Capitolo Tredici

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Qualcuno bussò alla porta del suo ufficio.
Zayn guardò la sua agenda lasciata aperta sulla scrivania.
Erano le dodici e venti e lui non aveva visite a quell'ora. Aveva fatto in modo di poter passare la sua pausa pranzo nella tranquillità del suo ufficio di proposito.

-Avanti.

Quasi pensò di trattenersi dal sbuffare platealmente. Ma poi pensò che non avesse niente da nascondere. Anzi!
Dubitava che sarebbe servito ma tentare non poteva che far bene.

Così rese ben udibile lo sbuffo.

-Che c'è?- chiese Zayn scocciato.

Liam Payne, con il solito sorriso irritante e sicuro di sé di sempre, si fece avanti e chiuse anche la porta.
-Ciao Zayn.
Zayn non rispose. Ripeté solo:
-Che c'è?
Liam ridacchiò.
-Ho una paziente di Ginecologia che ha un problema. Purtroppo io non posso occuparmene. È ambito tuo. Volevo chiederti la cortesia di occupartene.
Zayn annuì.
-Certo. Falla venire alle quattro. Sono libero per una mezz'oretta.
-Ma è mezzogiorno. Non posso farla aspettare quattro ore.
-Ma è la mia pausa pranzo.
-Non puoi fare un eccezione?
-No.- rispose secco Zayn.
Liam sospirò, dispiaciuto.
-Ok...- aspettò qualche secondo, in cui il suo sguardo rimase cupo, poi tornò ad illuminarsi.
Se aveva quell'espressione sulla faccia, pensò Zayn, nessuna prospettiva era buona per lui.
-Comunque stasera che fai? Hai impegni?
Zayn alzò gli occhi al cielo.
-No non ho impegni.
-Perfetto allora che ne dici se andassimo a mangiare qualcosa fuori?
-No.
-Perchè? Hai detto che non hai nulla da fare.
-Infatti.
-E allora?
-Allora non mi va di uscire.
-Ma dai. Sei giovane. Esci. Non puoi fare sempre casa e lavoro.
-Non hai capito. Non mi va di uscire insieme a te.
-Non è molto carino da dire.- Liam doveva essere imbronciato ed invece non lo era affatto.
-Ma è la verità. Preferisco la verità alle cose carine da dire.
-Ma è solo una cena! Che ti costa?
-Tempo, voglia, sonno e soldi. Non voglio sprecare nessuno di tutti e quattro. Ora posso finire la mia pausa pranzo?

Liam era sicuro di non essere mai stato rifiutato così intensamente e sfacciatamente in tutta la sua vita.

Zayn era divertente.

-Dai Zayn! Un uscita sola! Non insisto più per la mia paziente se accetti stasera di uscire con me.
Zayn sbuffò ancora di più a quelle parole.
Portò la testa indietro e poi si strofinò le palpebre più volte.
-Fai entrare la tua paziente subito. Così mi lascio alle spalle anche i ricatti.

E così la paziente di Ginecologia ottenne il suo appuntamento immediato.
Liam invece non fu così fortunato.

Ma non avrebbe lasciato correre tanto facilmente.
Zayn era così divertente.
Così sfuggente.
Sarebbe stato un folle a lasciar perdere.


Erano le dieci della sera quando Zayn finì il suo turno.
A casa ad aspettarlo c'era solo Jennifer, in tuta mentre cucinava. La ragazza non era male ai fornelli. Sicuramente cucinava meglio di loro anche se non era un portento. Alle volte le sue pietanze erano scondite, scotte o sapide ma Zayn e Louis non si lamentavano. Erano abituati alla cucina surgelata e a quella del bar.
Quella di Jennifer sembrava cinque stelle al confronto.

-Louis?- chiese entrando.
-Ancora non è arrivato. Tu sei il primo. Se ti sbrighi, mangi la cena ancora calda.
Zayn annuì e corse in bagno. Si lavò e vestì, poi tornò in cucina.

Carne e fagiolini. Non male.

Jennifer si era integrata subito a casa loro. Non che fosse difficile visto che non c'erano mai. Ma comunque sembrava stare con loro da molto più tempo di sole due settimane.
Di Eric, il suo bambino, ancora nessuna notizia sul ritorno a casa ma Jennifer non disperava. Ogni giorno andava a trovarlo, due volte al dì, e poi tornava a casa e si premurava che i suoi due coinquilini avessero tutto ciò che occorreva loro.

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