Capitolo Cinque

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-Che succede?- chiese Louis avvicinandosi di corsa alla barella ed all'infermiere che la spingeva lungo il corridoio.
-Donna. Sui quarant'anni. È stata investita da un auto in corsa. L'automobile è scappata mentre lei ha fatto un volo di sette metri.
-Che lesioni ci sono ad un primo sguardo?
-Emorragia celebrale, tre vertebre rotte insieme al braccio sinistro ed alla gamba sinistra. Ed è incinta, credo sia settimo mese.
-Portatela di sotto e preparatela. Io chiamo cardiochirurgia, ginecologia ed un anestesista.
E così corse nella direzione opposta a quella che stava percorrendo fino a poco prima.
Chiamò Niall che si diresse subito verso la sala operatoria di sotto poi avvisó una delle infermiere di chiamare il primo Cardiochirurgo disponibile e subito dopo si diresse ai piani superiori, in Ginecologia.
Li trovò la dottoressa O'Ryan che lo seguì di sotto, chiedendo informazioni sulla paziente.
Una volta arrivati in sala operatoria, i due si lavarono le mani, indossarono le mascherine, infilarono i camici da lavoro ed entrarono subito dopo.
-Come risponde all'anestesia?- chiese la dottoressa O'Ryan.
-Bene! Per ora i parametri sono stabili.- rispose Niall.
E così, l'operazione cominciò, ma solo una volta che il Cardiochirurgo si unì a loro.

La paziente non era nel miglior stato possibile. Louis quasi si spaventò quando fu il suo momento per occuparsi di lei.
Di rado vedeva pazienti cosi mal ridotti.
Louis fece del suo meglio, per tutto il tempo, e quando a loro si unì anche il Primario Wilson, Louis si sentì molto più a suo agio nell'ambiente in cui si trovava.
Con Wilson tutto sarebbe andato bene. Louis era bravo, era uno dei migliori ma per i casi più importanti aveva ancora bisogno di Wilson accanto a lui.

Il Primario gli lasciò continuare il suo lavoro senza intromettersi ma rimase a vegliare su di lui per tutto il tempo.
Louis non ne fu affatto intimorito o dispiaciuto, per lui andava bene così per quel momento.

Una volta finita la sua parte, la dottoressa O'Ryan decretò che il bambino sarebbe dovuto nascere subito. E così, nonostante fosse ancora presto per toglierlo dal grembo materno, il neonato fu adagiato pian piano dentro un incubatrice. Non poteva rimanere con la madre. Non sapevano se si sarebbe risvegliata e non sapevano come fare per poterla aiutare ulteriormente. Almeno il neonato andava salvato.

Quando Louis uscì dalla sala operatoria dopo ore ed ore, le sue gambe erano pesanti, la testa faceva male notevolmente ed il corpo intero gli sembrava come di pietra.
Si diresse al bar per bere qualcosa, anche solo un po' d'acqua gli avrebbe fatto bene.
Arrivò nel locale, prese qualcosa da bere e si mise seduto.

Non aveva voglia di parlare con nessuno, voleva rimanere solo con i suoi pensieri ancora per un po'.
E così fu. Nessuno parve bisognoso di scambiare qualche parola con lui, che ne fu solo sollevato, e quando dopo una mezz'oretta Louis decise di tornare in ufficio, incontrò Zayn lungo la strada di ritorno.

-Lou ho sentito che hai avuto un operazione oggi. Ho saputo che la donna potrebbe non svegliarsi. Come stai?- chiese avvicinandosi a lui.
Louis scosse il capo, ad occhi bassi.

Non voleva parlare dell'operazione, quindi questo fece scendere il suo morale ancora più a terra. Ma la cosa che diede il colpo finale al suo umore, fu Zayn che usava quel dannato diminutivo. Quante volte gli aveva chiesto di non usarlo più?
Risponderò io. Tante.
Zayn da molto ormai riusciva anche a ricordarsi di non farlo ma ora invece, dopo anni, l'aveva riutilizzato.
E c'era una sola spiegazione valida.

Lui ed Harry avevano parlato e quel soprannome, inconsciamente, era tornato a galla.

-Torno di sopra.- disse scuotendo il capo -Se ti servo per lavoro mi trovi lì.
E così proseguì senza rivolgere la sua attenzione a nessuno.

I giorni passarono e della donna non si seppe quasi più nulla. Il coma era stato decretato quattro ore dopo l'intervento e da allora non c'erano state novità.
Dell'uomo che l'aveva investita non si sapeva nulla.
Louis passava le sue giornate a pensare a lei, al suo bambino che non avrebbe mai visto. Ed un pomeriggio chiese notizie a Margaret sul neonato.
-Se vuoi posso andare a controllare.- rispose lei.
Louis annuì.
-Grazie.
Dovette aspettare due ore per avere qualche notizia, Margaret era comunque sempre sobbarcata dal lavoro e non poteva lasciare tutto solo per un informazione. Quando tornò, Louis stava visitando. Così aspettò in un angolino, silenziosamente, finché Louis non finì e la paziente non uscì dalla stanza.
-Allora?- chiese Louis avvicinandosi alla donna.
Era preoccupato per le sorti del piccolo prematuro ed aveva bisogno di sapere che almeno lui sarebbe stato bene.
-Pare che la donna non abbia parenti prossimi da avvisare. Il bimbo è solo. Quanto alla sua salute sta bene anche se è molto piccolo. Hanno paura che all'interno non sia del tutto formato, quindi stanno cercando di capire come muoversi per scoprirlo. Per ora la situazione è comunque sotto controllo e stabile.
Louis non seppe a quel punto se sentirsi sollevato o ancora più preoccupato di prima.
Annuì solo, senza aver nulla da dire.
Poi Margaret uscì dallo studio e lui rimase solo.

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