Lisa's Pov
Finalmente casa dolce casa. Oggi volevo una giornata tutta per me per rilassarmi e non pensare a tutto quello che è accaduto nelle ultime settimane.
Decido di prepararmi un bagno caldo, accendere qualche candela profumata e mettere in sottofondo musica rilassante. Il mio corpo era super rilassato ma la mia mente non voleva fermarsi.Davvero Serge tiene a me? Mia madre mi ha raccontato che veniva a trovarmi tutti i giorni e restava con me ore e ore. Ieri in ospedale è stato molto gentile con me, ma non devo dimenticare chi è e come si comporta con tutte le ragazze. Amo passare il tempo con lui e almeno è sincero non come Mattia, non posso neanche pensare a come abbia fatto a mettere quella roba nel mio bicchiere, ma forse un po' è stata colpa mia.
Ero accecata dalla rabbia di aver visto Serge e Mendy che non me ne sono accorta e continuavo a bere. In ospedale non è mai venuto neanche per scusarsi potevo morire cazzo. Ma era ovvio dovevo capirlo che quello per lui è divertimento chissà con queste ragazze l'ha fatto, ho provato a convincere i miei a non denunciarlo non perché non se lo merita ma per non creare disagi a scuola e tra gli amici, ovviamente ho fallito ma forse va bene così.
Ormai nel letto decido di telefonare a Kira, che a causa dei suoi genitori non era potuta venire a trovarmi.
Appena metto piede all'ingresso dello scuola sento urla, applausi, coriandoli e musica tutti vogliono salutarmi studenti e professori, menomale che volevo passare inosservata.
"Finalmente sono così felice che tu sia ripresa, ti voglio bene" esclama Sam abbracciandomi
"Chi lo avrebbe detto che una ragazza di L.A. avrebbe creato tutto questo" sento parlare Chris mentre mi da un rapido abbraccio.
"Ovvio che ha organizzato tutto per stare al centro dell'attenzione. Che stronza!" sento Mandy parlare con Giusy. Sempre la solita.Tutti mi salutano e mi abbracciano tranne Serge sembra sparito.
Finalmente riesco ad entrare in classe tra pacche sulle spalle e spintoni è finalmente lo vedo seduto all'ultimo banco proprio infondo all'aula.
"Ciao" nessun segno di risposta e non alza nemmeno la testa dal suo libro
"Ehi Serge" niente "stai bene?" ancora niente "Perché mi stai ignorando?" dico alzando il tono di voce è posando il mio zaino sul banco.
"Non ti sto ignorando. Solo non ho voglia di parlare. Tutto qui" ma non capisco perché questa freddezza.
"Sei arrabbiato con me?" chiedo cerco di nascondere la mia tristezza.
"Puoi andartene vorrei finire di leggere il libro" non mi aspettavo una simile affermazione.Carissimo Serge non hai conosciuto la vera e no non me vado anzi mi siedo sulla sedia accanto a lui e inizio a tirare fuori dallo zaino i libri.
"Non puoi seder-" non gli lascio il tempo di continuare che rispondo "shh sta iniziando la lezione" dico lanciandogli un sorriso di sfida.Le ore passano e io ho deciso di seguire Serge in ogni cosa che fa.
"Smetti di seguirmi" mi dice Serge sedendosi a un tavolo della mensa
"No"
"Ascoltami splendore o ti alzi e smetti di seguirmi..."
"Oppure" rispondo io con tono di sfida.
"Ti faccio alzare io poi ti trascino fuori di qui e ti mostro il perché dovresti starmi lontana" pronuncia queste parole con voce roca, guardandomi negli occhi e leccandosi le labbra.I nostri volti sono vicini forse troppo, ma in questo momento penso solo a quanto sarebbe bello poterlo baciare, passare la mano tra i suoi capelli, far toccare i nostri corpi.
"Amo le sfide" le mie parole sono quasi un sussurro.
Prima che lui posso rispondermi Chris ci interrompe "Serge eccoti finalmente, ti stiamo aspettando abbiamo gli allenamenti".
"Cazzo" esclama Serge credendo che io non l'abbia sentito.Lui si alza e mentre va via dice "Ci vediamo dopo splendore" facendomi un occhiolino.
Ma come fa un ragazzo a essere così sexy e avere tanto, forse troppo, sex appeal.
STAI LEGGENDO
Le Nostre Anime
RomanceLisa Smith è una ragazza di 18 anni che si è appena trasferita a Seattle. Nuova città, nuovi amici. Vuole vivere l'ultimo lontano lontano dai riflettori dei corridoi della scuola, ma si sa la nuova arrivata non può stare in angolo. Serge Petrov, uno...