parte 2 +16

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La giornata era stata lunga e faticosa almeno per Hari che dovette fingere di essere felice per il suo matrimonio, come se nel biglietto d'invito del matrimonio non si capiva che la fortuna sposa non era lui.
-Siamo arrivati a casa.- disse Yato gentile.
Hari si era messo comodo nel sedile accanto al guidatore e aveva chiuso gli occhi per evitare di parlare con il marito. Ad un certo punto si era pure addormentato perché al suo risveglio sentiva un'angolo della sua bocca bagnata. Si asciugò le labbra e si guardò intorno.
- Dove siamo?- chiese aspettandosi di vedere un lugubre castello medievale spettrale e non un giardino ben curato e una casa di un solo piano.
- Casa nostra...ecco la nostra casa, o per meglio dire la casa che io e tua sorella avremmo dovuto abituare.- rispose Yato.
Hari scese dalla macchina e guardò con attenzione. No. Quella non era la casa che sua sorella aveva scelto.
Yato aprì la porta d'ingresso ma vedendo Hari che guardava sconvolto cercò di non fargli premura.
- La casa è a metà strada dal centro se vai a sinistra e a metà strada dal mare se vai a destra e ci sono pure le fermate dal bus e dello scuolabus... perché tu vai ancora a scuola vero?- chiese ironicamente.
- Ahahah...- rispose con una risata sarcastica- Come se tu non sapessi che vado ancora a scuola. Ma forse per te e passato un sacco di tempo dall'ultima volta che hai frequentato una scuola o forse ai tuoi tempi non c'erano le scuole.- rispose Hari.
- Non ho mai frequentato una scuola ma solo insegnanti privati, ma forse tu non te li puoi permettere! O meglio non te li potevi permettere. Sposare un uomo ricco è stata la fortuna della tua famiglia.-
- Solo perché...-
- Vogliamo entrare o fare spettacolo davanti ai vicini?- chiese Yato.
Hari si voltò ma non vide nessun vicino affacciato alle finestre, ma se Yato diceva che era meglio entrare a causa dei vicini pettegoli l'ascolto senza dire nulla.

La casa era luminosa e arredata come appena uscita da una rivista di case

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La casa era luminosa e arredata come appena uscita da una rivista di case.
- Io vado a fare la doccia, tu sentiti libero di guardare in giro, prima ti abitui e meglio è per entrambi.- disse lasciando solo il ragazzo.
Hari si spostò in cucina e poi nel piccolo studio e a passi veloci andò in camera da letto, ogni stanza che guardava Hari si metteva a ridere divertito. Entrò in bagno mentre Yato era nudo.
- Che ti prende sei impazzito?- chiese Yato.
Hari non riusciva a trattenere le risate.
- Quella stupida di mia sorella non ha mai avuto intenzione di sposati...- disse ridendo- Questa casa... la sua posizione... il mobilio e tutto come piace a me... ci manca solo che ti sei rasato e ti sei fatto tatuare il mio nome...-.
- Il tatuaggio sì! Era una delle tanti condizioni matrimoniali!- ammise Yato.
Hari era scioccato ma continuava a ridere.
- No, ma davvero?- chiese Hari.
- Vuoi vederlo?- chiese Yato.
Hari si avvicinò.
- Sì!- rispose.
Yato si voltò e mostrò il suo corpo nudo. Hari si tappò la bocca.
- C'è scritto il mio nome...- disse Hari notando che stava guardando il pube di Yato.
Le guance di Hari si colorano di rosso, era un uomo con attributi... anche se era la prima volta che vedeva le parti intime di un'altra persona. Si allontanò non era il caso di continuare a ridere.
-È stato doloroso... ti chiedo scusa... è colpa mia...- disse Hari imbarazzato. - Yuki era il nomignolo con cui mi chiamava mia madre...- gli spiegò.- Ho detto a Liana che se fossi stato il mio ragazzo ti avrei fatto fare un tatuaggio con scritto il mio nome così se qualche puttana ti avesse abbassato le mutande ti saresti ricordato di me.- gli spiegò con senso di colpa.
- Capisco, ma anche tu sei un bocconcino niente male... se qualcuno avesse intenzione di mangiarti...- disse con malizia prendendo il suo braccio e avvicinandolo a sé.
Hari ebbe paura. Il cuore batteva forte.
- Ti prego non farmi del male...- disse tremando, già si vedeva nudo e violentato.
- Non ho intenzione di fare nulla di ciò che pensi.- gli disse togliendo gli abiti al ragazzo.
Era nudo è tremava, teveva gli occhi chiusi non si fidava affatto di Yato.
- Tu hai guardato me ora io guardo te, non ho intenzione di violentare la mia sposa, ma anche io voglio lasciare il mio nome sul tuo corpo- disse Yato.
Le labbra di Yato si avvicinano al collo minuto di Hari, era divertito dal comportamento del giovane. Yato baciava delicatamente il collo e ne aspirò il profumo. Quando si fu riempito le narici del suo dolce profumo aprì la bocca, i canini si allungano e morse il tenero collo di Hari che cercava di non gridare.
Il dolore passò in fretta e una sensazione di piacere si impossessava lentamente di lui.
- Non uccidermi...- disse Hari.
Yato rimase stupito era il primo ragazzo che non gli diceva: "Continua..." " Scopami..." "Fammi quello che vuoi..." ogni ragazzo o ragazza era sempre pronta a dargli di più.
Yato leccò la ferita che gli aveva lasciato era soddisfatto di se stesso e si compiaceva di ciò che vedeva. Hari era svenuto ed era inerme tra le sue braccia...
- Sei così carino che potrei mangiarti vivo.- disse in un sussurro, ma il giovane non sentì.

Il sapore del sangue ♡in Corso♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora