Capitolo Dodici

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Louis era alle prese con un suo paziente nuovo, appena incontrato. Era stato mandato da un'altro ospedale della zona, più piccolo e meno esperto sulla patologia del paziente, e Louis lo stava visitando per capire quali analisi prescrivergli e come doversi muovere per una possibile futura operazione.

Il paziente era steso sul lettino, fermo e in ansia, mentre Louis chiedeva informazioni, toccava punti del suo corpo per vedere che reazioni avesse e faceva ipotesi.

Qualcuno bussò alla porta del suo ufficio.

-Avanti!
Amelia, la seconda infermiera di reparto, entrò.
-Buongiorno dottor Tomlinson.
-Buongiorno Amelia. Dimmi pure.- si voltò verso di lei.
-Abbiamo appena ricevuto una chiamata dal sesto piano.
-Cosa dicono?
-Mi hanno chiesto di informarla che è stato ufficializzato il giorno in cui la paziente Garcia verrà dimessa.
Louis smise di prestare attenzione al suo paziente e si avvicinò ad Amelia.
-Quando?- chiese emozionato.
-Domani alle sei del pomeriggio.
Louis sorrise euforico.
-Magnifico! Grazie Amelia.
La ragazza sorrise a Louis poi uscì.

Louis si sbrigò a visitare il suo paziente perché non vedeva l'ora di salire di sopra per parlare con Jennifer.

Sarebbe potuta uscire. Voleva dire che stava bene finalmente. Dopo tutto quel tempo.
Era una notizia meravigliosa.

Così, finito con l'uomo nel suo ufficio, corse di sopra, prendendo le scale perché gli ascensori erano di nuovo guasti.
Arrivò al sesto piano e si diresse subito nella stanza di Jennifer.
Una volta dentro vide che ci fosse già qualcuno.
-Jen! Puoi uscire!- le si affiancò e le prese la mano.
Accanto a lei c'era Harry.
I due si guardarono ed il riccio notò il grandissimo e bellissimo sorriso che aveva Louis sulle labbra. Era felice per lei, come sempre visto che si lasciava coinvolgere dai pazienti, ma l'espressione di Jennifer sul suo volto lo fece tornare serio.
-Che succede? Non sarà mica una falsa notizia?
Jen scosse la testa.
-No. È tutto vero. Esco.
-E non sei contenta? Stai bene. Sei guarita.
Lei scosse il capo.
-Eric non verrà con me. Deve rimanere qui per altro tempo, a quanto pare molto.- indicò Harry.
Louis lo guardò.
Anche il riccio era abbastanza serio.
-Ma.. potrai venirlo a trovare quando vuoi.- disse Louis per cercare di tirarla su di morale.
Jennifer tirò sul con il naso, sconfortata.
-No che non posso. Sono venuta in questo ospedale perché ho avuto un incidente. Mi trovavo da queste parti per puro caso e l'ospedale più vicino era questo. Ma io non abito qui, non posso ogni giorno, più volte al giorno, venire a trovare mio figlio. Non lo vedrò per mesi, Louis!- chiuse gli occhi e poggiò la guancia contro il cuscino.
Louis non si aspettava questo ma capiva lo stesso Jennifer.
Abbassò lo sguardo, sentendosi impotente per lei, poi un'idea lo colpì.
-Vieni a stare da me.
Lei si voltò di scatto.
-Cosa?
Louis sorrise.
Ma certo. Perché no?
-Vieni a stare da me. Potrai vedere il tuo bambino tutti i giorni, io abito a meno di cinque minuti da qui e non ti stancherai nemmeno per dover arrivare.
-Ma.. Louis.. tu non vivi con qualcun'altro?
-Si ma io e Zayn non ci siamo mai a casa. Starai tranquilla, non ti infastidiremmo.
Lei era senza parole.
-Ma.. Louis io..
-Non voglio scuse! Vieni a stare da noi. Così potrai vedere Eric ogni giorno. È fatta!
-Ma.. Louis!- lo chiamò quando il ragazzo procedette verso la porta.
-No, Jen. È deciso! Vado ad avvertire Zayn.- e detto ciò uscì.
Jennifer era spaesata mentre Harry la fissava con un sorriso commosso sul viso.
-Ma...- mormorò ancora confusa lei.
Guardò Harry per cercare di capire cosa fosse appena successo, mentre lui continuava a sorriderle.
Quando vide che la donna non accennasse a parlare, disse orgoglioso:
-Louis è fatto così. È tutto sua madre!

-Da quando casa nostra è un ostello per mamme sfortunate?- chiese Zayn al bar mentre si serviva un brezel.
Louis sapeva che non fosse affatto arrabbiato, anche se cercava di farlo pensare.
-Perchè ha bisogno di aiuto. Io posso dormire sul divano volendo.
-Certo che dormi sul divano. Il problema è tuo. Tu hai voluto ospitarla.
Louis alzò gli occhi al cielo.
-Gentilissimo come sempre.
Zayn alzò le spalle, indifferente alla cosa.
Louis si voltò appena in tempo per vedere Liam passare dietro di loro e salutare Louis con la mano mentre scoccava un occhiata penetrante alla nuca di Zayn.
-Liam è appena passato.- disse solo.
-Si.. ormai mi pedina pare.
-E a te non dà fastidio? Non ti smuove nulla?
-No.
-Zayn ma provi mai sentimenti?
-No.
Louis alzò gli occhi al cielo.
-Ti salvi solo perché so che non è così. Non sei un anaffettivo né un apatico.
-Ma ciò non toglie che non mi smuove nulla ora.
Louis annuì.
-Va bene, robot. Torno a lavoro allora.
Zayn lo fulminò con lo sguardo mentre Louis andava via.

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