ellipsism

308 16 3
                                    

L'ellipsism è la tristezza nel sapere come andrà a finire una storia.
All'inizio ero convinta che i miei pensieri fossero solo dei viaggi mentali che neanche i drogati avrebbero mai fatto,che fosse una cosa passeggera,che non esistesse nessun "noi",ma invece mi sbagliavo.
Questa era la nostra storia.
Certo che arrivare fino alla fine di una storia non era per niente facile,dal mio punto di vista il mezzo era sempre la parte più noiosa,magari perché aggiungevano dei dettagli inutili,invece trovavo l'inizio e la fine le parti più interessanti e significative.
L'inizio è nuovo,non si capisce ancora nulla di quello che il protagonista dovrà passare.
Poi la fine,è la parte con più sentimenti forse,dove si realizzano tante cose.
Esistono vari tipi di finale,e questo non era di certo "e vissero tutti felici e contenti".
Quello che uno scrittore fa,secondo me,è assicurarsi di trovare un finale indimenticabile,oltre alla storia in sé,e credo che sia abbastanza ovvio che i finali indimenticabili e inaspettati siano quelli che finiscono male,quelli che ti trafiggono il cuore perché magari muore il tuo personaggio preferito,ed è vero che è solo finzione,ma ci rimani male lo stesso.
Penso che ti rimangano più a cuore e in mente finali del genere perché ti danno fastidio e tendi ad odiarli,ma d'altro canto sarebbe stato noioso se fosse andato tutto bene.
Per questo li reputo i migliori,un po' meno se li vivi in prima persona.

<non so che fare Dinah>le dissi esausta
Era venuta a casa mia per vedere come stessi, non ero neanche andata a scuola,non tanto perché avevo un leggero mal di testa,ma proprio non mi andava.
<è l'ultima volta che la puoi vedere,so che non vuoi ma te ne pentiresti>
<non ci siamo parlate per una settimana,deve partire stasera e sarebbe strano andare a casa sua come se niente fosse,le ho detto di tutto e di più,non riuscirei a guardarla in faccia>
<fai quello che credi sia giusto per te>
Annuii e portai alle labbra la tazza di caffè che avevo ordinato,beh,la terza tazza di caffè,alla fine erano piccole. Era per tenermi sveglia,non dormivo nulla la notte e non potevo dormire il pomeriggio perché dovevo studiare,i professori ci stavano massacrando in questi giorni.
<che c'è?>le chiesi notando il suo sorriso
<le camren>rispose
<cosa sono?>
<tu e Lauren,la vostra sembra una storia da libro,non trovi?>
"Una storia da libro",non aveva tutti i torti,se fosse stato un libro non so chi lo avrebbe letto,sicuramente qualcuno che ha bisogno di distrarsi o deprimersi un po',trovare in qualche modo se stesso. Beh mi farebbe piacere sapere che qualcuno si ritrova in certi miei pensieri o atteggiamenti,mi farebbe sentire meno sola.
Certo però,che non so quanto potrebbe essere interessante una storia che parla di me,dei miei problemi e di Lauren. Sarebbe difficile da capire e per questo potrebbe annoiare.
<sei una cogliona>risi
Lei finì di bere la sua coca cola e pagammo,mi riaccompagnò a casa,solo durante il viaggio mi accorsi che stavano arrivando dei nuvoloni quasi neri,erano perfetti per quel giorno.
"Camren",mi piaceva come suonava,Dinah si inventava parecchie cose: una volta mi ha raccontato dei suoi due amici,Harry e Louis,diceva che c'era qualcosa tra loro due e da cosa mi raccontava lo pensavo anche io.
Loro erano i Larry per lei,un bel nome anche quello,mi farebbe piacere conoscerli un giorno.
<grazie Dinah>
<di nulla e..se stasera vuoi un passaggio,chiamami pure>
<ci penserò>
I miei genitori erano già a casa quando ero uscita con Dinah,al mio ritorno trovai mio padre seduto sul divano e mia madre in piedi accanto a lui
<ciao..>dissi
Mi sembravano arrabbiati,o meglio,mia madre sembrava arrabbiata,mio padre era solo là che l'assecondava con una faccia assonnata.
