Capitolo 17

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Vi tolgo io il dubbio. È domenica. Milla, e quindi? È race day! Non riesco a mangiare niente per pranzo, giusto qualche pezzo di pane per poter dire a chiunque me lo chieda "No, ma guarda che ho mangiato!" – consapevole, però – che nessuno mi crederà. Mio padre, poco fa mi ha chiamato tutto allarmato, domandandomi a che ora comincerà la gara. Gli ho risposto "Alla solita ora" e, chiudendo la chiamata, sono scoppiata a ridere da sola. Il perché? In primis, credo di essere pazza e l'agitazione della gara sta giocando brutti scherzi, – temo che fra poco comincerò ad avere anche delle allucinazioni – per secondo, ho trovato divertente il fatto che abbia chiamato proprio me. Poteva chiamare la mamma, dato che lei sicuramente sarà incollata alla televisione da questa mattina. Tra l'altro, questa sera c'è anche una loro partita, non mi ricordo contro chi, ma noi piloti – anche al di fuori della VR – ci siamo messi d'accordo per guardarla. È ancora presto, stanno facendo le premiazioni della Moto2, ma – in ogni caso – stiamo andando verso il garage per cominciare a prepararci. Pecco è poco più avanti di me, concentrato a parlare con un suo meccanico della moto, molto probabilmente. Io li seguo in silenzio – non perché non abbia nessuno con cui parlare, ma – perché ho bisogno che la mia solita routine vada a buon fine. È un modo per non sfidare il destino, giusto per tornare ai pensieri di questa mattina, all'alba. Un'altra cosa che mi ha fatto ridere, quando mi ha chiamata mio papà, è che quando ho annunciato l'orario di inizio, un caos generale si è animato nel sottofondo della chiamata. Qualche urlo, qualche parolaccia – ci sta, siamo italiani – e qualche esultanza per aver trovato il telecomando della televisione. La consapevolezza di essere guardata da loro mi riempie di gioia. Spero di dare loro la carica per questa sera. Mi vado a cambiare, mettendo la mia tuta rossa, lasciandola – come mio solito – penzolante per metà. Come spiegarvi meglio questa mia espressione senza troppi giri di parole? Dato che è una tuta unica, ho indosso solo la parte inferiore, lasciando la parte superiore aperta e – di conseguenza – penzolante dietro di me. Come se avessi una coda. Spero di essermi spiegata abbastanza bene. Il casco, le protezioni, i guanti e gli stivali sono in disparte, vicino alla mia sedia girevole. Ho bisogno di stare comoda finché il momento me lo consente. Volto lo sguardo verso Pecco, che mi stava già guardando sorridendo. Solo in questo momento, mi rendo conto che i meccanici stanno cominciando a prepararsi anche loro. Manca sempre meno ai nostri soliti trenta minuti. Vedo spostare le termocoperte da una parte all'altra del garage. Due di loro, prendono le gomme che ho scelto questa mattina e le avvicinano alle cose che devono portare in pista, dopo il giro di formazione. <<Cami. Finisci di prepararti. Mancano cinque minuti all'apertura della pit lane.>> mi avverte, Davide Tardozzi, passandomi davanti con le cuffie in una mano. Sospiro e mi avvicino verso la mia sedia girevole. Mi siedo e indosso gli stivali velocemente. Appoggio il casco sulla testa e cercando Francesco con lo sguardo, gli mando un bacio, e dopo questo lo indosso. Prendo i miei guanti e cammino verso la mia moto, pronta per essere accesa. Monto in sella e aspetto il via libera per entrare in pista, e – finalmente – posizionarmi sulla griglia di partenza.

***

<<Buongiorno, buongiorno!>>

<<Che bella giornata quella di oggi, Mauro! Qui al Sachsenring, circuito che ospita il Gran Premio della Germania. Oggi, in questa giornata che pare essere solamente nuvolosa, ma che potrebbe riservarci un cambio moto con la bandiera bianca verso la metà della gara.>>

<<Come prevedi questo weekend?>>

<<Si percepisce quell'elettricità nell'aria, quella competizione, quella voglia di vincere che ti fa ringraziare chi ha inventato questo sport, Guido.>>

