Harry era lì.
Li divideva la porta aperta del Pronto soccorso, dieci stanze ai lati del corridoio e quattro barelle.
Harry era lì.
In piedi mentre parlava con Jones. Aveva il camice bianco aperto sul davanti, i capelli ricci legati in un codino e gesticolava leggermente mentre cercava di spiegarsi con il suo superiore.
Il viso era rilassato, disteso e la luce che filtrava dalla finestra lo rendeva simile ad un angelo da quella distanza.Louis lo guardava da lontano mentre Harry ignaro veniva osservato.
Ormai da diversi giorni, giorni di puro e duro lavoro, Louis poteva guardarlo solo così. Da lontano.
Il cercapersone suonava di continuo e lui non aveva avuto più tempo ne modo per vedere il riccio.
I doppi turni erano sfiancanti e quando tornava a casa il suo solo pensiero era dormire il più possibile.Così si accontentava di guardare Harry da lontano.
E tutte le volte in cui il riccio lo aveva visto a sua volta, i loro sguardi si erano incontrati e tenuti fino alla fine, fino a quando la realtà non era tornata a chiamarli.Come in quel momento.
Harry si era voltato ed i suoi occhi avevano incontrato subito quelli di Louis.
Ormai non si facevano più il problema di guardarsi, sfacciatamente anche se altre persone erano presenti lì con loro.
Louis aveva bisogno di guardare Harry per tutto il tempo possibile.Sentiva il respiro mancare, le braccia e le gambe intorpidite mentre il cuore andava a mille.
Poi però la barella numero quattro lo superò e passando si scontrò con la sua gamba, procurandogli sicuramente un livido ma anche distogliendo la sua attenzione da Harry.
-Scusi dottore.- disse l'infermiere superandolo.
Louis, a quel punto, lanciò un ultima occhiata ad Harry, che ancora lo guardava, per poi salire di sopra.Il Pronto soccorso quel giorno era leggermente meno popoloso di pazienti. E quelli che c'erano non erano gravi.
Louis incontrò Emma nell'ascensore che cercava di sbrigarsi ed andare di sotto, nelle sale operatorie, per un intervento al naso.
Aveva un cornetto tra i denti e cercava di infilarsi il camice senza farlo cadere.
Mugugnò qualcosa che assomigliava tanto ad un "Ciao" mentre superava Louis di corsa per scendere di sotto.
Il liscio rise prima di salire in ascensore.Quando mise piede lì dentro, però, la presenza di qualcuno lo colpì.
MiLord.
In ascensore con loro c'erano anche altri medici ed infermieri.
Uno di questi era Niall.
Vide Louis e gli si avvicinò, intercettando il suo sguardo cominciò a sussurrare cose, cercando di non farsi sentire.
Niall sembrava leggergli nel pensiero.-È stato scaricato.
-Davvero?- chiese Louis a bassa voce, quasi cercando di muovere solo le labbra.
Niall annuì e guardò in direzione di MiLord per vedere se li stesse sentendo.
-Dicono che sia successo ieri.
Louis sbarrò gli occhi.
Niall annuì.
-Fuori cardiologia. Styles è sceso verso sera e glie lo ha detto.
Louis annuì.
-Amelia, la tua infermiera, è passata proprio in quel momento. Ha detto che si è sentito un: "Mi dispiace molto" e un "Vorrei ma non sono ancora uscito fuori dalla mia storia precedente".Louis sentì mancare un battito.
-Storia precendente...- disse quasi tra sé e sé.
Si stupí anche quando Niall continuò a parlare.
-Si, deve tipo esserci un ex. Non so.. ma comunque dice che MiLord non l'ha presa bene. Stamattina è andato a chiedere il trasferimento immediato, andrà via martedì.
-Che ne sai tu?
-Me lo ha detto Liam.
-Payne?
Niall annuì.
-E lui che ne sa?
-Glie lo ha detto Styles a cui è stato detto dallo stesso MiLord.
Louis annuì.
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Metropolitan General Hospital
FanfictionIL PREQUEL DI QUESTA STORIA È - COME DUE BAMBINI Metropolitan General Hospital, l'ospedale più importante d'America. Louis è un brillante neurochirurgo che si destreggia da anni per diventare il miglior medico di tutta l'America. *Dai capitoli* Loui...