Mi piacciono gli attimi prima di un'azione importante,per esempio quando prendi più fiato per spegnere le candeline,quando aspetti un messaggio da una persona che nel frattempo sta scrivendo,quando aspetti che la giostra parta,quando ripeti tra te e te un discorso importante,quando aspetti mezzanotte per il tuo compleanno...Questi attimi sono pieni di adrenalina,sono la vita.
Io stavo aspettando Lauren,le lezioni erano finite ed io le avevo scritto l'aula in cui stavo perché volevo parlarle.
Erano due giorni che ci ignoravamo e non ne potevo più,è vero che è sempre stato così tra noi a scuola,ma dopo che mi sono dichiarata e mi ha raccontato quelle cose,non potevo fare finta di niente.
Nel frattempo non ho parlato con Shawn,lo incontravo e non lo salutavo neanche,dovevo solo aspettare che si calmasse tutto e poi avremmo chiarito
Dinah mi voleva parlare,ero certa che Shawn le avesse detto tutto,perciò voleva accompagnarmi lei a casa,quindi ho approfittato del tempo per chiamare Lauren.
Passeggiavo avanti e indietro per l'aula quando sentii il cigolio della porta che si apriva
<hey,allora di che mi dovevi parlare?>chiese avvicinandosi
<tra noi è tutto come prima,vero?>
<si>
<sicura? non ti metto a disagio in qualche modo,giusto? oppure si,non so,magari ti do fastidio o sono appiccicosa,oppure ti senti in imbarazzo quando stai con me>
<va tutto bene,non è cambiato niente>
Lo sapevo,ma ero abbastanza paranoica in situazioni del genere.
<allora perché mi ignori così?>
<ma è sempre stato così>
<si ma ora è diverso,non riesco a incontrarti nei corridoi e fingere che non sia mai successo nulla>
Lei mi abbracciò senza stringere forte mentre mi accarezzava la testa,ogni suo abbraccio lo trovavo inaspettato.
<non sarà più così se vuoi>
Sapevo di provocarle qualcosa solo quando sentivo il suo cuore battere a mille,così mi ricordavo che pure lei era umana e provava delle emozioni.
<non ti voglio perdere>le dissi
Si allontanò il giusto per guardarmi negli occhi,passò lo sguardo dagli occhi alle labbra un paio di volte e provò a baciarmi,ma la fermai prima
<solo perché mi piaci non significa che puoi fare così,sembra che te ne approfitti>
A lei non importò e si avvicinò lo stesso,però iniziò a darmi dei piccoli baci all'angolo della bocca e sulla guancia
<Lauren..>
<ne hai bisogno>sussurrò
Avrei dovuto dirle qualcosa o fare qualcosa,ma i suoi baci erano rilassanti ed eccitanti allo stesso tempo,perciò mi lasciai andare
<e tu? ne hai bisogno?>domandai
<cosa vuoi sentirti dire? che ho bisogno di te?>
Mi spostò i capelli di fianco per lasciarmi dei baci sul collo prima di riprendere a parlare
<vuoi che pianga per te,che mi confidi con te,che sia gelosa,che ti voglia nello stesso modo in cui mi vuoi tu,è questo quello che vuoi?>sussurrò all'orecchio
Aveva una mano appoggiata al mio petto e mi sfiorava il collo con le dita,provocandomi un leggero e piacevole solletico. Si allontanò un po' per guardarmi negli occhi,aveva quel maledetto sorriso malizioso e quegli occhi che ti fottevano appena li guardavi,per non parlare della sicurezza che aveva in sé e in quello che diceva o faceva
<vuoi essere così importante per me?>continuò sfiorandomi le labbra
Mi sentivo come ipnotizzata,non so che effetto fanno le droghe ma secondo me dovevano essere simili.
<si,lascerai che succeda? o hai paura?>
Sorrise,un bellissimo sorriso che avrei voluto baciare se solo il telefono non avesse iniziato a squillare rovinando un momento perfetto
<Dinah sei fuori?>
<si ti aspetto>
<ora arrivo>
Chiusi la chiamata e guardai Lauren,fece una piccola risata e si passò la mano tra i capelli
<devo andare>dissi
Lei annuì e iniziammo ad andare,potevo solo immaginare la faccia che avrebbe fatto Dinah vedendoci uscire insieme.
<non c'è niente di male nell'essere un po' egoisti>mi disse prima di salire sulla sua auto,non le risposi perché effettivamente non sapevo come rispondere.
Perciò entrai nell'auto di Dinah dove già mi stava guardando in modo strano
<ciao,come va?>le chiesi
<tutto bene,tu?>rispose
<si anche io>
Stavo ripensando alle parole di Lauren,parlava solo di quello che volevo io da parte sua,ma non mi ha detto quello che voleva lei,o se voleva qualcosa. Lo diceva con un tono basso,la voce roca,un leggero sorriso,mentre mi sfiorava la pelle e mi provocava. Lei era già attraente di suo,ma il modo in cui parlava era tutto.
<eri con Lauren>disse lei
<già..>
<okay è inutile che ci giriamo intorno,era scontato che Shawn mi dicesse tutto e onestamente non ne sono rimasta tanto sorpresa dal modo in cui la guardi o da come si comporta lei con te>
<e che ne pensi?>
<niente,solo che ci sono rimasta male che non me lo hai detto>
<scusa,solo che non sapevo come avresti reagito>
<non cambia niente,che sia ragazzo o ragazza,cioè ti piace una persona>
<almeno tu lo capisci>
<anche Shawn la pensa come me,solo che non se lo aspettava e sai,si è sentito inutile,sminuito e illuso quindi si è arrabbiato,dagli tempo e vedrai che si risolverà>
Beh si spera,comunque mi portò davanti casa,la ringraziai per il passaggio e ci salutammo. Il tempo passò più velocemente di quando pensassi e mi aspettavo di peggio,beh qualcosa deve andare bene,no?
Avevo bisogno di farmi una doccia veloce,perciò raccolsi i capelli facendo una cipolla,mi spogliai ed aprì l'acqua,ero talmente in sovrappensiero che mi dimenticai di aspettare che si riscaldasse.
Mi venne la pelle d'oca appena il getto d'acqua ghiacciato mi scivolò sulla pelle,da quanto era fredda sembrava che bruciasse,e pian piano l'acqua si riscaldò.
Pure il freddo ad una bassa temperatura brucia,credo di averlo imparato conoscendo Lauren,lei era così...Come una doccia fredda di un giorno d'inverno. Bisognava solo saperla aspettare,aveva i suoi tempi.
Non c'era un momento in cui smettessi di pensare a quella scena e a quelle parole,mi erano rimaste impresse nella mente.
E ripensandoci,mi resi conto che sembrava che mi piacesse il fatto di stare con lei che lei,come un giorno mi aveva detto,le due cose sono diverse,magari simili,ma non uguali.
E non era così,a me piaceva lei,volevo che fosse felice con o senza di me,ma come ha detto Lauren,non c'è niente di male nell'essere un po' egoisti.
-
La sera mi arrivò un messaggio da parte sua,mi chiese se poteva dormire da me,io le risposi che andava bene ma che doveva aspettare che i miei andassero a dormire,era troppo tardi per avvisarli del suo arrivo.
Così venne di notte,la feci entrare e pensai a come avrebbero reagito i miei se ci avessero beccate,sarebbe stato imbarazzante e avrei dovuto trovare una scusa in fretta.
<perché sei voluta venire qui?>bisbigliai mentre salivamo su per le scale
<ho avuto una piccola discussione con i miei e non mi andava di rimanere con loro>
Non mi convinse molto quella risposta,litigare con i propri genitori e poi andare a dormire da un'altra parte per non stare con loro lo trovavo un po' esagerato,ma forse dipendeva dal perché cosa hanno litigato.
Io ero già pronta per andare a dormire,lei si tolse i jeans e si lasciò solo la felpa come suo solito,l'aspettavo seduta sul letto,non mi andava di sdraiarmi subito,e pure lei si mise seduta davanti a me.
Ripensai ai momenti in cui me la ritrovai davanti in questo modo,senza dirci nulla,ma solo guardandoci senza alcun imbarazzo.
Era bello così.
Ma quel momento fu rovinato dai miei pensieri,la mente gioca brutti scherzi,tra invidie,gelosie,paura,tristezza,perciò non feci altro che pensare al fatto che si stava approfittando di me.
