Caro Diario,
ammetto che mi viene difficile scrivere ciò che provo. Ormai sono tre settimane che mi dico "Adesso scrivo! Adesso scrivo!" e poi, quando mi ritrovavo davanti alla tua prima pagina, bianca e immacolata, tutto quello che avevo in mente svanisce. Quindi, ammetto che mi sto sforzando un sacco per scrivere qualcosa di senso compiuto in questo momento e, ammetto, che mettere in parole ciò che ho provato dopo la gara di Misano è davvero difficile. Mi sento come se fossi caduta da un'altalena. Ero in alto, felice, spensierata, pensavo di poter quasi toccare il cielo con un dito, e poi sono precipitata. Giù, verso il basso, a terra, cadendo e impolverandomi. Ho avuto dei momenti di euforia seguiti da questa caduta nel vuoto, che era prevedibile, ma che io ritenevo improbabile. È possibile una cosa del genere? È vero che non si può sempre vincere, e le sconfitte sono la base per costruire le proprie ossa. Ma ti posso assicurare che la sconfitta ha un sapore ancora più amaro quando perdi sul tuo circuito, nel Gran Premio di casa, nel quale – oltretutto – hai subito l'incidente che ha cambiato tutto. Domenica mi sono alzata da terra con il cuore pesante ed il corpo dolorante. Non nego che è stato un duro colpo, sia fisicamente che mentalmente. Ho come la sensazione addosso, orribile, di aver deluso me stessa, la mia squadra, e tutti coloro che hanno creduto in me. E non voglio nemmeno ricordarmi che sono venuti a vedermi i ragazzi della Nazionale, e che mi padre ha vista quella scena. Valentino, dal momento in cui mi ha conosciuta, non ha mai smesso di ripetermi che la sconfitta fa parte del nostro gioco, e che da queste esperienze posso trarre insegnamenti preziosi. Non ho avuto bisogno di analizzare la mia caduta perché avevo capito già in quel momento, durante la gara, che cosa ho sbagliato. Mi sono chiesta se avessi potuto prevenirla, se avessi potuto prendere la curva diversamente, se in qualche modo sarei riuscita a salvare la moto. Alla fine, mi sono detta che guardare al passato con rimpianti non mi aiuterà in alcun modo a non cadere a Misano 2. Devo imparare da questa esperienza, rialzarmi e affrontando la prossima sfida con determinazione, che mi è mancata per tutto il weekend. Quando ho sentito la moto perdere aderenza con l'asfalto, ho percepito il tempo dilatarsi in un momento eterno di confusione e paura. La sensazione della perdita di stabilità è stata travolgente, ed uno stato di impotenza si è impossessato del mio corpo mentre la moto mi portava verso il terreno. Il cuore mi batteva fortissimo nel petto, e il rumore assordante dei motori sembrava ovattarsi sempre di più nella mia mente. Terrore e rabbia si sono fuse in un vortice che a fatica riuscivo a trattenere, e gli occhi ben presto mi si riempirono di lacrime. La frustrazione che stavo provando mi ha consumata. La rabbia nei miei confronti, per non essere riuscita ad evitare la caduta e mantenere la concentrazione per un weekend intero mi ha logorata in questi giorni. Il terrore di farmi di nuovo male, subire un altro trauma, rivivere ancora una volta l'incubo dell'incidente passato. Ho cercato di reagire, tentando di correggere la traiettoria, però sembrava che qualsiasi mio movimento fosse troppo lento. Mi sentivo spoglia di ogni controllo su me stessa e sulla mia moto. Poi, il contatto con il terreno. Il suono metallico e il rumore del telaio che graffiavano con il cemento. Il dolore mi ha attraversato tutto il corpo, lancinante e acuto, mentre la realtà ha cominciato ad essere più chiara intorno a me. Ora sto meglio, non bene, ma sicuramente meglio e anche i dolori che mi hanno perseguitato per gli ultimi due giorni stanno andando via con gli antidolorifici. Sono consapevole che il percorso che ho scelto di fare non è facile. Ero consapevole, quando decisi di riprendere a correre, che le cadute e le sconfitte sarebbero state parte di questa strada e probabilmente all'ordine del giorno. Ogni passo avanti deve richiedere impegno, pazienza e resilienza. Ho sempre saputo che non sarebbe stato facile, e non sono mai stata una persona che si arrende. Non intendo cominciare a farlo adesso. Dunque, caro diario, anche se questa pagina è segnata da una grande sconfitta, so che è solo uno dei tanti capitoli della mia storia, e della mia carriera. E in queste pagine, devo trovare un rifugio per le mie emozioni più profonde, un luogo dove posso sfogare le mie gioie, le mie paure, le mie speranze e i miei dubbi. Insieme ai miei sogni. "Lotta fino alla fine. Lotta per arrivare in cima."
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La corsa per la vittoria
FanfictionQual è il problema di essere Camilla Mancini? Apparentemente nessuno, è una semplicissima ragazza di ventun anni. Si considera una persona molto semplice, che si gode ogni cosa che la vita le propone. Non si ritiene speciale, solo fortunata: non tut...