La domenica è arrivata prima di quanto immaginassi. Le prove libere e, stranamente, anche le qualifiche, sono letteralmente volate. In questi ultimi giorni non ho avuto un momento per fermarmi e non mi sono resa conto di quanto fossi stanca fino a ieri sera, quando sono andata a dormire. Non sono riuscita a fare del mio meglio ed entrare nel Q2 come speravo e, purtroppo, parto svantaggiata sulla griglia. Non ero molto in sintonia con l'asfalto e la scelta delle gomme è stata più difficile del solito. Cosa può succedere adesso? Non mi aspetto chissà quale colpo di scena. Il poleman è Fabio, e quindi è in prima fila. Neanche Francesco è riuscito a qualificarsi troppo bene, ma è comunque davanti a me. <<Crediamo nei tuoi sorpassi Pecco, punta in alto.>> dice, rivolgendosi a lui, Davide Tardozzi, che gli batte una mano sulla spalla come suo solito segno di incoraggiamento. Poi lo vedo cercarmi con lo sguardo e avvicinarsi a me una volta capito dove mi trovavo. <<Cami, tu non ti preoccupare. Corri come sai ed andrà tutto bene.>> afferma lui, lasciandomi un buffetto sulla guancia prima di allontanarsi. Ci siamo. Manca davvero poco. <<La pitlane è aperta!>> si sente urlare nel nostro box, e tutti cominciano a mettersi all'opera. Prendo il mio casco, guardo per l'ultima volta prima di uscire Pecco e ci sorridiamo a vicenda. Finito il giro di formazione, tolgo di nuovo il casco e i guanti e mi concentro sulla pista, immaginandomela e percorrendola tramite la mente. <<Ti vedo tesa.>> mi fa notare, uno dei meccanici intorno a me, che molto spesso si ritrova a farmi anche da mental coach. <<Non sono molto convinta, non ho un buon presentimento.>> rivelo, guardando sempre dritto davanti a me, mentre vengono messe le termocoperte sulle gomme. Mi sistemo le cuffiette nelle orecchie e mi isolo, nei miei pensieri, cercando di mantenere una certa concentrazione. Muovo con frenesia la gamba destra e mi fano segno di smettere. Forse rischiavo di smontare un pedalino. Questi maledetti quindici minuti a volte sembrano infiniti. Tolgo le cuffie appena mi fanno segno che mancano dieci minuti. <<Sai benissimo cosa devi fare.>> mi ricordano i meccanici, parlandomi sotto l'ombrello che ci ripara dal sole. Accarezzo la moto, d'istinto. <<Nel warm-up lap cerca di raggiungere una buona temperatura per le gomme e soprattutto testa i freni e l'accelerazione della moto.>> si raccomanda, poi battendomi una mano sulla spalla con un sorriso incoraggiante. Annuisco solamente, sforzandomi di sembrare tranquilla e rilassata. Del resto sono abituata a tutto questo, andrà sicuramente tutto bene. <<Ecco, ecco qua Camilla!>> sento esclamare, poco lontano da me e mi volto a guardare chi mi sta chiamando. Vedo Antonio Boselli, un inviato di Sky che mi saluta con un cenno della mano. <<Possiamo farti giusto un paio di domande?>> lo sento chiedere, avvicinandosi a me con il microfono. Annuisco con il capo e attendo che l'altro parli. <<Come ti senti?>> comincia, per poi passarmi il microfono dandomi la possibilità di rispondere. <<Nel warm – up di questa mattina mi sono trovata bene con la moto e spero che le condizioni reggano per tutta la gara.>> rispondo, voltandomi un istante per salutare un meccanico. <<Come mai la scelta di due medie?>> riprende a parlare, sorridendomi con gentilezza. Questa domanda mi devasta, per un momento non mi ricordo nemmeno che avevo scelto quelle gomme per correre questa domenica. <<È stata una scelta condivisa con il Team.>> rispondo solamente, cercando di sorridere alla telecamera che mi sta inquadrando. Il cameraman mi sorride e riprende nuovamente Antonio. <<Molto bene, in bocca al lupo e grazie mille Camilla per la tua disponibilità!>> dice quest'ultimo, allontanandosi con velocità verso le altre caselle dopo di me lasciando spazio ai fotografi che lo sfruttano.
<<Cinque minuti!>> si sente esclamare in sottofondo e i meccanici in pista della Ducati si riuniscono intorno alla moto per sistemare gli ultimi dettagli. <<Accelera e frena, e fallo per almeno tre volte. Riscalda bene i freni, mi raccomando.>> parla velocemente, il mio mental coach, cercando di incoraggiarmi, anche se i suoi tentativi sono vani. Mi fanno cenno di indossare il casco e i guanti, mentre tolgono le termocoperte. Levo il cappellino con la visiera affidandolo ad un meccanico alla mia sinistra e inserisco una mano nel guanto. Faccio la stessa cosa con l'altra e finalmente indosso il casco, e non perdo tempo per abbassare la visiera. Finalmente mi isolo e i sostegni mi vengono tolti. La moto ora la sostengo io con le gambe, mentre un brivido mi percorre la spina dorsale facendomi temere per qualche istante di non riuscire a gareggiare oggi. <<Forza Milla! Sei forte!>> mi battono le mani sul casco – senza farmi male, logicamente – e veloci lasciano la pista libera andando verso i box. Mi concedo un respiro profondo, tentando di togliere – almeno in parte – la tensione che ho accumulato. Io, te e l'asfalto – penso, osservando davanti a me – mentre mi concedo qualche carezza alla mia Desmosedici. I semafori si spengono e noi piloti partiamo per il giro di ricognizione che precede il vero spettacolo. Quando ritorniamo alla griglia, i semafori si accendono: inserisco la marcia ed aumento i giri del motore, abbassandomi sempre di più verso la moto. Ho entrambi i piedi poggiati sull'asfalto per sostenermi mentre aspetto solo che tutte le luci siano spente per poter partire. Finalmente lo fanno e – ormai – siamo già lontani.
<<Che staccata, che staccata signori!>>
<<Davvero Guido, Camilla sta facendo una gara straordinaria. Sinceramente, sempre se posso permettermi, mi sembra quasi di rivedere la Camilla prima dell'incidente.>>
<<Oh, attenzione, attenzione. C'è una bandiera gialla nel terzo settore.>>
<<Non si vede chi è, la grafica è ferma.>>
<<Attendiamo un attimo, sperando che non sia successo nulla di grave.>>
<<No! No! No! No!>>
Qualcuno mi viene addosso. Sento la moto che mi scivola dalle mani. Vengo lanciata lontano, e rotolo per qualche metro prima di fermarmi e poter controllare di non avere niente di rotto. Mi alzo velocemente da terra e intorno a me tutto gira, prendo paura e mi abbasso, appoggiando le mani sulle mie ginocchia per sostenermi in piedi. Volto la testa di lato e vedo la mia moto in fiamme, che viene immediatamente spenta con degli estintori dagli operatori in pista. È lontana da me quindi non mi preoccupo di spostarmi.
<<Che volo, mamma mia, mamma mia!>>
<<Entrambi i piloti sembrano stare bene, però. Sono entrambi in piedi.>>
Vedo Nakagami venirmi incontro per scusarsi. Lo rassicuro dicendogli che sto bene e gli stringo la mano per non farlo preoccupare, sono cose che succedono. Peccato però.
<<Caduta di Camilla Mancini e di Takaaki Nakagami, che si ritirano dalla gara ormai a pochi giri dalla fine. Peccato per Camilla per la sua ottima rimonta!>>
Ritorno al box Ducati, accompagnata in motorino da un operatore di pista sconsolata. Tengo la visiera ancora abbassata e cerco di comprendere le emozioni che provo adesso dopo questa caduta. Non riesco ancora ad analizzare bene quello che è successo. Dentro il garage vengo seguita da una telecamera della televisione internazionale e cerco di spostarmi il più velocemente possibile, nonostante il dolore in tutto il corpo, per non farmi riprendere. <<Stai bene?>> si preoccupano subito i membri della Ducati che si avvicinano a me per capire se mi serve qualcosa. Mi siedo sulla mia sedia girevole e mi tolgo il casco e le protezioni, aprendo anche la tuta davanti per toglierla almeno sulla parte superiore del mio corpo. <<Sto bene, mi fa male un po' tutto, ma sto bene. Non ho potuto fare niente per rimanere in sella. Ho solo sentito la moto che mi lasciava e mi sono ritrovata catapultata da qualche parte. Ringrazio solo di non esser caduta in mezzo alla pista.>> dico, solamente, prendendo la mia borraccia per bere qualche sorso d'acqua nella speranza di calmarmi. <<Sembra che non gli daranno penalizzazioni.>> mi informa Carola Bagnaia, la sorella di Pecco visibilmente dispiaciuta. Alzo le spalle. <<Non saprei dirti se si meritava qualche penalità, non conosco le dinamiche.>> dico.
<<Intanto è arrivata al box Ducati, Camilla Mancini, che si confronta con i meccanici e i tecnici. Peccato, davvero, stava facendo un'ottima rimonta. Proviamo a rivedere la dinamica dell'incidente con lo Sky Sport Tech, Mauro.>>
<<Ecco, vedi Guido. All'entrata della curva Nakagami prova a superare Camilla per l'interno, evidentemente perde l'anteriore e non riesce più a tenere la moto che fa strike.>>
<<Riprenditi un attimo e vai a cambiarti con tranquillità. Guarderemo sta sera con più calma l'incidente. Non ti preoccupare. Hai fatto un'ottima rimonta e la tua gara è stata impeccabile. Siamo tutti molto fieri di te, Cami.>> mi rassicura Luigi Dall'Igna, con un sorriso sulle labbra, ed un'espressione paterna sul viso. Annuisco e con calma mi alzo dalla sedia per andarmi a cambiare e potermi godere gli ultimi pochissimi giri della gara. Devo essere sincera, sulla moto mi trovato bene, avevo un buon feeling, e un po' mi dispiace che sia finita così. Però questa gara mi ha fatto tornare un po' della fiducia che ho perso dopo Misano. La caduta di oggi mi ha fatto spaventare parecchio, e sono davvero grata – alla mia buona stella, per citare mia nonna – di essere in piedi.
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La corsa per la vittoria
FanfictionQual è il problema di essere Camilla Mancini? Apparentemente nessuno, è una semplicissima ragazza di ventun anni. Si considera una persona molto semplice, che si gode ogni cosa che la vita le propone. Non si ritiene speciale, solo fortunata: non tut...