<<Seppur le prestazioni di Quartararo siano state favolose negli scorsi weekend e seppur la Ducati stia dando prova, con i suoi piloti ufficiali e non, di essere competitiva e presente in questo Mondiale, io oggi ti dico che non mi sento di dare una previsione per questa gara.>>

<<Molto bene, sei neutrale oggi. Grazie Mauro!>>

<<Non perdiamo altro tempo! Signori e signore, bambini e bambine, siamo pronti per presentarvi la griglia di partenza di quest'oggi, ma intanto che le moto vengono sistemate in pista, super spot!>>

***

<<Dopo il semaforo scatenate l'inferno. Prima dentro, gas a martello!>>

Mi abbasso, insieme a tutti gli altri piloti schierati, verso la moto. Quasi mi immagino Guido, il telecronista, dire le sue solite frasi. Le moto ruggiscono, impazienti. Il motore va su di giri e la situazione è la stessa di sempre. Quell'ansia di non riuscire a partire quando i semafori si spegneranno, quella sensazione orribile di non riuscire a correre. I semafori si spengono, finalmente.

<<E andiamo!>>

La partenza è sempre un terno al lotto. Non sai mai se riuscirai a mantenere la posizione o se sarai verso la fine del serpentone, – se hai culo, senza fare troppi giri di parole – avanzi anche di qualche posizione. Una regola che mi hanno sempre insegnato, però, è quella di non superare mai alla prima curva. C'è una gara intera per fare sorpassi, non serve farlo subito. Quella è solo stupidità, secondo me.

<<L'ha fatto? L'ha fatto?>>

<<Non si riesce a vedere! La grafica non si sta aggiornando.>>

<<L'ha fatto, l'ha fatto! Si mette davanti Marquez>>

Alla fine del secondo giro, sono già davanti a Marc Marquez che – lo so già – mi farà passare le pene dell'inferno per averlo superato. Sicuro riesce a riprendersi la posizione senza alcun problema. Se non ho letto male da uno dei grandi schermi che sono posti in giro per la pista, adesso dovrei essere undicesima. Ho perso un po' di posizioni nella partenza, per colpa di qualcuno che non voleva togliersi di mezzo ed è andato lungo, e – se i miei calcoli non sono sbagliati, dato che quello non sono riuscita a vederlo – mi mancano ancora ventidue giri alla fine. Ho tutto il tempo per fare una bella rimonta.

<<Intanto attenzione, perché c'è evidentemente qualche goccia di pioggia: bandiera bianca, che significa, lo sapete, che i piloti nel momento in cui lo decidessero, possono entrare ai box da questo momento qui a cambiare la moto.>>

***

<<Marquez in questo momento torna a fare la differenza: nuovo giro veloce. 1:21:772, per Marquez che si sta proprio liberando della compagnia.>>

Sono scesa di due posizioni. Tutti i miei sforzi, fino ad adesso, sono andati persi, ma non mi demoralizzo. Ce la posso fare, non arriverò prima, ma posso recuperare un po'. Se voglio davvero cominciare a vincere di nuovo, non posso buttarmi giù per ogni cosa che non va come immaginavo. Devo prendere atto che devo lavorare sodo per ritornare sul gradino più alto del podio, se no, che divertimento c'è? Non mi sono mai piaciute le cose facili, sono una a cui piace lottare e sono pronta per farlo. Devo solo cominciare.

<<Quartararo, si è messo in testa l'idea meravigliosa che è quella di mettere il mirino su Jack Miller e di attaccarlo alla staccata della 12.>>

<<Attenzione, perché qua è pericolosa! Riescono a chiuderla entrambi, soprattutto Quartararo.>>

Mancano ancora nove giri. Devo superare Oliveira a tutti i costi.

<<AHHHH!>>

<<NOOOO!>>

<<Lungo, lungo, lungo, lungo!>>

<<Mh, questo è ossigeno per gli occhi di Oliveira.>>

<<Si, gli ha fatto un grande regalo.>>

***

<<È LA RINASCITA DI MARC MARQUEZ! TUTTI IN PIEDI SUL MURETTO PER LUI.>>

Alla fine? Ho concluso tredicesima.

<<ATTENZIONE, perché Bagnaia nel finale scavalca Miller. Le due Ducati ufficiali sono lì insieme, ma Bagnaia guadagna posizione:
il premio rimonta va certamente a Pecco.>>

La corsa per la vittoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora