Capitolo 18

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Il weekend per noi è finito, nonostante mancano alcune ore prima che la domenica si possa ritenere conclusa per davvero. Come vi avevo anticipato, l'intento è di guardare, insieme ad alcuni degli altri piloti – quelli che non sono partiti subito per tornare a casa – la partita che gioca questa sera l'Italia. Ci siamo riuniti tutti nella hall dell'hotel, e se vi state domandando "Come fanno ad essere tutti quanti lì?" la risposta è semplice. Per non disperderci in tanti Hotel diversi, le scuderie ne scelgono uno vicino al circuito e prenotano per tutti quanti. Ci sono dei divanetti in pelle color panna, molto eleganti, in cui ci siamo divisi e accomodati. Stiamo aspettando che Valentino torni dalla reception con il telecomando della televisione. Siamo riusciti a sintonizzare, da un telefono – non ho ancora capito come – la partita con la telecronaca italiana. Fortunatamente, tutti noi – anche i piloti delle altre scuderie che sono rimasti
– l'italiano lo conoscono. La partita, purtroppo, l'hanno già giocata, e tutti quanti mi stanno ripetutamente chiedendo se so già qualcosa del risultato della partita, se ho già sentito mio padre e se posso anticipargli qualche dettaglio succoso. Pecco ha provato a "comprarmi" con qualche caramella – perché sa quanto io ami le caramelle – per poter chiamare mio padre. Non ho ceduto.

<<E allora, vediamo nel tunnel dell'Olimpico i giocatori del Galles e i giocatori dell'Italia che stanno per entrare nel campo. Claudio Marchisio, partita da vincere, anche da pareggiare, per arrivare al primo posto nel girone. Partita comunque che può dare conferma di quelle che sono, fino a questo momento, le doti messe in campo dalla Nazionale di Roberto Mancini>>

<<Forza Mancio!>> nasce un coro, di noi italiani, nella sala. Acclamiamo mio padre con la stessa gloria con cui si acclamava un gladiatore. Mancio è il suo soprannome, e qualche volte – purtroppo, perché a me non piace – mi è stato associato e mi hanno – disgraziatamente – chiama molte volte con questo nome. Fortunatamente, non l'hanno mai trasformato al "femminile" perché Mancia o la Mancina non mi suonano bene.

<<Buonasera! La qualificazione agli ottavi è già acquisita, ma c'è un primo posto da difendere e soprattutto ci sono milioni di tifosi che sognano di esultare ancora. Allora la Nazionale di Roberto Mancini proverà a ripetere le tre parole preferite del vocabolario: gruppo, spettacolo e vittoria!>>

<<Allo Stadio Olimpico di Roma, terza giornata della fase a girone di Euro 2020: Italia - Galles. Il commento tecnico di Antonio Di Gennaro, buonasera Antonio>>

<<Buonasera a tutti!>>

<<Tanti cambi in formazione, otto rispetto all'ultima. Sembra una scelta di buon senso di fronte a impegni così ravvicinati, ma non significa sottovalutare la gara.>>

<<Mai, non è mai stato nel nostro concetto, soprattutto quello di Mancini, gli stessi calciatori, quindi grande attenzione. Però il filo conduttore è il nostro gioco e ci ha appunto contraddistinto per questo percorso di tre anni.>>

<<Per ora, l'Italia non ha perso neanche una partita, giusto?>> domanda, Fabio, pilota della Yamaha. Lui – a parer mio – vincerà il titolo del mondiale quest'anno. È forte. Ha le braccia conserte e sta fissando la televisione concentrato. Se non sbaglio, lui ha origini italiane, da parte dei nonni parteni. Siciliane, se non erro di nuovo.

<<Ora è il momento degli Inni Nazionali: si comincerà con quello del Galles: Hen Wlad Fy Nhadau, La Terra dei miei Padri composto nel 1856, scritto rigorosamente nella lingua originale gallese>>

***

<<E adesso, si alzano nel cielo di Roma e idealmente viaggiano verso tutto il Paese, le note a noi più care, le note più suggestive, quelle del nostro canto! Il canto degli Italiani!>>

Come per la Nazionale del Galles, ora la telecamera passa davanti, uno alla volta, ad ogni nostro giocatore. Sono seduta in mezzo a Francesco e a Jorge Martin, pilota della Ducati Pramac. Con lui mi faccio certe risate irripetibili. <<Mamma mia.>> esordisce Franco Morbidelli, il Morbido. <<Il papà della Milla sembra tesissimo.>> e proprio in quel momento, c'è una ripresa solamente su di lui. Non l'ho mai visto così teso per una partita. Vuol dire che sarà tanto tosta?

<<Gli Azzurri sono pronti e con loro tutta l'Italia! Breve pausa, poi la diretta di Italia - Galles!>>

***

<<Il saluto tra i due capitani: Bonucci e Bale.>>

<<Bonucci è un grande!>> esclama Fabio, entusiasta. Ha ragione. Dovrebbe averlo conosciuto quando è andato, insieme a Pecco, ad incontrare la Juventus.

<<È cominciata: Italia - Galles. Bonucci, in avanti a cercare Verratti, al debutto in questo campionato europeo. Poi Bale, in profondità. Uno scatto di James, pallone lungo: lo controlla Tolói. Esce e blocca Donnarumma.>>

<<Mamma mia, che ansia!>> esclamo, senza pensarci, e qualche istante dopo mi rendo conto che potevo starmene zitta e farmi i cavoli miei. <<Potevi chiedere com'era andata a tuo padre!>> mi rimprovera, Uccio – collaboratore e amico di Valentino, se non ve lo avevo già introdotto – guardandomi male. Migno mi si avvicina, dato che è seduto dietro di me, su una sedia da bar, battendomi qualche pacca sulla spalla. Lui ha venticinque anni. Ci vogliamo bene. Quando ero appena entrata alla VR lui, insieme ad altri, è stato uno di quelli che mi ha preso sotto braccio e mi ha aiutato in tutto quello che poteva. Un fratello maggiore, anche se – in realtà – ormai lo sono un po' tutti loro. Siamo una grande famiglia – giusto per citare Toretto – anche se può sembrare banale da dire. Ci urliamo contro le peggio cose, ma alla fine sempre qui siamo. <<Sono già qualificati agli ottavi. Mi sembra che l'abbiano detto prima.>> afferma Celestino, cercando di pararmi un po' il culo. Mi sorride. È più piccolo di me, giusto di qualche anno credo, ma fra noi c'è un forte legame. Siamo coetanei, si può dire, in un gruppo di gente più grande di noi e questo ci ha sempre fatto fare "comunella". Il tempo intanto scorre e ci ritroviamo già alla metà del primo tempo. Luca appare disperato, mentre osserva la televisione, con gli occhi spalancati e terrorizzati. <<Si decidono a segnare?>> chiede, penso proprio alla televisione, con esasperazione. <<Stanno preparando un calcio di punizione.>> ci fa notare Fabio. Tutti i presenti si immobilizzano sul posto, puntando quel pallone che deve per forza entrare nella porta.

<<Parte Verratti, pallone basso, LA DEVIAZIONE E VA IN PORTA PER L'ITALIA! PESSINA! PESSINA PER L'1 A 0!>>

Un boato si alza nella hall dell'hotel e tutti quanti ci alziamo in piedi tanto che pure i receptionist esultano con noi.

<<Italia 1, Galles 0.>>

***

<<Tesoro! Complimenti! Ho visto la tua gara, sei stata splendida! Come stai?>> mi risponde mio padre, dall'altro capo del telefono. <<Ciao babbo! Grazie mille. Sto bene, tu invece? Abbiamo visto la partita! Complimenti!>> dico, con tono squillante. Mi fa piacere sentirlo. Deve essere proprio orgoglioso dei suoi ragazzi dopo questa partita. <<Anche qui vi fanno i complimenti, che prima di andare a fare una passeggiata a Villa Borghese, ci siamo guardati la MotoGP.>> mi racconta. <<Oh, ringraziali!>> esclamo. <<Noi torniamo domani. Ti chiamerò in giornata per vedere gli impegni delle prossime settimana e organizzarci per vederci almeno un paio di giorni, che ne dici?>> e sorrido a Fabio e a Jorge che mi salutano, mentre stanno per salire le scale per andare a dormire. <<Certamente, aspetto la tua chiamata, allora!>> e dopo un istante. <<Oggi ho capito che tornerai a correre come prima, tesoro mio. Ti basta ancora un piccolo sforzo: non devi mollare!>> mi incoraggia. In un certo senso, è quello che mi serve adesso. Sono contenta di com'è andata la gara di oggi, sono entrata nella zona punti! <<Grazie, papà. Buona notte, dormi bene.>> gli auguro, prima di mandargli un bacio. <<Buona notte Cami, non andare a letto troppo tardi!>> si raccomanda, per poi chiudere la chiamata.

La corsa per la vittoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora