Vidi la sofferenza nei suoi occhi,così spenti,stanchi e rossi per colpa delle lacrime,le guance bagnate,i capelli in disordine,le labbra che tremavano,i singhiozzi che rimbombavano nella stanza...Non ce la faceva più.
Come può qualcuno ridursi così?
Provai a riflettere sul dolore che stava provando,su ciò che le stava succedendo e su ciò che potesse passarle per la testa.
Mi faceva quasi pena.
Era impaurita,ferita,agitata e cercava una via di scampo...Proprio come un animale in trappola.
Mi spaventava vederla così,peccato però,che mi stavo solo specchiando. E tutto il vuoto che mi divorava lo stomaco,il peso sul cuore,l'essere debole e fragile non solo fisicamente ma anche mentalmente,lo sentivo per davvero.
"È difficile vivere con un corpo che vuole vivere e la mente che vuole morire",avevo letto questo da qualche parte. Mesi fa non aveva senso questa frase per me,ora,ripensandoci, descriveva perfettamente la mi situazione.
Non avevo dormito stanotte,non ci sono riuscita e ho passato il tempo a piangere.
Ero ridotta uno schifo,non volevo che i miei genitori mi vedessero così,perciò andai a farmi una doccia. Almeno quelle gocce riuscivano a nascondere le mie lacrime.
Chiusi gli occhi e portai una mano sul viso,immaginando che ci fosse Lauren là con me ad accarezzarmi il viso come faceva spesso,era un gesto che mi tranquillizzava.
Ci passai una buona mezz'ora in doccia,tanto avevo ancora tempo per prepararmi.
Mi asciugai i capelli guardandomi attentamente allo specchio,mi erano ancora rimasti i segni della notte scorsa,non erano tanto visibili ormai e non c'era bisogno che li coprissi.
A proposito di quella notte,la mattina dopo me ne andai da casa sua senza dirle niente,avevo chiamato Dinah per farmi venire a prendere e non le raccontai nulla.
Lauren mi aveva scritto poi,chiedendomi se fosse tutto apposto,ma io non le risposi.
Avevo solo paura,prendere tutto e andarmene è solo stata una cosa istintiva,tanto non credo che a Lauren sia importato più di tanto.
Andai in camera mia a vestirmi e mi soffermai a guardare la felpa di Lauren appoggiata sulla sedia.
Dalla fretta mi ero dimenticata di togliermela e solo quando ritornai a casa e mi guardai allo specchio me ne accorsi.
Me la infilai,ricordandomi di quella notte.
Lauren continuava ad accarezzarmi il viso,passando un dito sopra il naso,le labbra,la guancia,quasi sfiorandomi.
"Scusa" aveva sussurrato pensando che stessi dormendo,non sapevo a cosa si stesse riferendo e forse non avrei voluto neanche saperlo.
Quando finii di vestirmi,presi lo zaino e scesi giù,i miei si erano appena svegliati e stavano preparando la colazione
<come mai ti sei svegliata presto oggi?>chiese mio padre
<non avevo sonno>risposi
Provai a mangiare un po' di cereali con il latte,ma ero veramente agitata e in ansia quindi non riuscii a finirli.
Avevo una brutta sensazione per oggi.
Non avevo nessuna voglia di andare a scuola
a piedi,perciò chiesi un passaggio ai miei.
Appena arrivata davanti alla scuola,vidi Lauren e Normani parlare,si accorse di me e per un'attimo ci guardammo negli occhi,poi distolsi lo sguardo e notai Shawn che stava camminando verso di me
<ciao Mila>
<hey,come va?>
<bene,a te?>
<bene,ho dormito poco stanotte>dissi sforzando una risata
Mi avvicinai per abbracciarlo,ne avevo bisogno,avrei voluto che ci fosse stata Lauren al posto suo,ma mi accontentavo.
Lui provò a baciarmi quando ci staccammo,glielo lasciai fare solo perché non avevo le forze per respingerlo ormai.
Ero a pezzi e lui neanche lo notava,o magari lo notava ma non sapeva come comportarsi,se fosse stato così avrei comunque preferito che me lo dicesse.
Prima mi dicevo che dovevo sorridere,forzare delle risate,fingere che sia tutto apposto solo perché è molto meglio che dover spiegare il motivo per cui si sta male..Ma dopo un po' non riesci a reggere più niente,si fa tutto più pesante e così smetti di fingere e se qualcuno lo nota e ti chiede "come stai" rispondi sempre con "bene". Tutti quei banali "come stai" chiesti solo quando una persona si stanca e si mostra per come è messo.
Mi fa ridere come poi inizino a preoccuparsi per te,non appena ti fai del male o smetti di sorridere,come se gli importasse da un momento all'altro,come se quelle cicatrici sul polso gli avessero risvegliati.
Certi ti fanno pensare che vuoi solo attenzioni,altri ti prendono per una malata mentale e ti trattano da tale,e altri ancora cercano di aiutarti quando è troppo tardi.
Qualcuno può dire che non se n'era accorto prima,che sembrava tutto apposto,ma non è vero..Dentro di sé sapeva che qualcosa non andava,ma lo ignorava.
Una cosa che ho imparato è che ci accorgiamo delle cose solo quando è troppo tardi.