Dopo la gara mi hanno riempita di controlli. Ho solamente accennato al mio fastidio – ricordate? Il mio gomito sinistro – e mi hanno spedita al Centro Medico. Per non parlare, poi, delle visite a cui mi hanno sottoposto quando sono tornata in Italia, ritenendo superficiali quelle fatte a Silverstone. Morale della favola? Mi hanno dato una terapia di cinque giorni con un farmaco antinfiammatorio, per vedere se la situazione migliora. In teoria, dovrebbe essere solo una semplice infiammazione. In caso contrario, devo ritornare dal medico per fare ulteriori accertamenti. Se devo essere sincera, sto fingendo con tutti quanti che questo mio dolore improvviso al braccio non sia dovuto all'avvicinamento alla gara a Misano, ma ho quasi la sensazione che sia un modo del mio corpo per avvisarmi. Nonostante i buoni risultati che sto ottenendo adesso, il ricordo dell'incidente continua a tormentarmi, a volte. Il cuore mi batte a mille, mentre spiego tutto questo al mio psicologo, che mi osserva attentamente e in silenzio. Annuisce pensieroso alla fine del mio discorso e rimane in silenzio ancora per qualche istante. <<Ho paura che quel circuito possa ancora ferirmi.>> ammetto, a bassa voce, non ricevendo nessun feedback da parte del mio terapista. <<Capisco i tuoi timori, ma ricorda che sei una pilota straordinaria e hai dimostrato il tuo talento in molte gare, prima e dopo l'incidente. Dato che gli esercizi sulla visualizzazione e la meditazione stanno funzionando, posso fornirti un esercizio da fare quando non hai il tempo di fare gli altri due e hai bisogno di una tranquillità quasi immediata.>> dice, sorridendomi incoraggiante. Io attendo, quasi con impazienza, la soluzione a questo ulteriore problema. <<Questo che sto per introdurti, può essere ricondotto alla meditazione e allo Yoga. Sai di che sto parlando quando ti nomino la "respirazione consapevole"?>> domanda, togliendosi gli occhiali neri e appoggiandoseli in grembo. <<A grandi linee posso intuirlo.>> rispondo, sistemandomi meglio sulla mia poltroncina, pronta per ascoltare le parole del mio psicologo. <<Respirare in modo consapevole significa prestare la massima attenzione al respiro e, così facendo, rafforziamo la nostra connessione mente – corpo. Se ci fai caso, la respirazione è uno degli unici atti fisici che sono sia automatici sia controllabili. Come sbattiamo le palpebre, noi respiriamo in continuazione. Lo Yoga ci insegna come il respirare in maniera consapevole sia fondamentale per poter affrontare la nostra quotidianità. Vuoi fare una prova?>> mi chiede, in modo retorico, rimettendosi gli occhiali e attendendo qualche istante che io sia pronta. Chiudo gli occhi per godermi l'esperienza al meglio. <<Senza impegno, soffermati a respirare con calma, profondamente, e senti l'aria che entra dal tuo naso, passa per la gola, riempie i tuoi polmoni e poi esce dalla tua bocca.>> dice, con voce soffusa, rimanendo poi in silenzio per farmi provare questa procedura per un paio di volte. La sua voce ritorna, nell'abitacolo, e mi guida gradualmente attraverso una serie di esercizi di respirazione, aiutandomi a concentrarmi sull'aria che entra ed esce dal mio corpo, rigenerandomi ad ogni respiro. Ad ogni ispirazione ed espirazione, sento la tensione diminuire e la mia mente ritornare limpida. Dopo un paio di minuti di silenzio, riapro gli occhi e mi percepisco assonnata, ma straordinariamente ed estremamente rilassata. <<Come ti senti? Come sta il tuo braccio?>> la voce del mio terapista rimane soffusa e dolce, e mi accoglie calda nella nostra "bolla" che avevo abbandonato per qualche minuto. <<Non mi fa più tanto male.>> rispondo, riferendomi al braccio sinistro, che muovo un po' di più rispetto a quando sono entrata nel suo studio. <<La respirazione consapevole – così dicono – può essere molto efficace anche nell'abbassare il livello di dolore percepito, oltre all'ansia e calmare i pensieri negativi che ci invadono la mente.>> mi spiega, scrivendo velocemente un appunto sul suo foglio. <<Proviamo un esercizio di visualizzazione, ti va?>> mi domanda, con gentilezza. Annuisco timidamente, respirando a fondo per darmi coraggio. Non succederà niente. È tutto nella mia testa. <<Immaginati a Misano, ma questa volta ti trovi in un luogo sicuro e protetto. Visualizzi te stessa affrontare ogni curva con calma e sicurezza, sentendo la tua determinazione crescere man mano che ti avvicini al traguardo.>> racconta, mentre chiudo nuovamente i miei occhi, immergendomi nel flusso della mia immaginazione. Vedo me stessa sulla mia moto, sento il rumore del motore e l'adrenalina che mi pervade scorrendo nelle mie vene. Questa volta, la paura è sostituita da una determinazione irremovibile e fiducia in me stessa. Riapro gli occhi, con un sorriso sul volto. <<Sei incredibile Camilla. Continua a immaginare questa versione di te stessa durante gli allenamenti. Ripeti questi esercizi ogni giorno, e fidati, lo vedrai tu stessa come l'ansia gradualmente perderà la sua presa su di te.>> e mi sento incoraggiata, decisa a mettere una pietra sopra a questo argomento. Prima di lasciarmi andare, mi trattenne ancora qualche istante per consegnarmi un diario emotivo, incoraggiandomi a scrivere i miei pensieri e le mie emozioni ogni giorno. <<Questo ti aiuterà a monitorare i tuoi progressi, potrai anche esprimere liberamente ciò che provi, senza alcun giudizio. Lo leggeremo nelle prossime sedute, se lo vorrai.>> e quando raccolsi con le mie mani quel diario in pelle nera ringraziai il mio terapista. <<È un piacere aiutarti, Cami. Sei una pilota straordinaria, e sono sicuro che sarai presto pronta a dimostrare a tutti noi, ancora una volta, il tuo talento e la tua resilienza. Con il giusto equilibrio interiore, sarai pronta per affrontare qualsiasi curva della vita!>> e uscendo dal suo studio, finalmente, sentivo di aver ritrovato parte del sorriso che avevo una volta e la determinazione di lavorare duramente sia sulla pista che dentro di me. Combatterò l'ansia con coraggio e speranza, consapevole che quella gara non rappresenterà solo una semplice tappa del mondiale, ma anche un capitolo significativo della mia carriera, per non parlare della mia vita!
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La corsa per la vittoria
Fiksi PenggemarQual è il problema di essere Camilla Mancini? Apparentemente nessuno, è una semplicissima ragazza di ventun anni. Si considera una persona molto semplice, che si gode ogni cosa che la vita le propone. Non si ritiene speciale, solo fortunata: non tut...