<che succede?>domandai poi
Lui guardò prima mia madre e poi me,passò lo sguardo sul tavolino per farmi notare il telefono che avevo dimenticato prima di uscire,neanche mi ero accorta che stava là
<chi è Lauren?>chiese mia madre
Poteva sembrare esagerato dire che sentivo di svenire da un momento all'altro,ma era così
<perché lo avete guardato? esiste la privacy in questa casa o no?>cercai di sviare l'argomento
<l'hai dimenticato sul tavolo ed è arrivato un messaggio da questa Lauren,dice "partirò da casa alle 21,se ti interessa rivedermi",chi è lei?>disse mio padre
<è la ragazza a cui davo ripetizioni,si deve trasferire..>spiegai
<e le davi ripetizioni anche di notte?>chiese mia madre
Mi vennero in mente quei momenti,io che la provocavo mentre era al telefono,le sue mani da per tutto,io che stringevo le lenzuola per cercare di trattenermi nell'urlare il suo nome...Per poco non le dissi che di notte le "ripetizioni" me le dava lei
<ecco..è che..>
<Camila,basta,sei strana in questo periodo e capisco che può essere per colpa di Austin,ma non è normale che hai sempre le occhiaie,non hai voglia di fare niente,i tuoi voti a scuola stanno calando e non ci parli mai di niente.
E ora scopriamo che esci di notte con questa ragazza? Che ti sta succedendo?>
Restai senza parole,non sapevo che dire,se mentire o no,non avevo scuse e non sapevo che cazzate inventarmi.
<è per colpa di questa ragazza se sei ridotta così,non è vero?>continuò vedendo che non dicevo nulla,non sapevo che rispondere perché mi sembrava assurdo che stesse capitando. Tutto questo non sarebbe mai dovuto succedere,Lauren sarebbe partita e loro non avrebbero mai dovuto saperlo
<cosa? no mamma,è solo che non riesco a dormire e mi tiene compagnia>
<stai scherzando? ti può tenere compagnia anche mandando messaggi,tu non puoi uscire di notte a quell'ora>
<voi non capite>
<facci capire allora>disse mio padre,cercando di mostrarsi interessato alla discussione
<lei...a me piace lei>
Erano increduli,neanche io credevo a quel che avevo appena detto,cioè,lo avevo detto e loro mi avevano ascoltato,ora lo sapevano e non potevo più tornare indietro.
<cosa?>disse lei con una risata
<mi piace>ripetei
<amore sei troppo piccola per capire certe cose,non è così,a te non piacciono le ragazze>disse con un sorriso di chi pensava di sapere ma in realtà non sapeva un cazzo
<invece si,a me piace,anche tanto>
<tesoro,diglielo anche tu>disse lei a mio padre
<beh forse ti sei lasciata influenzare ma se non è così non vedo il problema>rispose
Direi che non gli importava più di tanto,in un certo senso mi sembrava più sereno
<come non vedi il problema? Senti Camila,è normale essere confuse a questa età..>
<non sono confusa>la fermai
<devi frequentare più ragazzi,vedrai che mi darai ragione dopo>continuò convinta,ma ormai sembrava che cercasse di convincere più se stessa che me
<perché non lo accetti e basta?>
<non sei mai stata con una ragazza,non puoi sapere se ti piacciono o no>
<neanche tu,quindi come fai a dire che non ti piacciono?>ribattei
Mio padre abbassò lo sguardo e lo vidi nascondere un sorriso,mentre mia madre...Lei sembrava la reincarnazione di satana in quel momento
<è colpa di quella ragazza,ti sei lasciata influenzare e ora guarda cosa sei diventata,ma per fortuna si trasferisce,magari così ritornerai normale>
Non ero normale per lei,me lo aspettavo ma faceva comunque male sentirlo
<non essere esagerata>disse mio padre
<non lo sono,sto solo dicendo la verità e tu come al solito sei contro di me>
<certo che lo sono,secondo te il problema è che le piace una ragazza,quando il vero problema è che esce nel bel mezzo della notte di nascosto>
<lo fa per colpa di quella ragazza>
<smettetela! non c'è la faccio più con voi,veramente,mi dispiace per la cosa di uscire di notte senza dirvi nulla e non ho nessuna giustificazione,a me piace lei e non ci posso fare niente,in più sono stanca di voi due che continuate a litigare>
<vai in camera tua>disse mia madre
<ma..>
<ho detto vai in camera tua,stasera non andrai da lei e questo lo tengo io>disse prendendo il mio telefono
Stavo per obbiettare ma sapevo che sarebbe stato inutile,non mi avrebbe ascoltata,la odiavo quando faceva così.
