- Capitolo Ventotto -

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«Aera? Ti chiami davvero Aera?»

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«Aera? Ti chiami davvero Aera?»

Il proprietario della locanda nel villaggio al quale erano giunti Devjm e la ragazza sembrava alquanto stupito. «Come la figlia del Re e la Regina, la nostra principessa perduta!»

«Già, una coincidenza che ignoravo fino a qualche giorno fa» commentò lei, sorridendo. Non stava nemmeno mentendo, in effetti.

«La Valle Verde deve essere un regno distrutto, ormai. Un nome come il tuo, quello della principessa, tanto affine alla speranza stessa, non si addice a tutta quell'oscurità» rifletté l'uomo.

Aera annuì. Gli era sembrato tanto strano, all'inizio, ma la gente di Lanth, anche se parlava la stessa lingua dei Valliani, aveva un lessico molto più elevato.

O, forse, quello del locandiere non era un mestiere altrettanto umile, a Lanth.

«Posso solo dirvi che non sono qui per smentirne il significato» rispose Aera. «Portiamo buone notizie. Lord Vyde è stato ucciso da un giovane Ideev di nome Reyns.»

A quel punto si bloccò. Non trovava le parole per descrivere ciò che era accaduto dopo, a quel povero ragazzo.

Devjm decise di continuare a raccontare, al posto suo. «Tuttavia, questi è stato a sua volta eliminato da una delle guardie del Lord.»

«Reyns, hai detto? Questo spiega perché l'altro giorno il cielo abbia pianto per lui» considerò il proprietario della locanda.

Aera fu sul punto di lasciarsi sfuggire qualche lacrima, ma riuscì a trattenerle tutte quante.

«Un nome triste, per qualcuno che ha portato tanta felicità» continuò l'uomo.

Aera lo contraddisse, istintivamente: «No, non è affatto un nome triste. Se non fosse per lui, io non sarei qui.»

Non poteva spiegare. In quel momento, non era la principessa di Lanth che era stata salvata da Reyns, ma una semplice ragazza, portatrice di quella che, in fondo, era per tutti una buona notizia.

Questa volta iniziò a singhiozzare. Non poteva farci nulla: il ricordo ancora faceva male, anche se era tutto ciò che Reyns era diventato. Ma lo sarebbe rimasto?

«Certo, certo, hai perfettamente ragione.» Il proprietario della locanda le si avvicinò, e le mise una mano su una spalla.

Devjm rimase fermo, e abbassò lo sguardo. Ancora, Aera avrebbe preferito farsi consolare da un vecchio locandiere che gettarsi tra le sue braccia. Quanto avrebbe dovuto aspettare? Il tempo lo avrebbe condannato oppure avrebbe giocato a suo favore?

«Quel ragazzo ha salvato un regno» la confortò l'uomo.

«E noi siamo qui per salvarne un altro» si intromise Devjm, stanco di stare fermo senza fare nulla. «A breve arriverà un messaggero, mandato da Vyde, diretto alla fortezza di Orlud. Il nostro obiettivo è di fermarlo, ed evitare che consegni il suo messaggio. La natura di quella lettera è un ordine, dato dal giovane Lord al suo complice. L'ordine di eliminare i sovrani Orientali e prendere il loro posto. Noi dobbiamo fermarlo, per la salvezza di Lanth!»

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