Capitolo Otto

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Sua madre rimase con Zayn e lui per due giornate. Fu una ventata di aria fresca per loro che o lavoravano, solitamente, o stavano a casa solo ed esclusivamente per dormire.
Finalmente avevano qualcuno che li aspettasse a braccia aperte e che li accogliesse in casa loro, ridando un po' di vita e di calore a quel luogo che chiamavano casa.
Forse ostello sarebbe stata la parola più opportuna da utilizzare.

Per Louis poi passare un po' di tempo con sua madre era sempre un immensa gioia.

Era fiero di essere figlio di sua madre per tanti motivi, uno dei quali per esempio era l'empatia.
L'aveva ereditata direttamente da lei ed era orgogliosissimo di ciò.

Quel giorno, poco prima di partire, sua madre (Johannah) andò a trovare la famosa paziente di cui Louis le aveva tanto parlato.
Per Jennifer fu un colpo al cuore vedere una donna, una madre, farle visita per infonderle coraggio e darle supporto.
Louis le lasciò sole proprio per concedere loro un po' di privacy e, quando rientrò per accompagnare sua madre alla stazione ferroviaria visto che l'orario di visita era finito, vide Jennifer in lacrime che sorrideva commossa.
Le due si salutarono prima che Johannah andasse via insieme a Louis.

Non era lunga la strada dall'ospedale alla stazione ma Louis la accompagnò con piacere.
Era tempo speso bene, in ogni caso.

-Fammi sapere quando arrivi in stazione e a casa.- disse dandole un ultimo abbraccio.
Poi con un bacio ed una carezza sul viso, sua madre salì sul treno ed andò via. Lasciando Louis al suo lavoro.

Sua madre gli mancava sempre. Ogni giorno.
Era sempre stato abituato ad averla accanto, per consigli di ogni tipo, per parlare di qualsiasi cosa o anche per non fare nulla. Solo per passare del tempo insieme. Non era mai stato il tipo di figlio ribelle ai genitori. Aveva con loro un rapporto bellissimo.
Quando si era trasferito non aveva sentito troppo la loro mancanza perché con lui c'erano i suoi amici di una vita. Ma soprattutto c'era Harry.
Da quattro anni invece non si sentiva più veramente a casa, non sentiva più che tornare lì sarebbe stato bello. Il suo era più un bed&breakfast.
E quei giorni con sua madre invece erano stati provvidenziali perché gli avevano ricordato quello che gli mancava di più al mondo, gli aveva ricordato tutte le abitudini e le sensazioni del passato che aveva sempre amato.

Quando quella sera varcò la soglia di casa, come volevasi dimostrare, ad aspettarlo non c'era sua madre con il suo sorriso meraviglioso, non c'era profumo di cibo appena fatto in giro per la casa e non c'era la solita musica di sottofondo o la TV accesa che le teneva compagnia.
C'era Zayn, steso sul divano, con la bocca semiaperta a russare. Il telecomando in bilico sulla mano mentre il sottofondo del telegiornale in TV lo accoglieva.

Si avvicinò all'amico, spense la TV e posò il telecomando sul mobiletto accanto al divano.
Poi svegliò Zayn.
-Che succede? Devo lavorare?- chiese intontito dal sonno Zayn.
-No. Vai a letto. Se continui a dormire in questa posizione, domani mattina avrai un gran torcicollo. Forza!
E così Zayn si diresse in camera sua, ascoltando l'amico.
Louis non era sicuro nemmeno che la mattina seguente avrebbe ricordato l'accaduto. Spesso capitava a chi era troppo stanco di alzarsi, fare le solite cose abitudinarie ma sempre dormendo.

Un rumore al piano di sopra catturò la sua attenzione.
Era Liam? Oppure Harry?
Louis non lo sapeva. Ma sapeva che erano quattro anni che non aveva più il bacio di benvenuto in casa. Quella era una delle cose che più gli mancavano.

Avrebbe potuto chiedere a Zayn di eliminare questa mancanza, pensò ridendo dentro di sé, ma sapeva bene che Zayn sarebbe inorridito alla sola idea e che lui stesso non avrebbe mai più potuto guardare il suo migliore amico con gli stessi occhi. Lui e Zayn erano come fratelli e la sola idea lo faceva ridere come poche altre cose.

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