E quella sera, Louis tornò a casa distrutto. In ospedale erano arrivate due dozzine di persone completamente ricoperte di sangue dopo un incidente stradale avvenuto a pochi chilometri di distanza da loro. Un camion era andato fuori strada all'improvviso ed aveva tagliato il cammino a tutte le macchine che aveva dietro. Per fortuna nessun morto ma molti feriti c'erano stati e Louis aveva passato ore ed ore in sala operatoria insieme al Primario e ad altri medici per poter aiutare tutte quelle persone.
Un uomo aveva definitivamente perso un braccio ed una donna incinta poteva perdere di li a pochi minuti il suo bambino. Era tutto a rischio per lei, la sua intera vita. Ma i medici avevano detto a Louis che erano ottimisti e che credevano ci fosse qualche possibilità di ripresa e di salvare il bambino.
Altre persone invece erano morte. E Louis alle volte non riusciva proprio a venire a patti con questa parte del suo lavoro.
Lo odiava in questi casi.Dopo sedici ore di lavoro, esausto, Louis entrò nel suo salotto e si sdraiò sul divano.
Era stanco morto.
Zayn ancora non era tornato, non aveva finito il suo turno extra. Quando avrebbe varcato la soglia di casa, Louis era sicuro che non lo avrebbe sentito. Stanco com'era si addormentò due secondi dopo aver toccato il cuscino del divano.Si svegliò solo quando un rumore sordo lo fece saltare sul posto.
Cos'era stato?
Come se qualcosa si fosse rotto.
Si alzò, ancora intontito, ed andò in cucina. Zayn non era lì. Quindi non era stato lui.
Se non era stato Zayn, chi poteva essere stato?
Istintivamente alzò lo sguardo verso il soffitto. Dovevano essere stati i nuovi vicini, sicuramente erano loro ad aver rotto qualcosa.
Louis così si sdraiò di nuovo sul divano e cercò di riprendere sonno. Eppure il suo spirito da medico prese il sopravvento quando sentì un lamentò provenire sempre da sopra.
Chi aveva rotto quel qualcosa doveva essersi fatto male. Magari gli serviva una mano.Sbuffando, infastidito da sé stesso e dalla sua eterna sindrome da crocerossina, si alzò e controllò l'orologio appeso alla parete.
Aveva dormito cinque ore scarse.Si avvicinò alla libreria, aprì uno dei cassetti e ne estrasse la sacchetta pronto soccorso, con tutto il kit necessario a medicare qualcuno.
Aprì la porta di casa e salì di sopra.
La porta dei vicini era proprio sopra quella loro, così Louis si avvicinò, bussò ed aspettò pazientemente che qualcuno aprisse.Sentì un sospirò dalla parte opposta della porta e poi qualcuno aprì.
-Mi scuso se vi ho svegliato. L'orario non è dei migliori ma... Louis!- disse sorpreso il nuovo vicino -Che ci fai qui?- chiese poi.
Louis, bocca spalancata e sguardo sbalordito, lo guardava come se non credesse ai suoi occhi.
-Liam? Tu che ci fai qui?
-Ci vivo. E tu?
Louis non rispose subito.
-No, io ci vivo. Tu non ci vivi qui!
-Posso confermarti che da poco più di una settimana abito qui. Se vuoi posso farti vedere il contratto d'affitto!- lo prese in giro Liam.
Louis non rispose, sconvolto.
Solo dopo qualche secondo Liam, ancora divertito, continuò: -Senti, non voglio essere scortese. Ma ti va di continuare questa conversazione dentro? Mi sono tagliato e vorrei medicarmi, se non ti dispiace.- detto ciò rientrò in casa e sparì alla vista di Louis.
Quest'ultimo non lo seguì subito. Aspettò ancora qualche secondo, completamente senza parole e forse anche senza voce ormai.Liam.
Li.
Che viveva sopra di lui.-Entra!- sentì dire dall'altro.
Solo a quel punto Louis si risvegliò dai suoi pensieri.
Pian piano, lentamente, entrò in casa dell'altro e si chiuse la porta alle spalle.
La casa era esattamente come la sua. Un salotto abbastanza grande appena si entrava, le camere in fondo al corridoio, davanti a lui, ed il bagno sulla destra del corridoio.L'unica differenza era nella quantità di mobili presenti in casa e nello stile di questi.
Zayn e Louis vivevano da anni insieme ed avevano tutto ciò che occorresse loro, quanto a stile però la loro sembrava una casa quasi disabitata. Avevano la cucina, i mobili dove tenevano padelle e piatti vari, due divani, una TV che non accedevano quasi mai ed un tavolo di medie dimensioni. Per il resto non erano presenti soprammobili, decorazioni, oggetti d'arredamento o di qualsiasi altra utilità.
Liam viveva in una casa ancora da arredare, dove era presente un grandissimo ed unico divano, scatole su scatole in cui erano ancora contenute le cose trasportate durante il trasloco, un tavolo di legno che Louis conosceva benissimo ed una cucina che intravedeva da lontano. Era spoglia come qualsiasi casa in cui si è andati appena ad abitare.
Eppure Louis sapeva che sarebbe rimasta ancora così per poco, molto poco, tempo.
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Metropolitan General Hospital
FanfictionIL PREQUEL DI QUESTA STORIA È - COME DUE BAMBINI Metropolitan General Hospital, l'ospedale più importante d'America. Louis è un brillante neurochirurgo che si destreggia da anni per diventare il miglior medico di tutta l'America. *Dai capitoli* Loui...