Andai in camera mia,sentivo che stavo per avere un attacco di panico. Il battito accelerato,la sudorazione,la mancanza di respiro e tutto su un unico pensiero: cosa succederà adesso?
Cercai di mantenere la calma perché mi stava facendo male il petto,non potevo far nient'altro,non potevo scrivere a lei per calmarmi,non potevo ascoltare musica...Non potevo fare nulla,ero sola,ancora una volta.
Toccavo in maniera nervosa il ciondolo del sole della collana che portavo al collo,si,quella che mi aveva regalato Lauren.
Ricordo di non averla indossata subito,avevo aspettato un paio di giorni,stava sul comodino a fianco al mio letto e quando la misi i miei genitori la notarono e mi chiesero dove e quando l'avessi presa,risposi di averla trovata in una bancarella insieme a Dinah.
Quella collana significava tutto.
La mia mente mi riportò a quel discorso del sole e della luna,e finalmente incominciai a riprendere fiato,era un ricordo confortante.
Appena riaprii gli occhi fu come sentire di nuovo il rumore intorno a me e non i battiti accelerati del mio cuore.
Sentivo le urla dei miei genitori,quelle di mia madre più che altro. Continuava a dire che non era normale,che mi ha influenzata,che forse è perché penso che non ci si può fidare dei ragazzi dopo quel che ho passato con Austin.
Un mucchio di cazzate.
Io amavo mia madre,come tutti,ma la odiavo come essere umano.
Mio padre invece cercava di farla ragionare,ma penso che lo faceva in modo sbagliato perché la faceva sembrare una stupida e quindi lei si incazzava di più.
Questo mi faceva pensare di essere ancora più sbagliata solo perché amavo lei.
L'amavo? Non lo so,non so cosa significhi.
Credevo di amare Austin,ma mi sbagliavo,perciò non sapevo cosa significasse amare,sapevo che quello che provavo non era più solo piacere. Ed ero certa che ci fosse una differenza tra piacere e amare. Quale però?
Quando ti piace una persona la vuoi subito,vuoi che sia felice con te e che abbia occhi solo per te,vuoi solo le sue attenzioni ed è per questo che una volta che ricambia,passa un po' di tempo,e ti annoi.
Mentre quando ami una persona,l'aspetti.
Vuoi che sia felice,con o senza di te,magari sei gelosa,ma questo non importa perché vuoi che sia felice. Dai più importanza a quella persona invece che a te stessa,te ne prendi cura,le dai attenzioni e l'aspetti,senza fretta.
Forse la maggior parte delle volte aspetti qualcuno che non arriverà,come nel mio caso.
Dicono che l'amore fa soffrire,che ti fa male,ma io penso che sia qualcuno che non sa amare o che non sa come amarti a fare male.
In poche parole,quando ami qualcuno che non sa amare o amarti,muore qualcosa in te.
Qualcosa di importante però.
Io amavo Lauren e forse ero l'unica ad averla mai amata,io ero fatta per amarla.
Ma avevo paura. Una grandissima paura.
Lauren sarebbe partita stasera ed io non potevo uscire,i miei avrebbero fatto la guardia alla porta e poi non saprei che dirle una volta incontrata,dopo le ultime cose che le ho detto.
Stavo morendo dentro,faceva male quella sensazione di impotenza in una situazione del genere. Mi sentivo pesante,in colpa,era un malessere costante,non solo psicologico ma anche fisico.
Non ebbi neanche la forza di alzarmi per sdraiarmi sul letto,avevo le ginocchia al petto e la testa appoggiata su di esse. Mi ero pure truccata un po' per uscire con Dinah,facevo schifo in questi giorni,e ora le lacrime rovinavano il trucco.
Come si affronta tutto questo?
Quando senti di soffocare,cerchi di liberarti o finisci per restare senza fiato?
Andava tutto a puttane,tutto.
Passò un po' di tempo,smisi di piangere come se tutto d'un tratto non avessi più lacrime,alzai la testa e guardai il nulla davanti a me.

angel of deathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora