Capitolo Nove

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Louis non lo ricordava nemmeno più il suo giorno libero dal lavoro.
Forse l'ultima volta era stato un anno prima, quando si era fatto male al polso ed aveva preso tre giorni di malattia.
Poi era tornato subito al lavoro ed aveva recuperato.

Perciò non sapeva assolutamente cosa facessero le persone normali nel loro giorno libero.

Lui optò per il riposo.
Dormire fino a stare male. Poi mangiare qualcosa ed infine dormire ancora.
Erano le sei del pomeriggio quando sentì Zayn tornare a casa.
Non rimase molto però. Lo sentì giusto entrare dalla porta, posare qualcosa sul tavolo in cucina e riuscire subito dopo.

Non avevano parlato della sera prima quando quella mattina si erano visti a colazione e Louis non aveva voglia di farlo nemmeno in futuro.

Perciò non aveva idea di dove stesse andando Zayn né di cosa facesse quel giorno.

Il fatto che fosse uscito di nuovo dopo essere rientrato fu il massimo di cui seppe di lui per tutta la giornata.

Zayn non aveva voglia di rimanere nell'appartamento. Solitamente avrebbe preso quelle ore libere come scusa per dormire e riposare dopo il turno di quella mattina ma non aveva voglia di rinchiudersi in casa.

La cosa brutta della sua vita e del suo lavoro era che o passava tutta la giornata chiuso in un ospedale o chiuso in casa a dormire.
L'ultima cena tra amici l'aveva avuta un mese prima e l'ultimo allenamento che aveva fatto risaliva anche a più tempo prima.
Fu con questo pensiero in testa che, appena uscito dal portone, cominciò a correre. Prima piano e poi sempre più veloce fino a trovare il suo ritmo.
Fece prima il giro del palazzo poi arrivò fino alla libreria in fondo alla via e poi seguì fino al parco del quartiere. E li cominciò a correre tra il verde del parco, il laghetto dove le papere nuotavano spensierate, bagnandosi di tanto in tanto, e passando oltre la zona bambini.
Per fortuna aveva le cuffiette nelle orecchie perché le urla dei bambini non le sopportava proprio.

Arrivò sempre più giù, ancora più giù, finché dopo un'ora non si rese conto che gli facesse male un fianco. Non era più abituato e doveva riprendere la mano.
Così decise che da quel giorno avrebbe corso ogni volta in cui avesse potuto.

Così bevve e tornò indietro, cercando di mantenere sempre il passo.

Sulle sponde del lago vide qualcuno chino sulle papere che dava loro da mangiare.
Costui si voltò verso Zayn quando lo vide passare e Zayn decise di fermarsi.
Aveva il fiatone, come gli aveva fatto notare gentilmente Emma il giorno prima, ed era completamente sudato.
Liam gli si fece vicino.

-Ciao.- sorrise gentilmente, con le mani nelle tasche del jeans che indossava.

Liam era un ragazzo alto, possente, il viso coperto da un leggero velo di barba ed i capelli erano disordinati ma al punto giusto da non sembrarlo troppo.

-Ciao.- Zayn cercò di riprendere fiato.
-Stai tornando a casa?- chiese Liam.
Zayn annuì, bevendo poi un sorso di acqua dalla bottiglia.
Alcune gocce d'acqua scivolarono sul suo mento e sul suo pomo d'Adamo mentre beveva.
Liam seguì il corso delle gocce con lo sguardo e Zayn lo notò.

Aveva notato spesso, soprattutto negli ultimi giorni, come Liam lo osservasse.
Lo faceva solitamente da lontano, senza dare nell'occhio ma Zayn sapeva di avere un certo effetto sulle persone.
Sapeva di essere bello, non comune.
Non era una novità per lui.

-Giá, ora torno infatti.
Liam annuì.
-Allora buona corsa.- disse facendosi da parte.
Zayn lo salutò e riprese a correre ma dopo tre o quattro metri Liam lo chiamò di nuovo.
-Si?- chiese da lontano.
-Io e Harry stasera ordiniamo una pizza. Ti va di unirti a noi?

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