19. l'inizio di una fine

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Arrivato il giorno dell'ennesima partenza (perché a me sembrava fossimo andati 200 volte in viaggio) ci precipitano tutti fuori, in macchina.
Jonathan si era offerto di accompagnarci e poi avrebbe guidato Murray. era da un po' che faticava a parlare con Joyce, anche io fossi in lui mi sarei offesa in effetti...
Non ero ancora pronta psicologicamente per il viaggio, anche perché eravamo sotto copertura e già eravamo venuti in tanti, come sempre, se poi dovevamo fare attenzione anche con i documenti falsi diventava sempre più difficile.

Come sempre Karen era stata convinta da Joyce a non venire e che sarebbe stata una gita molto costruttiva.
si.. come no?

Salii in macchina, un leggero profumo di menta riempii le mie narici. Joyce aveva sempre un buon profumo in macchina.

Avevamo portato le carte quindi io e Mike fiocammo principalmente a quelle, poi dopo aver sostato quche volta mi sedetti affianco a Max, così da poter parlare un po' senza essere interrotte.

Il viaggio passò velocemente, e stranamente non mi addormentai e ne mi annoiai.

qualche volta con il Walkie-talkie contattavamo gli altri sull' altra macchina e così parlavamo un po'.

Jonathan ci aveva lasciati d aun pezzo e Murray stava guidando nell'altra macchina.

sentimmo la ricetrasmittente gracchiare:

più o meno tra mezz'ora arriveremo a Indianapolis, questi tratto è un pochino più difficile, Joyce vuoi che vada avanti io?

passammo la parola a Joyce che sempre con gli occhi puntati sulla strada parlò:

si dai Murray, così ti seguo

si scostò per lasciarlo passare e lo ssguimmo finché arrivammo a Indianapolis.

•••

"Tutto ok?"
Scossi la testa in segno di disapprovazione, poi ci ripensai e feci di sì con la testa.
Mike mi guardò confuso e trattenne una risata.
"Dai tranquilla, ci sono già andato in aereo non ti accorgi neanche di star volando."
"Sicuro?"
"Si certo" mi sorrise dandomi un bacio sulla guancia.

Dopo la voce del comandante che annunciava la partenza, sentii i motori avviarsi e le ruote attaccate alla pista staccarsi dal suolo mentre noi ci alzavano sempre più in cielo.
La gravità mi spinse indietro sullo schienale  fin quando fummo sicuri di poter slacciare le cinture.

avevo stretto i bordi dei sedili perfino con le unghie dalla paura, poi lentamente smorzai la presa.

Mi aspettava una giornata intera di viaggio, undici ore sull'aereo per poi fare lo scalo e fare altre ore.

Lessi qualche libro, guardai fuori dal finestrino, scrissi un po' sul mio diario e di tanto in tanto parlai con Mike.

eravamo partiti alle 7.30 ed erano passate solo quattro ore e mezza, infatti era mezzogiorno, e io avevo un certo languorino.

Le hostess ci portarono quello che avevamo ordinato, io un toast e Mike un panino.

passarono altre ore, e mentre parlavo con gli altri sentii un vuoto sotto di me. Tutti fecero un urletto ma poi ci ripresimo subito.

signore e signori in questo tratto ci sarà un po' di turbolenza, vi preghiamo allacciare le cinture e di restare seduti.
grazie

ci fu un fremito e poi tutti rumori di click delle cinture che si allacciavano.
io feci come il comandante aveva detto, e mi ritrovai involontariamente a stritolare le mani di mike.

passarono altre ore su quell'aggeggio infernale e finalmente arrivammo in Europa.

mi allacciai la cintura pronta per atterrare, chiusi gli occhi finché   le ruote non toccarono terra.

tutti i passeggeri scesero dall'aereo,noi compresi anche se io e Max, che per noi era la prima volta, un po' scosse.

dopo aver fatto le solite precauzioni ci sedemmo nella sala d'aspetto.

erano le 7. 30 pm e non avevamo ancora mangiato, avendo fame tirai fuori dallo zaino un panino che mi ero fatta il giorno prima e iniziai a mangiarlo. Tutti mi imitarono, quando arrivò l'aereo smettemmo di mangiare e ci avviammo per prenderlo.

Per quanto euforica fossi del fatto che eravamo a Parigi, dovevamo fare altre ore di viaggio per arrivare a Mosca.

si vedevano in lontananza alcune luci della città, non molto definite. Peccato che non sapevi né dove andare e  tanto meno il francese.

Dopo mezz'ora circa ripartì l'aereo, diretti per Mosca.

•••

Quando aprii gli occhi, una sferzata d'aria fresca notturna mi graffiò il viso. Aprii lentamente gli occhi e mi guardai intorno:
le porte dell'aereo si erano aperte, il che voleva dire che eravamo arrivati.
intontita mi raddrizzai sul sedile e vidi Mike intento a prendere i bagagli.
"Ehh ben svegliata!" mi disse con un sorriso
"quanto ho dormito?" chiesi subito
"Tre orette, circa"
"ah, davvero? non pensavo..."
Lui mi sorrise e mi aiutò ad alzarmi, Poi mi diede un piccolo bacio e scesimo con gli altri da quel benedetto aereo.

Appena arrivati guardai il paesaggio circostante, era strano...

♕︎ spazioscrittrice ♕︎

Ciao di nuovo!
scusate la pubblicazione alle  2 di notte ma non riesco a dormire e sono con una mia amica, quindi non sapevo che fare eee nulla, ho aggiornato da un giorno all'altro.

voglio proprio vedere chi dei miei lettori è ancora  sveglio.



Spoiler: nessuno.

ho scritto questo capitolo più breve per poi fare una Seconda parte con il prossimo👣

ditemi se vi è piaciuto! a me nn ha convinto molto ma i prossimi saranno meglio, prometto💜

notte (si spera per me☹️🌙)...



un ultima cosa.... voi cosa fate
quando  non dormite? scrivetelo nei commenti, magari funziona anche per me 😘🎦







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