Lei mi piace,lo sa,quindi se ne approfitta.
Beh ha senso d'altronde,chi non lo farebbe giusto per sentirsi speciale per qualcuno?
È piacevole la sensazione di sapere di avere il controllo su una persona.
Ma potevo approfittarne anche io a questo punto,a me piaceva,lei se ne approfittava,e io mi approfittavo del fatto che lei se ne approfittava. Ha senso anche questo.
È una cosa triste sapere che lei mi voleva solo per baciarmi o toccarmi quando ne aveva voglia,ed io nel frattempo vivevo quei momenti sentendo come mi sfiorava,vedendo i suoi sorrisi,gli sguardi,ascoltando le sue parole,con il cuore a mille e i semplici sentimenti di una ragazzina di 16 anni.
Non mi è mai piaciuta molto l'idea che qualcuno possa definire una persona "sua" o il fatto di "appartenere" ad una persona,più che altro non credo di averlo mai capito.
Fino ad ora,perché adesso,guardandola,mi rendevo conto di quanto avrei voluto andare in giro a dire che era mia e che nessun altro poteva intromettersi tra noi,anche se non importava a nessuno.
Era solo la gelosia che parlava,la paura che qualcuno possa portarmela via.
Quindi capivo perché dicevano così,certo,diventava un problema quando si diventava troppo possessivi,ma esserlo un pochino era normale. Era solo paura.
<vorrei che fossi solo mia>sussurrai avvicinandomi al suo orecchio
Mi guardava divertita,come se fosse tutto un gioco,beh per lei lo era,per me un po' meno.
Lasciai una scia di baci lungo il collo per poi arrivare a sfiorarle le labbra,mi vennero dei brividi in quel momento. L'avevo baciata un sacco di volte,ma sta volta mi sembrò di rivivere la prima volta,c'era la stessa tensione,le stesse sensazioni,gli stessi pensieri. Mi sentivo così sbagliata nel provare quelle cose,a disagio con me stessa,e a dire il vero ogni tanto mi chiedo se è normale provare queste cose per una lei.
Mi sdraiai e lei fece lo stesso,mi girai dalla sua parte,ritrovandomi a guardarla negli occhi
<ti sei mai sentita sbagliata?>le domandai
<sai,in quinta elementare mi piaceva una bambina,Veronica,era l'unica che qualche volta mi parlava e a cui dicevo tutto,poi in seconda media,durante la ricreazione,siamo andate in bagno e lei provò a baciarmi..Una ragazza ci vide e così si sparsero le voci,Veronica raccontò che la stavo obbligando e che le avevo messo strane idee in testa,così si allontanarono tutti e mi sono sempre sentita dire che non sono normale,e io ci credevo,mi sentivo sbagliata>
Fece un respiro profondo prima di continuare
<una notte trovai le chiavi di quel palazzo,mi ricordavo ancora dove stava,perciò scappai di casa e corsi fino ad arrivare là,salii fino in cima solo per morire,però poi alzai gli occhi al cielo e ne restai colpita..Mi sdraiai e guardai la luna,iniziai a parlare e a piangere come se potesse sentirmi ed era liberatorio,poi ritornai a casa aspettando una sgridata dai miei ma non si erano neanche accorti che me n'ero andata>
Lei c'è sempre stata e non ho fatto altro che pensare a me e i miei problemi,a quanto mi piacesse e a quanto fosse un casino,ma non le ho mai chiesto cosa le fosse successo per diventare così.
L'ho solo cercata nel momento del bisogno,quando dovevo sfogarmi,quando avevo bisogno di conforto,quando volevo semplicemente vederla.
<sono stata così egoista con te,non te lo avevo chiesto prima,non ti ho mai chiesto nulla..>
<a me non piace parlare di questo,quindi va bene così,non ti preoccupare>
Le accarezzai il viso,sapere che si fidava talmente tanto di me da raccontarmi questo,mi faceva sentire molto importante.
Secondo me,più che non volerne parlare,era il fatto di non riuscirci. Cioè,una persona è diventata così fredda e vuota da non riuscire a parlare dei suoi problemi,ogni parola si blocca prima di uscire e ti chiedi se sia una buona idea parlarne,perché sei talmente abituato a quella apatia e a quel vuoto che appena dici qualcosa di te,vai nel panico.
