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Chris

-Devo andare da lei. -
-Chris ragiona, aveva bisogno di cambiare aria. Poi cosa farai una volta lì?! Sai che la sua famiglia non sa niente, come la spieghi la tua presenza? Sarà costretta a confessare e non penso che questo te lo perdonerà. -
-Scarlett, mi sento in colpa, ho bisogno di vederla. - dico sedendomi sul divano, con le mani tra i capelli.
-Chris dalle tempo. -
Annuisco e vado via.
Non pensavo che una ragazza che conosco da un mese potesse farmi questo effetto. Da quando ho lasciato l'appartamento a New York sento un vuoto nel petto. Come se una parte di me sia andata via con lei.
Sono uno stupido. Ho sbagliato a reagire così, adesso lei si trova dall'altra parte dell'oceano.
Arrivo a casa e metto il guinzaglio a Dodger per andare a fare una passeggiata.
Vorrei che lei fosse qui con me, vorrei vedere Calliope e Dodger giocare mentre passeggiamo.
Devo un grande favore al mio cucciolone, se non fosse così espansivo non l'avrei mai conosciuta.
Vado sulla spiaggia dove abbiamo parlato per la prima volta e mi siedo. Sorrido al ricordo di lei che chiacchierava con me normalmente, all'inizio pensavo che non volesse farmi sentire a disagio, chiedendo qualche foto o autografo, ma quando gli dissi il mio nome e non ebbe nessuna reazione capii che non mi aveva riconosciuto.
È una ragazza così dolce, gentile che può sembrare ingenua, ma non lo è per niente, anzi è inteliggentissima. Per non parlare della sua bellezza, che sembra incutere timore, perché non riesci a capacitarmi di essere al suo fianco, non lo dico solo perché ho preso una sbandata formidabile per lei, ma perché è la verità. Anche Scarlett me lo confessò un giorno, lei che è una delle donne più invidiate al mondo.
Però non è una di quelle ragazze che sa di essere bella e allora se la tirano o si credono superiori. Penso che sappia di essere bella grazie a sua madre, ma non se ne vanta. Resta la ragazza semplice, cresciuta in un paesino italiano, con tre fratelli, un padre e una madre che la amano alla follia.
Quando mi risveglio dai miei pensieri noto che il sole sta calando.
Mi ricordo quando ci ritrovammo una sera come queste sulla spiaggia, mentre i cani giocavano, noi eravamo seduti a guardare il tramonto. Però io riuscivo a guardale solo lei, quel restante fascio di luce che le illuminava il viso la rendeva ancora più bella.
Sembro un pazzo, ma non so se riesco a non vederla per una settimana intera.


***


Sono nella mia camera da più o meno un'ora, cerco di distrarmi vedendo qualche vecchia foto. Ogni tanto sento un urlo di rabbia o un forte rumore contro il muro.
Sono tutti e sei chiusi nella camera di papà.
Quando siamo tornati dalla nonna zia li ha subito portati lì per parlare, io non me la sono sentita di entrare.
Sento il rumore di una porta chiudersi con violenza, capisco subito che si tratta del portone d'ingresso, poco dopo la porta della mia stanza si apre.
Marco, Simone e Giuseppe entrano in silenzio, restano sulla soglia a guardarmi. Non so cosa fare, non so cosa pensare. I loro sguardi sono puntati su di me, leggo la loro rabbia mista alla tristezza. Poi vedo una cosa che non vedevo dal funerale di mamma, tutti e tre iniziano a piangere e mi vengono incontro abbracciandomi.
-Perdonaci sorellina... - dice Giuseppe.
-Di cosa? -
-Non siamo riusciti a proteggerti, questo mondo fa schifo... - gli accarezzo la testa.
-Non è colpa vostra... -
-Ti voglio bene sorellona, sei la donna più forte e bella di questo mondo, ricorda le sempre. - dice Simone stringendomi più forte.
Restiamo tutti e quattro abbracciati sul mio letto per un tempo che mi è sembrata un'eternità, ma sarei rimasta così per sempre. Stare tra le loro braccia mi fa sentire al sicuro, proprio come quando sono tra le braccia di Chris....vorrei che fosse qui anche lui.
-Dov'è papà? - chiedo con voce tremante.
-Aveva bisogno di aria... - dice Simone.
-Capisco....ragazzi vorrei rimanere così per sempre, ma ho bisogno anche io di un po' d'aria.. - dico alzandomi.
-Vuoi che veniamo con te? - chiede Giuseppe.
-No, grazie. Vorrei andare da mamma. -
-Ti accompagniamo...- dice Marco, non aveva ancora parlato. Li guardo e sorrido.
-Ragazzi non ce ne bisogno, ho voglia di camminare. -
Annuiscono e io esco dalla stanza.
Erano tutti e tre molto scossi, si poteva notare dai loro sguardi. Mi sento in colpa per fargli provare una cosa del genere.

