaceva proprio aspettarlo in una posizione così provocatoria dopo quello che aveva detto, ma dovevo essere obbediente.

Indossavo ancora quel dannato dildo e mi faceva male l'erezione. Dopo aver aspettato un paio di minuti, che mi erano sembrate ore, finalmente entrò nella stanza.
"Sei così disperato vero troia?" disse e mi spinse verso il basso con la mano sulla mia scapola, così fui appoggiato sui gomiti. Pensai che se avesse saputo quanto era potente quel soprannome con di me. Nick glielo aveva detto? Non potevo chiederglielo perché Louis aveva il mio telefono.

Gemetti. Amavo quando qualcuno mi parlava in quel modo. Sentii le dita di Louis sul dildo e poi me lo tirò fuori lentamente dal culo. Iperventilai a causa di tutto il vuoto. Non volevo sentirmi vuoto perché sapevo che nessuno avrebbe potuto scoparmi per molto tempo.

"Sei la mia troia, lo sai?" strinse tra i denti e iniziò a infilare il dildo avanti e indietro nel profondo del mio buco, proprio come in quel ristorante. Inarcai la schiena, lasciai che colpisse il mio punto più sensibile.
"Dio. Sì, sono la tua puttana, Maestro!" gemevo.
"Sei bellissimo, ma per oggi basta così" disse dopo un momento, e la cosa mi deluse.

Mi aspettavo di più da quella sera. Tirò fuori il dildo e se ne andò senza un'altra parola. Non avevo nemmeno la forza di andare a farmi una doccia prima di andare a letto. Volevo solo sdraiarmi e dormire, ma dovevo farla.

Gemetti di piacere quando caddi sullo stomaco e causai più attrito sul mio cazzo sensibile. Quando finalmente ripresi fiato mi alzai, tirai fuori dall'armadio un paio di boxer puliti. Andai in bagno e entrai nella doccia per liberarmi di tutto il dolce.

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