Penso sia una delle sensazioni peggiori,ti senti obbligata in un certo senso e dopo che hai parlato,te ne penti e ti rimane il pensiero fisso.
Raccontare di aver provato a suicidarsi non era affatto facile,a quell'età poi,era solo in seconda media e aveva 12 o 13 anni.
<avevi paura quando volevi...morire?>
<ero spaventata,ovvio,ma io...credo di aver avuto più paura di vivere,morire è facile>
Mi colpì talmente tanto quella frase,che rabbrividì,il fatto che una bambina di 12 anni abbia avuto più paura di continuare a vivere che di morire,era più che preoccupante.
E per lei non c'è mai stato nessuno,non ha mai parlato di questo,non ha avuto modo di sfogarsi e si è tenuta tutto dentro per tutto questo tempo. Posso solo immaginare con che cosa ha dovuto convivere dentro di sé,e io continuavo davvero a chiedermi come potesse rimanere impassibile davanti a certe cose?
<ti posso chiedere perché hai litigato con i tuoi genitori?>chiesi cambiando argomento
Lei sospirò e si girò guardando verso l'alto
<mi trasferisco>
Quelle parole,non le capii subito,non volevo capirle,non volevo sentirle
<come?>
<mi trasferisco a Miami la prossima settimana,i miei hanno firmato un contratto con i genitori di Tyrone e ora dobbiamo andare là,per questo partivano più del solito,per andare a vedere il posto e cercare casa>
<ma..come farai con la scuola?>
<riprenderò tutto là,non sarà un problema>
<ma sul serio?>
<a quanto pare si>
Quindi l'avrei persa comunque,dopo tutto questo,dopo tutte le mie paure,sarebbe successo ed io non potevo farci niente.
Prima avevo paura che lei potesse rifiutarmi e non parlarmi più,ma almeno potevo avere delle possibilità per risolvere,mentre adesso non potevo far altro che piangere.
<te l'hanno detto oggi?>
<me l'hanno confermato oggi,lo sapevo anche prima ma non era una cosa certa all'inizio>
<ma anche Tyrone e i suoi genitori?>
<loro già ce l'hanno una casa là,perciò si,ma tranquilla,cercherò di evitarlo>
Non l'avrei più rivista. Sul serio?
In più starà con Tyrone e magari troverà qualcun altro con cui passare il tempo,con cui pranzare a scuola,con cui vedersi di notte e sostituirà tutto.
Ed io?
Rimarrò a pensarci,lei che tocca qualcun'altra nello stesso modo in cui ha toccato me,e magari con la stessa persona andrà a vedere il cielo di notte,si terranno per mano e magari lei riuscirà ad aprirsi anche con quella persona,raccontando di sé e di quello che ha passato. Ma senza raccontare di me.
Se farà tutto questo,spero almeno che sia felice,che quella persona le faccia dimenticare quello che ha passato,quindi si..Spero che quella persona la faccia sentire nello stesso modo in cui lei fa sentire me.
<immagino che conoscerai tante persone e magari troverai qualcuno di speciale per te e se la troverai,non reprimere niente,lasciati andare almeno una volta>
Le augurai il meglio,solo questo potevo fare,cercai anche di fare l'indifferente ma non ero come lei,a me importava sempre più del dovuto
<te lo farò sapere se succederà>disse forzando un sorriso
<mi mancherai Lolo>
Mi strinsi a lei,con il viso contro il suo petto,non facevo altro che piangere mentre lei cercava di calmarmi,accadeva tutto in silenzio e poi esplodeva,come le più grandi distruzioni.
Mi ricordai di quando le avevo riportato la felpa e le avevo detto "addio",lei mi rispose lo stesso con un "addio",mentre sorrideva però.
Pensavo che quella parola sarebbe stata l'ultima,ma il vero "addio" sarebbe arrivato tra una settimana.
Mi accarezzava i capelli con calma,mi stringeva a sé,mi dava dei baci sulla testa e riuscii solo a pensare che non ci saranno più momenti del genere,che questi rimarranno solo dei ricordi.
Ho pensato parecchie volte alla fine di tutto questo,ma non mi sarei mai aspettata che sarebbe arrivata tra pochi giorni.