Prima di entrare nel cimitero compro un girasole, era il suo fiore preferito.
Arrivo alla lapide e trovo papà seduto di fronte, avevo il presentimento di trovalo qui, ma no ne ero sicura.
-Papà... -
Lui si volta e ha le lacrime agli occhi.
-Glielo avevo promesso... - dice guardando la foto di mamma sulla lapide.
-Cosa? -  chiedo avvicinandomi.
-Gli avevo promesso che vi avrei protetti, che avreste vissuto le vostre vite felici, che vi avrei aiutato a trovare l'amore, a vivere un amore come il nostro. Io dovevo proteggerti e non ci sono riuscito. - dice abbassando la testa, lo abbraccio e gli accarezzo il viso, i suoi occhi vagano nel vuoto, leggo tante empzioni contrastanti tra di loro.
-Papà non dire così, non è colpa tua. Sei il miglior padre di sempre. -
-Ma ti hanno fatta del male... -
-Ma non è colpa tua. -
Lui mi stringe in un abbraccio che dice tutto. Tutto il bene che mi vuole, tutta la rabbia che prova, tutta la delusione verso questo mondo, tutta la mancanza di questo anno. Tutto.
-Ti voglio bene bimba mia, ricordalo sempre. -
-Anche io papà. -


Chris


Sono passati tre giorni dal mio ritorno a Los Angeles. Le ultime giornate sono state molto monotone, Scott mi ha detto che ho persa la mia vivacità. Come potrei essere felice se la donna che amo è dall'altra parte del mondo, molto probabilmente incazzata con me, perché non ho mantenuto l'unica promessa che le avessi fatto.

La donna che amo. Cavolo.

Mentre preparo il pranzo, il mio telefono squilla.
-Pronto? -
-Chris devi darmi una risposta decisa, se no non starò qui ad aspettarti. -
-Vic cosa intendi? -
-Sei innamorato di Francesca?-
Resto un po' spiazzato, ma rispondo senza esitare.
-Si. -
-Allora ti aspetto a New York, quando arrivi partiamo per l'Italia. -
Chiude senza lasciarmi rispondere.
Corro a preparare le valigie e prenoto il primo volo che trovo per New York.
Mentre preparo tutto chiamo Scarlett, Robert e Scott per avvisarli che parto e non so quando tornerò, la risposta di tutti e tre è stata più o meno la stessa: "Torna insieme a lei oppure ti picchio. "
Sorrido vedendo quanto ci tengano a quella ragazza. Lei ha questo potere di attrarre le persone a se.
Porto Dodger da Scott e vado in areoporto. Faccio un messaggio a Vic dicendole l'orario in cui dovrei atterrare e mi avvio a fare il check-in.


-Perché hai deciso di portare anche me? -
-Perché così avrete la possibilità di parlare, sai sono anche io amica a Scarlett e mi ha detto che non aveva mai visto così il suo migliore amico. -
Si vede così tanto che sento la sua mancanza?
-Ma come spiega la mia, la nostra presenza. Poi lei sarà costretta a dire la verità, non vorrei che si arrabbiasse di più con me... -
-Ieri mi ha chiamata mia madre.. -
-Eh... - la incito a continuare.
-E mi ha detto che sa tutto. Come sanno tutto mio fratello, il papà e i fratelli di Fra. -
-Ma aveva detto che non gli avrebbe mai detto niente... -
-Lo so, ma non si riesce a nascondere niente a mia madre, quindi come lei lo ha saputo l'ha convinta a dire tutto a suo padre e i suoi fratelli. -
-Capisco... -
-Ecco perché adesso dobbiamo andare, avrà bisogno di me per controllare l'istinto omicida dei suoi fratelli. Ma penso che abbia anche bisogno di te. -
-Andiamo allora. - dico alzandomi e dirigendomi al gate di partenza.
Lei mi guarda sorridendo e scuotendo la testa.
Ok sembro un adolescente innamorato, ma non mi interessa. Mi sento davvero così.







Angolo autrice

Ei! Come va?
Cosa ne pensate di questa presa di posizione di Vic? Fa bene a portare anche Chris?
E la reazione della famiglia?
Ditemi cosa ne pensate di questo nuovo capitolo! ❤

Stay by my side  // Chris EvansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora